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Fino a novembre

Basquiat e gli inediti della collezione Cozzani al Camec

Riaprono i musei e la città riparte con un'esposizione d'eccezione al Centro di arte moderna e contemporanea. Vaccarone e Cremolini: "Senza Giorgio non avremmo mai avuto questo spazio museale".

Il Camec riparte da Basquiat e alcuni pezzi inediti della collezione Cozzani. Fino a novembre 2021 sarà possibile infatti ammirare la mostra “Clay, Liston. Basquiat e gli inediti della collezione Cozzani”.
Questa mattina il museo ha riaperto ufficialmente i battenti con la presentazione di una primizia della collezione Cozzani, un’opera di Basquiat dal titolo “Clay e Liston” realizzata quindici anni dopo l’epico incontro tra i due boxeur.
All’opera è dedicata una sala intera del secondo piano, dove è stata ricreata l’atmosfera del ring e con il contributo dell’associazione sportiva pugilistica Virtus, è stata posta ai piedi dell’opera la corda di un ring.
Attorno sempre ricreando idealmente il palco dove avvenne lo scontro sono inserite tutte le tappe che portarono a quel fatidico 25 febbraio del 1964 alla Convention Hall di Miami Beach, con un chiaro riferimento anche al coinvolgimento dei Beatles nella promozione dello storico incontro.
Le curatrici Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati hanno allestito la sala nel minimo dettaglio, con semplicità e attenzione. Il risultato è che lo spettatore non solo si immerge nell’opera ma non può evitare di notare il dialogo tra l’opera di Basquiat e l’immaginario ring che la ospita dove però l’arte del giovane artista, scomparso prematuramente, annulla il termine “versus” tra un pugile e l’altro: entrambi giovani, di razza nera, con esperienze e vite differenti che incarnano le vessazioni e la voglia di riscatto.
“Con la mostra Clay vs Liston. Basquiat e gli inediti della collezione Cozzani – si legge in una nota – il CAMeC prosegue la proposta di approfondimento curata dai conservatori Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati relativa alle raccolte permanenti e al ricco e composito patrimonio che le caratterizza. Il progetto espositivo si articola intorno ad un prestigioso prestito e a un ospite illustre: due sezioni autonome e insieme congiunte presentano una selezione di opere inedite dalla raccolta Cozzani e il dipinto di Jean-Michel Basquiat, Clay Liston, cui sono dedicate una sala e un’ampia digressione. Il legame fra il lavoro del notissimo autore statunitense e gli altri qui radunati è molto stretto: grazie a questa mostra esso potrà ricongiungersi alla collezione cui apparteneva, la silloge composta nel corso del tempo dai coniugi spezzini Giorgio e Ilda Cozzani e nel 1998 donata alla città e al CAMeC”.

“L’opera in mostra al CAMeC, realizzata dal già celebre Basquiat, restituisce l’interpretazione e la lettura che l’artista ne ha prodotto, trascorsi circa quindici anni dal leggendario incontro – prosegue la nota -. L’ambiente che la ospita intende ricostruirne la mitografia: in uno spazio dedicato, in cui bande blu e rosse richiamano il recinto del ring, intorno al dipinto di Jean-Michel Basquiat si snoda la cronologia che ripercorre la vicenda coeva e successiva al popolarissimo incontro, entrato nell’immaginario e nella memoria collettivi, e i numerosissimi spunti e citazioni che generò nella musica, nella letteratura, nel cinema, nella produzione televisiva. Un video, concepito e realizzato da Sara Bonatti e Saul Carassale, ne compone una suggestiva sintesi per immagini”.
“L’opera Clay Liston – si legge – presenta un efficace compendio della cifra stilistica e dei temi ricorrenti del grande graffitista: una corona di spine che cinge il volto non solo del vincitore ma della questione razziale che qui diventa ‘regina’; la passione viscerale per la boxe metafora diretta della lotta quotidiana e animale per la sopravvivenza; l’esigenza fortissima di abbinare immagine e scrittura sulla quale interveniva violentemente come a sfogare una rabbia intima che non gli dava pace. Cancellature feroci che annientano il dove e il quando ma soprattutto il “versus” facendo assurgere la razza nera a icona sacrifica e divina”.

Grazie alla collaborazione con la storica associazione pugilistica spezzina Sport club Virtus 1906, la mostra accoglie alcuni oggetti che rappresentano la ‘nobile arte’: fra gli altri i guantoni appartenuti al campione italiano Bruno Visintin (1932 – 2015), la corda fedele compagna dell’allenamento del boxeur, una poderosa, vissuta e ormai dismessa corda da ring.

Le altre sale propongono una miscellanea di oltre 40 opere di altrettanti autori, come si è detto attinta dalla collezione Cozzani e contraddistinta dalla novità espositiva, trattandosi di lavori inediti, mai usciti dai depositi dopo la donazione e l’ingresso nelle raccolte permanenti del CAMeC. A vegliare sulla collezione Cozzani l’occhio attento ed esperto del maestro Francesco Vaccarone e del critico d’arte Valerio Cremolini, indicati proprio dalla famiglia quali membri del Consiglio Direttivo della collezione/donazione Cozzani. Entrambi hanno ricordato la figura di Cozzani: “Senza di lui non avremmo mai avuto il Camec, aveva una capacità unica: quella di saper scegliere le opere migliori. Lui acquistava le opere con il chiaro intento di donarle alla città, era un uomo particolare, unico”.

