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Centrale Enel: "Basta con le fonti fossili. La politica dismetta la propaganda e si confronti con la realtà"

Centrale Enel

Per noi la Centrale Enel della Spezia deve chiudere tanto a carbone quanto a gas. Vogliamo essere chiari. Spaventare le persone sulla soluzione più inquinante, quella attualmente in essere, per far apparire addirittura come un successo il turbogas, che da tempo è l’unico obiettivo di Enel, è inaccettabile. Noi vogliamo puntare su soluzioni che guardino davvero al futuro, alla nuova economia sostenibile legata alle fonti rinnovabili e alla tanto citata transizione ecologica.
Detto ciò però o ci organizziamo per davvero, dal punto di vista politico e amministrativo, oppure ancora una volta subiremo le scelte della società elettrica proprietaria del sito; di Terna che gestisce in maniera tecnica e matematica la rete di distribuzione; di Roma e dei suoi Ministeri. Il Decreto AIA del 2019 parla chiaro: entro il 2021 l’utilizzo del carbone a Vallegrande deve cessare. Tuttavia la finestra temporale che quel documento mantiene aperta, per esigenze nazional legate al fabbisogno, è posticipata al 2025.

Il primo passo è quello di capire davvero con quale scenario ci dobbiamo confrontare. Terma ha eseguito nuovi calcoli e fatto nuove stime sul fabbisogno energetico? Quale ruolo ha realmente lo stabilimento produttivo spezzino? Il Ministero dello Sviluppo Economico quali intenzioni ha? Vuole ascoltare le istanze unanime degli spezzini o no? Il secondo passo è quello di avere un impegno formale da parte della Regione al diniego dell’intesa con il MiSE. Le fonti fossili devono abbandonare la produzione elettrica spezzina.

Terzo, il ragionamento da fare è tutto incentrato sul futuro. Abbiamo davanti un’area di oltre settanta ettari. Dobbiamo dire che non va parcellizzata ma il suo sviluppo tenuto legato da un progetto unitario. È necessario attivare la procedura che Enel stessa ha elaborato per gli stabilimenti in via di dismissione o riconversione: Futur-e. Sulla base di questo si deve coinvolgere il territorio, le associazioni, gli operatori economici, le sigle sindacali e i potenziali investitori. Solo così potremmo far convergere i fondi del Recovery Plan su qualcosa di concreto e utile per tutta la provincia.

Francesco Battistini
Ex Consigliere regionale

Massimo Baldino Caratozzolo
Consigliere comunale della Spezia