LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Di amilcare mario grassi

A Dante esule, una poesia dedicata

Dante Alighieri

A Dante esule

Foésto, de pàze mezàn / dar mi paéso te sèn pasà / ond’anca mó a miàn / a fadìga de l’andàe / ndi òci de quéi k’è scapà./ Er gréo der lasàe / s’a mìo r mi sóe / dar Sagro venìe fóa / a guàza a sgrondàe / da piàna k’infióa.             

Esule, di pace mediatore / dal mio paese sei passato / dove ancora guardiamo / la fatica dell’andare / negli occhi di quelli che sono fuggiti. / Il peso del lasciare/ se guardo il mio sole / dal Sagro venire fuora / la brina sgrondare / dai poggi che infiora.

Amilcare Mario Grassi


Tu lascerai ogne cosa diletta
più caramente; e questo è quello strale
che l’arco de lo essilio pria saetta.
Tu proverai sì come sa di sale
lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.

Paradiso, canto XVII: a colloquio con l’avo Cacciaguida, Dante spreme fino in fondo il frutto amaro della condizione dell’esilio: il lasciare le persone e le cose amate, il richiedere il pane, il cercare ospitalità. E lo vediamo, nel 1306, anche nella nostra Lunigiana, a Mulazzo dove è vissuto, a Sarzana e a Castelnuovo dove fu ambasciatore di pace tra i Vescovi di Luni e i Malaspina che si contendevano il Castello della Brina.
Un uomo celebre e un celebre esilio. Ma l’esilio è anche quello dell’uomo comune che ha lasciato e lascia il paese per lavoro, per costrizione politica o necessità economica, persino per amore. E allora, ci ricorda Amilcare Grassi nel dialetto scabro e anch’esso “esule” di Castelnuovo, esule di una Liguria che si fa a poco a poco Toscana, il paese ci vede partire e vive in noi, nelle sue albe che spuntano dal Sagro, nella brina che sgronda dai poggi. E ogni paese ha il suo Sagro, ogni paese ha una brina tutta sua.

Roberto Centi

Più informazioni