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Giornata spezzina

Orlando al Favaro: “Torniamo a investire nella sanità pubblica, Alisa da superare”

Il candidato presidente della Regione Liguria: "Noi quelli del 'no'? Ricordo che la destra non voleva il Parco delle Cinque Terre".

Andrea Orlando alla sala Avis del Favaro

Giornata spezzina per Andrea Orlando, candidato della coalizione di centrosinistra alla presidente della Regione Liguria nelle elezioni di ottobre 2024. Mattinata con incontro presso la sala Avis del Favaro con simpatizzanti cittadini, invitati a partecipare alla stesura finale del programma. “Siamo reduci da 24 incontri tematici, ma non vogliamo un programma costruito solo negli incontri di quattro o cinque leader delle forze politiche di coalizione, ma che sia frutto del confronto con le persone – ha detto Orlando -. Chiaramente l’arresto dell’ex presidente della Regione e le sue dimissioni hanno imposto tempi accelerati alla campagna elettorale. Se avessimo avuto più tempo avrei voluto fare più appuntamenti come questo. Ma lanciamo il segnale che vogliamo interpretare la politica in maniera diametralmente opposta rispetto a chi decideva sulla testa di tutti al riparto dai riflettori, dalle sedi pubbliche e perfino dalle istituzioni in cui si sarebbero dovuto confrontare. Della vicenda giudiziaria interessa anche l’aspetto politico, che parla di un modo privatistico di governare beni e risorse pubbliche”.

Sull’esperienza totiana. “Abbiamo pensato che il centrodestra non programmasse i grandi temi per incompetenza. Invece era una scelta politica, quella di governare il territorio in maniera arbitraria: do questa possibilità di intervento, di realizzare un supermercato o un rigassificatore, se me lo chiede Giorgia Meloni per esempio, senza la possibilità di confrontarmi con i cittadini. Un metodo da medioevo. Noi vogliamo ripristinare gli strumenti che garantiscono la democrazia, che significa discutere e decidere ma anche dar conto del perché si decide in una direzione piuttosto di un’altra. Avendo ascoltato non solo quelli che mi finanziano in campagna elettorale, ma tutti i soggetti che sono legittimati a poter essere rappresentati e anche a chi ha più difficoltà a fare sentire la propria voce”.

Territorio. “La cura non è solo la salute, che rimane un tema fondamentale, ma anche la condizione del territorio. Il nostro è molto fragile. Si parla molto di infrastrutture, ma poco di come vengano danneggiate ogni anno dagli eventi climatici eccezionali lasciando intere aree isolate. Gli strumenti di prevenzione sono scarsissimi, i fondi che servono per riparare sono altissime. Ho girato 115 comuni in Liguria in questi anni e ho incontrato molti sindaci. Alcuni stavano portando avanti opere di calamità che risalivano a dieci anni prima e nel frattempo si trovavano ad affrontarne di nuove. Abbiamo bisogno di una struttura di pronto intervento che superi la logica della gare e delle somme urgenze e che si metta a disposizione dei comuni per poter intervenire così come si interviene quando c’è un asfalto da rifare o una tubatura che esplode”.

Biodiversità. “Cura del territorio significa anche preservare la biodiversità. La destra in Liguria ha scientificamente cercato di destrutturare e ridurre le aree protette. Noi vogliamo andare nella direzione opposta. Lo abbiamo visto anche nel territorio spezzino. Quando facevo l’assessore alla Spezia abbiamo assistito a una destra, che peraltro era forse meno peggio dell’attuale, che cavalcava i cacciatori, i cercatori di funghi, quelli con la cantina a Tramonti preoccupati dell’avvento del Parco nazionale delle Cinque Terre. Pensate se avessimo seguito la ricetta che loro proponevano e non avessimo istituito il Parco. Ci siamo messi lì e abbiamo spiegato alla gente che bisognava lavorare per trovare un equilibrio tra le attività dell’uomo e la tutela della natura”.

Infrastrutture. “Secondo la destra noi dovevamo essere la coalizione dei ‘no’, ma in questi giorni stiamo spiegando cosa vogliamo fare e cosa non vogliamo fare. Un rigassificatore a Savona, spostato da Piombino semplicemente perché il sindaco di là è di Fratelli d’Italia, per esempio noi non lo vogliamo. Mentre affinavamo la nostra proposta, dall’altra parte è emerso che non sono d’accordo neanche tra di loro. Noi non siamo la coalizione del ‘no’ ma loro sono certamente la coalizione del ‘boh!”.

Alisa. “Pensate ad Alisa, la struttura che rappresenta la grande rivoluzione della sanità totiana. L’onorevole Rosso, capo dei parlamentari di Fratelli d’Italia, ha detto che per lui è andato tutto bene tranne la sanità e che non manterrebbe Alisa. Contando che la sanità rappresenta l’80% del bilancio della Regione, allora l’80% è andato male e il 20% è andato bene secondo Rosso. Io aumenterei la percentuale, ma noto che su questo si sono già divisi. L’assessore Gratarola, che sarà ricandidato con Bucci visto che sono contenti della sanità, ha detto che invece andrà rivisto qualcosa ma Alisa andrà tenuta.

Noi siamo per il superamento di questo carrozzone che non è servito assolutamente a niente, ha drenato un sacco di soldi, ha peggiorato le liste d’attesa e il funzionamento delle strutture. Siamo per una sanità pubblica e gratuita. Nel corso di questi anni si è lavorato per la sua privatizzazione in modo strisciante. La destra ama molto il sistema americano. A noi piacciono tante cose degli Stati Uniti, ma non il fatto di dover tirare fuori la carta di credito quando si va al pronto soccorso”.

Sanità. “Il 5-6% dei liguri ha smesso di curarsi e questo è un fallimento inaccettabile. La destra lascerà un buco di oltre 200 milioni di euro con il rischio di un intervento del ministero della Sanità per gestire la spesa. Non sarà semplice. La prima mossa sarà lavorare per tornare a investire sulla struttura pubblica perché in questi anni si è posto l’accento su quelle pubbliche. Oggi abbiamo laboratori privati che lavorano 14 ore al giorno e laboratori pubblici che ne lavorano 6 al giorno. Per utilizzare quelle macchine bisogna investire sugli organici, fare in modo che i bandi di reclutamento non vadano deserti e che i fondi destinati alle cooperative privati siano utilizzati per fare tornare quel personale definito ‘angeli del Covid’ durante la pandemia e poi lasciato a casa”.

Ospedale Felettino. “La sanità in questi anni è peggiorata: tempi di attesa e infrastrutture non avendo fatto grandi in investimenti. Alla Spezia c’è la grande delusione della mancata realizzazione dell’ospedale del Felettino, rispetto al quale mi viene facile dire una cosa: se dovessi essere presidente non potrei non farlo per una questione di carattere territoriale e reputazionale, diciamo così”.

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