LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Sommariva: "servono investimenti"

"Pontremolese? E’ venuto il momento di dire se si può fare o no"

Il vice-ministro Morelli risponde a Cds sulla possibilità che il raddoppio dell'infrastuttura ferroviaria finirà nel Recovery Fund: "Non è vero che Spezia e il suo porto siano snobbati perchè realtà di confine. Ma bisogna dire la verità".

Import 2021

Il timore che ancora una volta l’essere città di frontiera sia l’elemento penalizzante e non quello di vantaggio è rappresentato da una storia che va avanti da quasi cinquant’anni. Da mezzo secolo sulle rive del Golfo si sente parlare di raddoppio della ferrovia Pontremolese, l’infrastruttura che non soltanto avvicinerebbe la Spezia e il suo porto alla pianura padana e da lì all’Europa continentale ma soprattutto garantirebbe un aumento sostanziale della competitività sia nel sistema dei porti della Liguria che in quello tirrenico. Perchè si parla tanto di coesistenza e di diverse peculiarità ma da che mondo e mondo gli scali portuali sono in competizione a maggior ragione se le vocazioni principali, in questo caso la movimentazione delle merci e dei passeggeri, sono simili quando non si sovrappongono. Ecco perché una questione come la Pontremolese, i cui lavori di raddoppio sono conclusi al 50% dei cento chilometri di tracciato, riguarda certamente la Spezia ma non il resto della Liguria che ha un’altra Autorità portuale, quella di Genova e Savona, fisiologicamente disinteressata all’argomento: è così che il tema rimane da sempre marginalizzato alle parole, alle centinaia di commissioni che siano consigliari, regionali o parlamentari. Ma stavolta la domanda è elementare e avrà risposte nei fatti concreti: finirà inserita nel Recovery Fund o ancora una volta sarà dimenticata o magari finanziata soltanto in piccola parte, allungando di un altro mezzo secolo questa vicenda? Al vice-ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Alessandro Morelli, la possibilità di un chiarimento nel corso della sua giornata spezzina iniziata questa mattina con gli incontri privati che lo hanno visto a capo della delegazione in Capitaneria di Porto, Marina Militare e, prima di spostarsi nella vicina Val di Magra, in porto: “La Pontremolese viene evocata spesso. Ora siamo in una fase importante, se la Pontremolese non fosse inserita nel Recovery, ricordo che ci sono molto altre possibilità. Ma penso che sia venuto il momento giusto di dire se sia un’opera sia realmente fattibile o se non ha le caratteristiche tecniche per essere realizzata. Dal 2018 al 2021 ho partecipato ad una trentina di commissioni parlamentari dove si è sempre parlato di questo tema in relazione ad una speranza condivisa da parte dei territori. Provincia di confine, schiacciata dal capoluogo regionale che ha anch’essa un porto più infrastruturato? Non può essere perché il porto della Spezia nel 2020 ha movimentato 1,2 milioni contenitori, prima del Covid aveva numeri importanti anche nel ramo crocieristico: questi dati non interessano a Genova e Firenze ma tutto il Paese. Come vedete io sono di Milano ma sono qua. Questa provincia è di confine ma protagonista per le proprie peculiarità. Però oggi siamo arrivati al dunque, è necessario mettere un punto: sentire parlare di quest’opera come prioritaria ma senza mettere a terra un punto definitivo è quanto di più sbagliato si possa fare. Se si può fare lo si dica, idem se non si può fare così il presidente dell’Autorità Portuale farà le sue scelte”.

Proprio Mario Sommariva in settimana aveva ribadito la centralità della Pontremolese rispondendo a distanza all’ex presidente dell’Authority di Livorno e Piombino che, al contrario, bollava l’opera come inutile: “La Spezia è il terzo porto container italiano e il secondo per traffici diretti. Gli ampliamenti aumenteranno notevolmente la capacità dello scalo sia in termini di crociere sia per lo sviluppo dei due terminal container del nostro porto”. E’ importante comprendere che gli investimenti sono in gran parte privati oltre a quelli pubblici destinati ai dragaggi”. Nella sua veloce presentazione dello stato dell’arte, il numero di Via del Molo ha poi continuato: “Siamo in una fase importante di negoziazione con Lsct per consolidare gli investimenti che potranno vedere già nei prossimi mesi l’ampliamento della parte container e del molo passeggeri. Quest’ultimo è entrato a far parte del Piano Nazionale di ripresa e resilienza per cui riteniamo un successo importante inserire questo così come il waterfront di Marina di Carrara all’interno di quel piano”. E Sommariva a questo punto torna proprio sulla Pontremolese: “Vogliamo far crescere il nostro 32% di movimentazioni via treno. Vogliamo che il porto della Spezia sia inserito nella Ti-Bre attraverso la Pontremolese: siamo pronti ad essere parte attiva nel progetto di sviluppo di questa infrastruttura per la quale ci aspettiamo investimenti. Il golfo è un insieme di moltissime attività che convivono fra loro in termini molto stretti con grande dinamismo. Siamo la prima provincia d’Italia per la BlueEconomy, fra queste spicca l’eccellenza della nautica dei super yacht e naturalmente non dimentichiamo Fincantieri per il Militare. Infine il retroporto di Santo Stefano: nei prossimi mesi vogliamo andare avanti con questo discorso del porto lungo. E realizzare anche la ZLS con una forte proiezione verso l’area del Parmense attraverso i centri di Medesano e Noceto. Lo sviluppo del nostro porto e’ collegato anche a questo. Un punto veloce anche su Marina di Carrara? E’ un porto che ha bisogno di un nuovo piano di dimensionamento, comunque già definito. Chiediamo alla politica affinché ci possa essere una qualche semplificazione nelle procedure. Fondamentale per quella realtà industriale velocizzare i tempi”. Nel suo intervento il vice-ministro Morelli ha parlato di vocazioni: “Penso al trasporto dei carburanti che potrebbe essere una delle iniziative sulle quali porre l’accento. In Italia abbiamo tante Adsp che fanno richieste, com’è normale che sia: forse bisognerebbe trovare per ognuno di essi una sua specializzazione peculiare. La Spezia dovrebbe lavorare sue nuove tecnologie per l’elettrificazione e sulla digitalizzazione. Vorrei evitare che ci fossero delle accezioni ridondanti perché si rischia di creare una guerra commerciale che mette a rischio le vocazioni dei nostri porti. Ognuno di essi deve essere protagonista, magari sfruttando le specificità del territorio nel quale è inserito. Il nostro obiettivo è che almeno fino alla fine della pandemia codice appalti semplificato. Poi ci dovrà esser nuova norma diritto europeo”.

Più informazioni