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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Cent’anni fa la terra tremò a Fivizzano

di Alberto Scaramuccia

Fivizzano, Piazza Garibaldi distrutta dal terremoto del 1920

Il mattino di martedì 7 settembre 1920, cento anni fa oggi, fu davvero tragico. Alle 7,56 un terremoto di grado IX-X della scala Mercalli (equivalente a 6,4 della Richter) sconvolse la nostra terra. Soprattutto, rase al suolo Fivizzano.
La causa fu lo sprofondamento dell’area compresa fra la placca tirrenica e l’adriatica.
Nell’immane disgrazia ci fu la piccola fortuna che il sisma si verificò quando la popolazione era sveglia. Intenti ai lavori, i più poterono riparare all’aperto, ma il numero delle vittime fu veramente impressionante, per non dire dei feriti.
Fivizzano fu l’area più colpita fu perché l’epicentro fu lì sotto, dove le Alpi Marittime si mischiano alle Apuane, un’area di oltre 160 kmq. La rovina fu anche per il modo con cui le case erano state costruite. Invece di pietre, avevano usato ciottoli di fiume per di più tenuti insieme da pessime malte. Ricordando che un terremoto simile c’era stato 90 anni prima, in una simile zona sismica, avrebbero dovuto essere più accorti nella scelta dei materiali.
Sta di fatto che “Fivizzano non esiste più”, scrissero i giornali. Le poche case rimaste in piedi caddero alla seconda scossa e lo sciame sismico si prolungò per un tempo infinito, cessando il 1 agosto dell’anno successivo, 329 giorni. Anche le operazioni di soccorso non furono tempestive perché i pali del telegrafo cascarono a terra interrompendo le comunicazioni che si ebbero solo con fonogrammi arrivati dove era possibile mandarli: così la Prefettura di Massa fu allertata dalla Spezia, unica raggiungibile dal teatro del disastro.
La scossa, dunque, fu potente e si avvertì dovunque nel Centro-Nord. La sentirono a Genova e a Bologna, giù fino a Roma e su fino a Trieste. Ovviamente, neppure la Spezia ne risultò immune.
Un’ultima ora de Il Tirreno del 6 informa che già “alle 16,20 mentre stiamo per andare in macchina sono state avvertite due sensibili scosse di terremoto ondulatorio per cui la cittadinanza s’è riversata nelle strade”. La terra, dunque, già dal 5 avvisava del suo malessere, ma questo fu nulla rispetto a quanto si verificò 38 0re dopo.
Qua fortunatamente il sisma non causò grossi danni. Si lamentarono solo caduta di calcinacci, crollo di comignoli, qualche crepa negli edifici: nulla rispetto alla tragedia di Fivizzano.
Nondimeno, se qua non ci furono grandi danni, grande fu la solidarietà degli Spezzini, una gara in cui come al solito si distinsero i volontari della Pubblica Assistenza. Anche i fanti del 21 Fanteria sono immediatamente attivati per portare aiuto alle popolazioni colpite.
Tanti gli indici della violenza anche qua: gli orologi a pendolo s’interruppero all’ora della scossa ed in tanti dormirono all’aperto improvvisando cucine con dei mattoni.

ALBERTO SCARAMUCCIA