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Una storia spezzina

Mazzini e ceccardo

Fra edera e sol del’avvenir

di Alberto Scaramuccia

Mazzini e Ceccardo

C’è da riflettere sul socialismo di Ceccardo Roccatagliata Ceccardi su cui s’è tenuto un convegno poco fa. Il poeta non nascose le sue simpatie per il sole dell’avvenire ma una migliore definizione del suo essere rosso la fornisce l’intervento che fa al Moderno nel ’17 per persuadere gli Spezzini della bontà della guerra. Come già ricordato, è un lungo discorso in cui si affacciano come visioni, personaggi del Risorgimenti: dalla madre dei Bandiera a Garibaldi. Se questo spiega il suo interventismo che avrebbe dovuto portare al compimento dell’Unità nazionale cui allora mancavano due pezzi, ad illuminare sul suo sentimento politico è la presenza continua di Mazzini che propugna la partecipazione al conflitto. Delle parole che l’oratore gli mette in bocca ho già detto due settimane fa notando che mi sembrano molto simili alle affermazioni di chi oggi compie attentati.
Va poi rilevato che la celebrazione di Mazzini contrasta con la linea del Psi uscita dal 13° congresso di Bologna del ’12 dove la corrente “rivoluzionaria” aveva preso il controllo del Partito sottraendolo alla parte moderata.
Gli è che socialisti e repubblicani se le davano di santa ragione: uniti dall’attenzione per il mondo del lavoro, cura sempre predicata da Mazzini, erano divisi su un paio di punti fondamentali.
Quelli avevano il concetto marxista di classe come bandiera del loro agire, gli altri si rivolgevano al popolo che, seguendo Mazzini, consideravano “unità indifferenziata”, per usare una famosa definizione.
Inoltre, e questo è il punto che più conta per la Spezia, non accettava alcun intervento pubblico in economia, cosa che gli altri invece sostenevano.
Non capiremmo la situazione politica spezzine del primo ventennio del Novecento se non avessimo ben chiara questa differenza, né comprenderemmo i motivi che rendevano difficile la situazione nella maggioranza che guida la città dall’ottobre 1909 fino allo scioglimento del Consiglio comunale del 18 dicembre ’17. Chi guidava la città era l’Alleanza Popolare detta anche Blocco: un cartello che comprendeva massoni, radicali, repubblicani e socialisti. Questi ultimi volevano che il Comune intervenisse sui servizi comunali (affitti delle case operaie, biglietti del tram per chi con quel mezzo andava a lavorare), cosa che per i repubblicani era tabù.
Citando Mazzini, Ceccardo mostra il suo socialismo: un mix un po’ confuso in cui l’aspirazione ad una società diversa si coniuga con una forte passionalità postromantica.
Ma forse la colpa è nostra che categorizziamo sotto un’unica etichetta istanze che hanno solo qualche punto in comune.