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La chicca

Aperto il sentiero per Cacinagora, il mitico villaggio “greco”

Il Parco nazionale delle Cinque Terre ha recuperato il camminamento che da Riomaggiore conduce lassù e tale sentiero è stato inserito nelle rete escursionistica della Regione Liguria.

Anna Pasini accanto alla macina recuperata a Cacinagora

Storia e leggenda s’intrecciano sull’origine di Riomaggiore. Si tramanda che i progenitori fossero dei greci fuggiti al tempo della distruzione delle immagini sacre ordinata negli anni 726-730 dall’imperatore d’Oriente Leone III Isaurico. Approdati con tre imbarcazioni in una piccola insenatura e poi saliti sul monte, essi diedero origine ad un nucleo agro-pastorale che chiamarono Cacinagora. Da lì, successivamente, sarebbero scesi assieme ad abitanti di altri villaggi fondando Riomaggiore.

Prova della presenza greca sarebbe un architrave casualmente dissotterrato nel 1760 dov’erano scolpiti un ragazzo vestito alla greca ed una scritta, in quella lingua, così traducibile: “Passeggeri inchinate la Madre di Dio Maria”. Secondo un sacerdote di Riomaggiore che visionò il reperto, l’insigne teologo Lorenzo De Battè, l’architrave ornava forse l’ingresso di un oratorio dedicato alla Madonna, la cui immagine i profughi salvarono dalla furia iconoclasta portandosela appresso. La venerarono in una cappelletta, poi la protessero da un altro pericolo, sotterrandola al tempo dell’invasione dei Longobardi di Rotari nel 641. Passato il devastante ciclone, la recuperarono, onorandola in una chiesetta che poi divenne il Santuario di N.S. di Montenero.

In abbandono a partire dal Novecento e con i coltivi diventati bosco, Cacinagora era fuori dal mondo. Ora il Parco nazionale delle Cinque Terre ha recuperato il sentiero che da Riomaggiore conduce lassù e tale sentiero, marcato dal CAI con i n. 533 e 533V, è stato inserito nelle rete escursionistica della Regione Liguria.
Si parte da Riomaggiore. Lasciata la contrada Lavaccio, giunti sulla “Via Grande” ai piedi della collinetta di Bargòn, si segue a sinistra il sent.533 che sale alla Litoranea delle Cinque Terre, la attraversa e quindi percorre la valle del Rio Maior. Siamo in località Tramolino. Una bella mulattiera in selciato prende a salire. Suggestivo un ponticello in pietra ad arcata unica sul rio che scorre su un letto roccioso. In seguito il viottolo si restringe entrando in una“valle degli orti” che il Parco fa portò a nuova vita sperimentando anche coltivazioni in serra.

Qui si lascia il 533 per imboccare, sulla destra, una serie di ripidi tornanti fra terrazzamenti un tempo vignati che si estendono sino al sito dove sorgono le casette di Cacinagora.. “Una macina d’arenaria rovesciata su un poggio – spiega Anna Pasini, dell’Associazione Riomaggioresi nel Mondo: ci fa pensare ad un villaggio autonomo, che produceva cereali, latte, formaggio, olio e vino. Ma soprattutto beneficiava di acqua potabile, trovandosi a breve distanza da alcune sorgenti del Rio Maior”.

Lu.Bo.

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