In particolare, le curatrici hanno fatto una sopresa a Valerio Cremolini: dedicando un’intera parete espositiva ad alcune opere grafiche che ha donato alla città. Nel corso della presentazione il sindaco della Spezia Pier Luigi Peracchini e assessore alla cultura ha dichiarato: “Durante questi mesi è stato fatto un enorme lavoro, possiamo dirlo, ripartiamo in grande. Ora tutti i cittadini con la riapertura dei musei potranno giovarne. La presenza di questa opera di Basquiat, grande artista dalla vita sofferta, è una grande metafora della vita che dobbiamo saper cogliere”.

L’excursus intende palesare l’ampiezza documentaria della raccolta e il gusto eclettico, onnivoro, enciclopedico e spesso pionieristico del suo artefice. Giorgio Cozzani affianca all’autorevole professione medica (fu primario dermatologo presso l’ospedale della Spezia) la passione per l’arte, dedicandosi in particolare alla produzione contemporanea internazionale. Raccoglitore inesausto e girovago, visita regolarmente la Biennale di Venezia, Documenta a Kassel, ma anche le più importanti gallerie di Londra e Parigi. Alla sua curiosità e al suo fiuto si deve il comporsi di una collezione singolare, caratterizzata dall’assenza di evidenti passioni e vincolanti predilezioni, ma piuttosto sostenuta da un’aperta e lungimirante curiosità, dall’esigenza di aggiornamento costante e di registrazione puntuale. Ne è sortita infine una congerie vastissima: oltre millecento opere, fra sculture, dipinti, grafica, fotografia ed esiti ‘altri’ delle arti visive del XX secolo.
La mostra intende appunto ritrovare e dar voce a questo distintivo nomadismo nella ricerca e nella scelta, partendo da una tela ottocentesca di Niccolò Cannicci, apprezzato fiancheggiatore dei Macchiaioli, documentando l’interesse per autori indigeni di vaglia (un inconsueto scorcio urbano di Giuseppe Caselli, un giovanile e interessante cimento Novecentesco di Vincenzo Frunzo, un paesaggio di Augusto Magli, un saggio del raffinato Informale di Giancarlo Calcagno, una tela appartenente al ciclo delle Forme di Francesco Vaccarone, un lavoro estroflesso di Mauro Fabiani), per artisti italiani esponenti dei più diversi ambiti di ricerca (fra gli altri Sergio Dangelo, Mimmo Germanà, Bruno Mancinotti, Plinio Mesciulam, Silvio Pasotti, Piero Pizzi Cannella, Salvo, Emilio Scanavino, Claudio Verna) e quello per autori stranieri, alcuni dei quali arcinoti oltralpe ma raramente presenti in raccolte pubbliche italiane, qui documentati grazie all’acume e alla curiosità del collezionista (fra gli altri Eduardo Alcoy i Lázaro, George Condo, Frank Dale, Martin Disler, Joel Fisher, Cristina Iglesias, Joe Jones, Jean Messagier, Juan Munoz, Stephen Rosenthal, Edward Ruscha, Olivier Strebelle, Hervé Télémaque, Franz West).
In consonanza con la mostra ospitata al piano 2, la Project room accoglie una selezione di Inediti dalle nuove donazioni, opere acquisite grazie alla generosa elargizione di artisti, loro eredi e collezionisti, esposte per la prima volta dall’ingresso al CAMeC.

Questo l’elenco completo degli autori presenti in Clay Liston. Basquiat e gli inediti della collezione Cozzani: Mario Abis, Eduardo Alcoy i Lázaro, Jean-Michel Basquiat, Pompeo Borra, Giancarlo Calcagno, Niccolò Cannicci, Carmelo Cappello, Giuseppe Caselli, George Condo, Frank Dale, Sergio Dangelo, Martin Disler, Enzo Esposito, Mauro Fabiani, Joel Fisher, Vincenzo Frunzo, Mimmo Germanà, Chin Hsiao, Cristina Iglesias, Joe Jones, Brahim Kodra, Marco Lodola, Augusto Magli, Bruno Mancinotti, Plinio Mesciulam, Jean Messagier, Juan Munoz, Salvatore Paladino, Silvio Pasotti, Piero Pizzi Cannella, Stephen Rosenthal, Mario Rossello, Edward Ruscha, Salvo, Emilio Scanavino, Giacomo Soffiantino, Jesús-Rafael Soto, Olivier Strebelle, Francesco Tabusso, Hervé Télémaque, Ampelio Tettamanti, Nino Tirinnanzi, Francesco Vaccarone, Claudio Verna, Franz West.

Questi gli autori esposti nella Project room: Fernando Andolcetti, Pier Giulio Bonifacio, Giovanni Campus, Cosimo Cimino, Paolo De Nevi, Mauro Fabiani, Diego Gadir, Ruggero Maggi, Mauro Manfredi, Sauro Rollandi, Pino Saturno, Turi Simeti, Francesco Siani, Alberto Sordi, Luigi Tola, Giuliano Tomaino.

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