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"ricordiamo le mille firme raccolte"

‘Progetto pontili’, Legambiente, Comitato e Marittima: “Criticità evidenziate anche da Commissione ministeriale”

L'associazione ambientalista: "Usati dati vecchi e inaffidabili". Il gruppo guidato da E. Darosi: "Ulteriori costi progettuali a carico della collettività". La Mutuo soccorso: "Amministrazione abbandoni questo intervento".

Parte del Golfo di Lerici

Il progetto di riqualificazione della rada di Lerici, che prevede la realizzazzione di pontili galleggianti e il trasferimento agli stessi di circa 450 barche dai gavitelli, è al centro di alcuni interventi diffusi in queste ore, uno da Legambiente Lerici, uno dal Comitato per la tutela della rada di Lerici, uno dalla Società marittima di mutuo soccorso lericina. “Il progetto dopo un lungo e annoso percorso a zig-zag il 24 agosto 2023 è stato presentato in forma ‘definitiva’ al ministero dell’Ambiente e delle Sicurezza energetica per la verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale – scrivono dal circolo lericino di Legambiente, guidato dal presidente Giovanni Cortelezzi -. In pochi avranno letto il progetto nell’ultima sua stesura, ancora meno le osservazioni fatte e, dal tono degli articoli comparsi in queste ultime settimane sui quotidiani, nessuno della giunta comunale ha letto il parere della Commissione ministeriale, parere 902 del 24 novembre 2023, da pagina 21 a pagina 25. La Commissione, oltre ad accertare che il progetto va sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale, ritiene che, si legge, <gli elaborati progettuali presentati, pur fornendo una buona descrizione generale delle opere che il Proponente intende realizzare, manchino dell’analisi e descrizione di alcuni aspetti fondamentali per la valutazione dei potenziali effetti ambientali, fra cui la cantierizzazione e le ragionevoli alternative>”.

Legambiente, “interpretando e riassumendo il parere della Commissione”, ritiene che: “Non sono state esaminate soluzioni progettuali alternative (per chi ne avesse voglia a questo link le osservazioni del nostro circolo di Legambiente https://va.mite.gov.it/File/Documento/914647 ). Manca la verifica preventiva dell’impatto sul patrimonio archeologico (parere del Ministero della Cultura https://va.mite.gov.it/File/Documento/908933). Manca uno studio di impatto sui beni culturali e sul paesaggio. Non sono stati verificati gli effetti cumulativi relativi ad altri progetti previsti in quell’area (riqualificazione del Lungomare). Mancano completamente considerazioni sulla cantierizzazione. Non viene tutelata la presenza di habitat e di specie protette. Non sono evidenziati gli impatti sulla qualità dell’acqua, dell’aria, del rumore. Non viene evidenziato l’impatto sulla viabilità. Manca la caratterizzazione del territorio, della popolazione, della salute umana, del biota marino e l’analisi dei possibili effetti del progetto su dette componenti. E’ stata omessa (nel progetto) la foce del Carbognano. Non è chiaro dove verranno messi i servizi igienici. Non è stato approfondito lo studio di ricadute negative sul paesaggio. Manca un piano di monitoraggio dell’impatto sulle componenti ambientali, sulla circolazione dell’acqua, sulla possibile facilitazione di ingresso di specie aliene”.

Lerici

Concludono da Legambiente: “Come viene sottolineato dalla commissione negli aspetti idraulico-marittimi – affermano dal Circolo ambientalista – <l’evento estremo del 2018 evidenzia l’inattendibilità delle modellazioni eseguite su dati temporali limitati al citato ventennio (1989-2009, ndr), non attuali anche alla luce dell’evidente incremento in intensità e frequenza di eventi estremi, come pure confermato dalle recentissime mareggiate verificatesi fra fine ottobre primi di novembre del 2023. A fronte della portata del progetto che comporterà un diverso assetto della rada di Lerici, la Commissione rileva, pertanto, la necessità di verifica della fattibilità del progetto previo un maggior approfondimento degli aspetti idraulico-marittimi, aggiornando la relazione specialistica con le modellazioni dell’agitazione interna alla rada in conseguenza degli eventi meteomarini di ottobre-novembre 2023>. Incredibile: per il modello di calcolo alla base del progetto sono stati utilizzati dati vecchi e inaffidabili”.

