Giovanni Toti si è dimesso da presidente di Regione Liguria. A consegnare la lettera di dimissioni irrevocabili all’ufficio protocollo dell’Ente è stato questa mattina alle 10.40 l’assessore Giacomo Raul Giampedrone su delega dello stesso Toti. Nelle ultime giornate si era capito che era solo una questione di ore tanto che l’atto decisivo era atteso a ore. Impossibile non notare che l’incontro con il leader della Lega, Matteo Salvini, fissato inizialmente a venerdì (alla luce del secondo arresto) e poi saltato non sia stato riprogrammato, e che neppure il fedelissimo Marco Scajola, che avrebbe dovuto arrivare ad Ameglia dopo Salvini, non sia stato ricevuto nella villa in cui Toti è ai domiciliari dal quasi tre mesi. Allo stesso modo nessuno degli altri incontri per cui Savi aveva fatto richiesta, da Ilaria Cavo a Maurizio Lupi, e che erano stati autorizzati era stato fissato.
L’indizio finale era arrivato col consiglio regionale di ieri nel quale la sua lista ha cambiato nome da “Cambiamo con Toti presidente” a “Lista Toti Liguria”. Un epilogo che arriva dopo ottanta giorni agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta della Procura di Genova culminata negli arresti dei primi di maggio. Una decisione che giunge mentre la Procura è impegnata ad ascoltare gli ultimi testimoni dell’inchiesta che è alle battute conclusive e dovrà scegliere cosa fare per Toti (che, dimesso, potrebbe chiedere subito la revoca degli arresti domiciliari), l’imprenditore Aldo Spinelli e l’ex presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini. Una decisione che non potrà arrivare prima di martedì visto che lunedì scadono i termini per il governatore per presentare un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame per la seconda custodia cautelare. Nella missiva, diffusa dall’avvocato Stefano Savi, Toti definisce irrevocabili le sue dimissioni, ringraziando il presidente ad interim Piana, la giunta e la maggioranza tutta, chiarendo di essersi preso tutta la responsabilità di richiamare i liguri alle urne nei prossimi tre mesi. Non manca un passaggio sul comportamento dell’opposizione e il rammarico di non essersi potuto confrontare con sindaci e amministratori del territorio, i collaboratori, le forze politiche che hanno sostenuto l’esperienza di governo. E invita i cittadini a “tornare a esprimersi” per “dare autorevolezza” alle scelte.
Nel frattempo Regione Liguria indica il percorso che sarà seguito in vista delle elezioni. Perché in base all’art. 126 della Costituzione le dimissioni del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti comportano automaticamente le dimissioni della giunta regionale e lo scioglimento anticipato del consiglio. Da quel momento il consiglio, la giunta regionale e il presidente facente funzioni entrano in regime di prorogatio fino all’insediamento del nuovo consiglio regionale e della nuova giunta, per assicurare la continuità amministrativa dell’Ente e poter compiere quelle attività di ordinaria amministrazione o atti indifferibili e urgenti che si rendessero necessari nel periodo transitorio. Dal punto di vista istituzionale le elezioni verranno invece convocate dal presidente facente funzioni Alessandro Piana d’intesa con la presidente della Corte d’Appello di Genova e si svolgeranno entro il termine di 90 giorni dalla data delle dimissioni. “La Giunta ringrazia sentitamente Giovanni per l’importante lavoro svolto in questi anni – dichiara Piana – e si augura che possa ritrovare quanto prima la giusta libertà personale e familiare. Ora proseguiamo in questo periodo verso le elezioni con tutta quella serie di impegni necessari per la Liguria nell’ambito dell’ordinaria amministrazione”.