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Adulti e minorenni inconsapevoli

Challenge troppo pericolose e immagini intime diventano stickers. Quando un dispositivo muta in “arma del delitto”

Questa mattina a Lerici la tappa del truck della Polizia di Stato per la campagna "Una vita da social"

Una vita da social a Lerici

I reati online non hanno territorialità. L’emulazione di una Challenge pericolosa, un’immagine che ritrae una persona non ancora maggiorenne in situazioni di intimità senza il consenso possono raggiungere qualunque dispositivo: che sia alla Spezia oppure in un’altra zona del mondo. Una linea sottilissima che per chi è online da tutta la vita e spesso rischia di non riconoscere un potenziale reato, trasformando di fatto un dispositivo per tenersi in contatto “un’arma del delitto”.  Accade alla Spezia, confermato dalle forze dell’ordine, per le quali ci sono molte situazioni oggetto di indagine. Accade ovunque e le vittime sono spessissimo persone minorenni. La consapevolezza tra di loro non è ancora del tutto matura, ma anche il mondo degli adulti fa fatica a comprendere i rischi reali di un’immagine di troppo. Per aiutare entrambe le parti in questo percorso la Polizia di Stato è arrivata a Lerici, in una giornata da incorniciare, con la specialità della Polizia postale e cibernetica, con il truck della campagna “Una vita da social”.

La mattinata è stata scandita da una serie di incontri e confronti che hanno permesso anche di scoprire quale sia l’attività del poliziotto, quando non è sulla strada, ma a vegliare su altri reati, quelli che passano dalla rete, ad esempio.

Challenge pericolose, stickers di atti sessuali tra minori che corrono nelle chat e direct compromettenti sono le condizioni più tristemente conosciute in cui i più giovani sono incappati spesso e volentieri. A entrare nel dettaglio è Roberto Surlinelli direttore tecnico superiore della Polizia di Stato.

“C’è una diffusione di Challenge che portano i giovanissimi a una diffusione altissima di emulazione di situazioni molto rischiose – ha detto -. C’è anche una larga diffusione di immagini e stickers delle quali si sottovaluta la pericolosità di queste immagini. Si pensano come figurine ma sono tutt’altro perché rappresenta una persona che con quello stickers può essere derisa, ma potrebbe essere anche di natura pedopornografica. La diffusione di immagini e video sessualmente espliciti con minori di 18 anni è un reato. Queste circostanze vengono spesso sottovalutate, quasi come se non fossero reali. C’è ancora un grande scollamento tra il mondo digitale e quello fisico. Abbiamo gli adulti che accompagnano i bambini al parco giochi ma non durante la loro permanenza su internet, quasi fosse meno pericoloso. E’ molto più pericoloso internet. Assistiamo anche a un po’ di inadeguatezza degli adulti che spesso non si avvicinano al mondo digitale, però mancano tutte quelle dinamiche che aiuterebbero i più giovani ad un utilizzo consapevole”.

A margine dell’evento la prefetta Maria Luisa Inversini ha sottolineato quanto uno scambio come con “Vita da social” possa aiutare ad accrescere la consapevolezza. “Sappiamo tutti che uno strumento come il cellulare ha grandissime potenzialità – ha detto Inversini – però occorre sapere che questo dispositivo può essere un divertimento ma può diventare un pericolo e una fonte di sofferenza. Voglio ringraziare la Polizia di Stato per questo momento formativo riesce a trasmettere quelli che sono i rischi senza inibire o scoraggiarne l’uso. Ai genitori dico di affiancare le forze dell’ordine in questi percorsi e li invito a verificare, soprattutto per i ragazzi più piccoli, l’ultilizzo del cellulare e i siti ai quali accedono”.

La città che ha ospitato l’evento è Lerici e il sindaco Paoletti ha sottolineato l’importanza della giornata e come l’avvento di internet possa cambiare la vita di una città. “In questi anni il territorio è profondamente cambiata dal punto di vista delle presenze – ha spiegato il primo cittadino -, in piazza e per le strade, in meglio. Le presenze sono sempre più numerose è c’è un mondo che fa riferimento ai social che però diventa anche di utilità per il territorio stesso: ci sono tante immagini di Lerici che girano per il mondo. Avremo nei prossimi giorni l’Università Bocconi che farà qui il suo evento conclusivo: uno dei corsi più importanti al mondo e ha scelto noi per farlo. Il 70 per cento dei partecipanti è straniero e divulgheranno di conseguenza numerose immagini di Lerici”.

“L’aspetto negativo è difficile vederlo in strada, ma nelle stanze dei nostri ragazzi – ha concluso Paoletti -. Qui l’impatto è minore perché ci sono molti anziani. Il nostro territorio per il momento dimostra di voler stare maggiormente con i piedi nella realtà”.

 

 

 

 

 

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