La darsena più interna dell’arsenale marittimo della Spezia sarà dragata in corrispondenza delle barcaporta che permettono alle navi di accedere ai sei bacini di carenaggio. I detriti accumulati in corrispondenza dei passaggi rischiano infatti di danneggiare i galleggianti che permettono la chiusura ermetica dei manufatti in pietra in cui viene svolta la fondamentale manutenzione alle unità della Marina Militare mettendo “a repentaglio la sicurezza di mezzi e uomini deputati alla loro manovra e comportando notevoli ritardi sulle attività di ingresso e uscita delle unità navali”.
Ci sono circa tremila metri cubi di materiale da redistribuire nella parte centrale della seconda darsena Duca degli Abruzzi, dove il fondale è alla rassicurante quota di 9-9,5 metri di profondità. Vicino alle barcaporta, che vengono aperte e chiuse prima e dopo le operazioni di svuotamento e riempimento dei bacini, si riduce a 8-8,5 metri che di recente hanno generato difficoltà nelle operazioni di movimentazione. Due strisce da 250 metri, di fronte ai bacini piccoli, e 180 metri, di fronte a quelli grandi, saranno dunque abbassate a colpi di benna.
Come per i lavori al molo crociere di San Cipriano, anche in questo caso sarà utilizzato un bubble screen per evitare la dispersione dei sedimenti eventualmente sollevati durante il prelievo di fanghi dal fondale. La zona per installare la barriera di bolle d’aria, generata da una serie di compressori ad alta pressione, è quella del ponte girevole.
Operazione preliminare saranno infine una serie di rilievi magnetometrici nell’area della seconda darsena per rilevare la presenza di materiale di varia natura nelle aree antistanti le porte bacino da prelevare e smaltire separatamente. Non è infatti infrequente il ritrovamento di residuati del secondo conflitto mondiale nell’area dell’arsenale, anche a distanza di ottant’anni.