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Il tema affrontato in consiglio regionale

Pesca con palamito, FI e Lega contro decreto ministeriale. Piana porta il tema in Commissione Politiche agricole

Il mare dalla Passeggiata Morin
Il mare dalla Passeggiata Morin

Un recente decreto del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, relativo alla pesca sportiva e ricreativa con il palangaro, oggetto di due interrogazioni presentate oggi dai banchi della maggioranza in Consiglio regionale; entrambe sono critiche contro il provvedimento del Masaf, guidato dal ministro Francesco Lollobrigida, provvedimento che ha ridotto da 200 a 50 il numero di ami utilizzabili per la pesca con il palamito, introducendo anche il divieto di usare verricelli elettrici per salparli. Un’interrogazione è arrivata da Forza Italia, presentata dal capogruppo Claudio Muzio e dal vice-capogruppo Angelo Vaccarezza; l’altra da Stefano Mai, capogruppo della Lega in Regione Liguria.

“Ringrazio l’assessore alla Pesca, Alessandro Piana, che, come richiesto dall’interrogazione presentata da me e dal collega Vaccarezza, si è assunto l’impegno di portare la questione in Conferenza Stato-Regioni – dichiara il capogruppo azzurro Muzio -. La protesta contro il decreto del Masaf si sta allargando a molti territori e personalmente sono stato contattato da pescatori dilettanti ed associazioni di pesca ricreativa della Toscana, del Lazio e della Calabria: con loro stiamo valutando di assumere iniziative comuni in difesa della pesca col palamito. Il decreto ministeriale è stato un atto improvviso e improvvido, assunto senza alcun confronto, che va a colpire in maniera indiscriminata le migliaia e migliaia di persone che praticano la pesca con il palamito rispettando le regole in maniera rigorosa. La strada maestra sarebbe stata quella del rafforzamento dei controlli, invece si è preferito mortificare chiunque pratichi questo tipo di pesca con misure che, di fatto, la inibiscono e che causeranno l’abbandono di questa pratica da parte di tanti appassionati. Invece che punire chi non rispetta le regole, si è scelto di punire chiunque cali i palamiti. Per questo io e il collega Vaccarezza chiediamo a gran voce che questo decreto venga rivisto. Scaricare sui pescatori dilettanti la colpa dell’impoverimento della risorsa ittica è un’assurdità inaccettabile. Quella con il palamito è una tradizione antica di secoli, una pesca selettiva, che vogliamo continuare a difendere, come qui in Consiglio regionale facciamo ormai dal 2016. Ci muoveremo anche per approfondire e verificare la presenza, nel decreto del Masaf, di eventuali profili di illegittimità. E’ una battaglia che porteremo avanti a livello regionale e nazionale. Per difendere la nostra storia, una passione sana e le emozioni che il rituale della pesca con il palamito regala”.

“La pesca sportiva e ricreativa con il palangaro, detto comunemente palamito, è un’antica tradizione che oggi viene messa in pericolo dal decreto legge a firma del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, che taglia drasticamente il numero degli ami ammessi portandoli da 200 a 50 – le parole del capogruppo leghista Mai -. È giusto pensare ad aiutare il comparto della pesca professionale, colpita già da pesantissime restrizioni europee, ma per farlo occorre intensificare la lotta all’abusivismo cominciando dalla vendita e dall’acquisto illegale di pesce che non proviene dai nostri pescatori professionali. Le nuove limitazioni vorrebbero combattere illegalità e abusivismo, ma in realtà non sortirebbero effetto alcuno sul contrasto della pesca illegale, ma al contrario danneggerebbero un’importante risorsa dal punto di vista turistico con danni economici e sociali e cancellerebbero di fatto un’antica tradizione, utilizzata da sempre sulle coste liguri e di tutta Italia, e che non ha mai portato alcun impatto negativo sulla risorsa ittica. La Lega non ci sta e vuole tutelare le nostre tradizioni e centinaia di appassionati che praticano questo tipo di pesca nel pieno rispetto delle regole e dell’ambiente. Per questo, con una mia interrogazione in Consiglio regionale, ho chiesto alla Regione di sostenermi nella richiesta al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste di rivedere la sua decisione e avviare un tavolo di concertazione con tutti gli stakeholder del settore per raggiungere una soluzione condivisa e meno penalizzante per la pesca sportiva. L’Assessore Alessandro Piana ha prospettato la possibilità di portare la questione in discussione in Commissione Politiche Agricole”.

Quindi le parole dell’assessore regionale Alessandro Piana. “Ringrazio tutti i consiglieri firmatari delle interrogazioni presentate oggi in Consiglio che mi permettono di fare chiarezza sull’ultimo decreto del Masaf (ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste) del 30 gennaio 2024 sulle misure tecniche della pesca sportiva e ricreativa con il palangaro – afferma l’assessore e vice presidente della giunta regionale -. Trattandosi di una competenza esclusiva dello Stato che non prevede l’acquisizione di pareri o l’intesa nella Conferenza Stato Regioni va da sé che la Regione non abbia la potestà giuridica su questa materia. Occorre però sottolineare come si siano originate anche erronee valutazioni sul decreto stesso: la pesca con palangaro a fini sportivi e ricreativi non è vietata, ma limitata. Tuttavia questa limitazione incide negativamente sulla pesca dilettantistica che in Liguria è molto nutrita e penalizzarla porterebbe improvvide ricadute sul ciclo economico collegato. Oltretutto nei nostri porti abbiamo imbarcazioni iscritte che provengono in larga parte da Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, con gli indotti che ne conseguono. L’ultima cosa che vogliamo creare poi è l’inasprimento del rapporto tra pescasportivi e professionisti, che negli ultimi anni sono stati sempre più penalizzati per giornate e quantitativo di pesca o dimensioni delle reti. Tra l’altro vorrei ricordare che questa pesca ricreativa è una pesca che si basa su una o due catture, molto limitata come pressione nell’ambito marino. Per tutelare la tradizione chiederò quindi di inserire il punto all’ordine del giorno della Commissione Politiche Agricole, in modo da sensibilizzare i colleghi e proporre una interlocuzione specifica col ministero”.

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