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"progetto sarà sottoposto a valutazione incidenza"

Vallestrieri, presidente Parco: “Oltre 7 ettari in Zsc, dove è vietata trasformazione bosco. E l’area non è degradata”

Landini: "Nelle Zone speciali di conservazione l'ente ha l'obbligo direttive e regolamenti comunitari".

Generico settembre 2024
Nel ritaglio, la presidente Eleonora Landini. Sullo sfondo, l'area di Vallestrieri

“Mi pare doveroso portare alcune osservazioni in merito alla proposta progettuale di Vallestrieri che tanto sta facendo discutere; è stato detto che è necessario essere aderenti ai fatti e proprio per questo i fatti non possono essere rappresentati solo a metà”. Si apre così un intervento diffuso in quese ore da Eleonora Landini, presidente del Parco di Montemarcello, Magra e Vara. “Quando si descrive la cartografia del Piano di Parco che classifica l’area di Vallestrieri come area di sviluppo delle attrezzature ricettive è necessario, perché è altrettanto vero – prosegue la presidente -, comunicare che degli 11,8 ettari circa interessati dal progetto 7,4 si trovano all’interno della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) nella quale, secondo la Direttiva Habitat, ricadono aree di notevole pregio naturalistico definite sulla base dei dati ambientali oggi disponibili (presenza di habitat e specie di interesse comunitario). Era già stato detto che il progetto è attualmente compatibile con il Piano di Parco, non è una novità, ma è altrettanto necessario e corretto informare che il Piano è datato anno 2001, quando la Zona Speciale di Conservazione (ex SIC) non esisteva (provvedimento di istituzione del 2006). Il Parco gestisce l’area protetta ma è anche ente gestore della ZSC dall’anno 2009 e per questo ha l’obbligo di applicare in queste aree direttive e regolamenti comunitari, che fra l’altro rappresentano norme sovraordinate allo stesso Piano del Parco”.
Prosegue Landini: “Il Piano di Parco ha bisogno di una revisione, che attualmente è in corso di definizione, dalla quale scaturirà il nuovo Piano di Parco Integrato che ha anche lo scopo di eliminare le situazioni come quella che si sta verificando a Vallestrieri dove la classificazione dell’area nel Piano non corrisponde ai valori ambientali presenti nella ZSC; anche in considerazione del fatto che le norme comunitarie sono prevalenti e che la tutela ambientale rappresenta una funzione propria dei Parchi. Indipendentemente dall’aggiornamento del Piano del Parco il progetto Vallestrieri, in riferimento alla ZSC, verrà sottoposto a valutazione di incidenza e ricordiamo che le misure di conservazione approvate per le ZSC vietano la trasformazione del bosco”.
Conclude la presidente dell’ente: “In riferimento alle aree cosiddette ‘degradate’, e l’area di Vallestrieri certamente non rientra tra queste, è sicuramente inopportuno lasciare intendere che il degrado si risolva edificando. Il ripristino delle aree naturali in cattivo stato di conservazione rappresenta l’obiettivo del nuovo regolamento europeo sul ripristino della natura, divenuto efficace dal 19 agosto scorso, e certamente l’edificazione non è contemplata come soluzione. Anzi entro il 2030 tutti gli Stati membri dovranno contribuire all’impegno di piantare almeno tre miliardi di nuovi alberi nel territorio dell’Unione”.

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