Anche l’intervento del Comitato presieduto da Elena Darosi ruota attorno al documento prodotto dalla Commissione ministeriale. “Lo scorso 13 novembre il Comitato, dopo aver raccolto insieme alla Società marittima di mutuo soccorso e al Circolo lericino di Legambiente mille firme di cittadini contrari al progetto – si legge nella nota del gruppo -, ha inviato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica le proprie osservazioni, nelle quali veniva messo in evidenza il pericolo di un tale progetto per una rada aperta ed esposta come quella lericina, per problematiche di tipo meteomarino e di sicurezza, evidenziate dalle forti mareggiate dell’ottobre 2018 e del novembre 2023; di ecosistema marino, dato sia da una diminuzione della circolazione delle correnti, dovuta alla presenza di corpi morti, sia dalla riduzione della radiazione solare sullo specchio acqueo, dovuta alla schermatura dei pontili, oltre a una maggior presenza di natanti ‘abitabili’ con conseguente incremento degli scarichi puntuali; paesaggistico, perchè si andrebbe ad agire sotto a un borgo e a un castello medievali; inerenti disagi per la popolazione e per il turismo: per almeno un anno e mezzo la passeggiata, le calate e la rada lericina sarebbero un enorme cantiere, senza contare le barche attualmente in mare che andrebbero spostate”. Il Comitato menziona anche la Soprintendenza, che “si preoccupa che possa essere <modificata l’immagine consolidata della rada lericina, ponendo attenzione agli effetti della trasformazione sulle pubbliche visuali>”, si legge nella nota del gruppo, che così poi conclude: “Invitiamo i cittadini a leggere il parere della Commissione per rendersi conto dell’enormità del progetto proposto dalla nostra amministrazione, che dovrà essere nuovamente rivisto e modificato, in base alla indicazioni fornite dal ministero stesso, con un ulteriore aggravio di costi progettuali a carico dell’intera collettività”.

Lerici

Quindi l’intervento della Società marittima di mutuo soccorso di Lerici, che ribadisce la sua contrarietà nei confronti dei pontili, “che cambierebbero in maniera definitiva e in peggio la rada di Lerici”, scrivono. “Sono più di vent’anni che portiamo argomenti sui vari progetti relativi ai cosiddetti pontili galleggianti – osservano dalla Marittima, presieduta da Bernardo Ratti, anche consigliere comunale di opposizione -, argomenti supportati da documentazione tecnica e da valutazioni precise e ponderate. Ovviamente a livello culturale, storico, sociale, paesaggistico, ma principalmente evidenziando le enormi problematiche tecniche e di condizioni meteo marine di una rada aperta, esposta ai venti e alle mareggiate provenienti dai quadranti meridionali, con un’apertura della stessa tra i 430 e i 460 metri. Le nostre evidenze sono state ampiamente confermate anche dalle mareggiate che si susseguono ormai annualmente, sempre più forti e dirompenti, essendo Lerici esposta a Libeccio e Ostro, con onde che possono arrivare ad altezze importanti. I progettisti indicano come condizioni di sicurezza per i pontili un’altezza onda Hs (onda significativa) di 30 centimetri e di condizione limite di 50 centimetri, impossibili per una rada come la nostra, anomalia evidenziata in maniera decisa anche dal ministero. Tale opera inoltre non sarebbe assolutamente necessaria per lo ‘sviluppo del paese’, anzi è invisa dalla gran parte dei cittadini. Si ricordano a tal proposito le oltre 1.000 firme raccolte in poche mattinate durante l’emergenza Covid”.

Aggiungono dalla Marittima: “A fronte di queste preoccupazioni abbiamo inviato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica le osservazioni al progetto, supportate da nutrita documentazione, con descritti in maniera particolareggiata i vari impatti: paesaggistici, sociali e culturali, ambientali e di qualità del mare, tecnici e inerenti le condizioni meteo marine, i disagi per la popolazione, i rischi per il turismo. Osservazioni inviate assieme a Comitato per la tutela della rada di Lerici e Legambiente e a privati cittadini. I nostri argomenti hanno fatto sì che la stessa Commissione del ministero chiedesse la Valutazione d’impatto ambientale sottolineando, evidenziandole, le tante incongruenze e criticità, tanto che ad oggi è tutto fermo a dicembre scorso”. Concludono dalla Mutuo soccorso: “Auspichiamo che l’amministrazione comunale abbandoni tale progetto, irreversibile e deleterio, certi che abbia il bene del territorio come priorità. Lerici è un tipico borgo ligure, caratteristico, e come tale deve rimanere, proprio per il suo futuro e la sua storia marinara e commerciale. La Società è a disposizione dell’amministrazione per un confronto costruttivo, anche con i progettisti”.

A questo link sul sito del Mase, la documentazione (progetto, osservazioni, pareri ecc.) inerente la procedura di assoggattabilità alla Via.

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