In una decina di giorni il fronte dei commercianti del centro storico è passato da trenta a sessanta adesioni. Le attività del centro storico si compattano sempre di più per far sentire la propria voce. Non restano impassibili alle saracinesche che si abbassano e ai cambiamenti perché vogliono farne parte, ma sopratutto continuare a essere quei rivoli di vita che tengono alto il buon nome del centro storico.
Non stanno nelle retrovie e oltre ad essere sempre di più ieri sera hanno partecipato anche alla vita politica del consiglio comunale, con molti esercenti che hanno seguito tutto via streaming. In seduta si è dibattuto del caldissimo tema del divieto di accesso ai motori Euro 4, scattato a gennaio. Ieri sera la maggioranza non ha ritirato nè sospeso l’ordinanza. Tema che si affianca a quello sollevato nei giorni scorsi proprio su queste pagine e che toccava lo stato di salute e il peso del piccolo commercio.
Un nutrito gruppo di commercianti del centro ieri ha assistito al consiglio comunale e ha avanzato le sue riflessioni. “Siamo commercianti, la maggior parte di noi vive di commercio da sempre, alcuni di noi sono nati in famiglie di commercianti che hanno fondato i loro negozi in città prima della Seconda guerra mondiale – spiegano -. La nostra presa di posizione sulla situazione del commercio cittadino, non è nata dal ‘trascinamento del Pd’, come asserito durante il consiglio comunale del 5 febbraio, dal consigliere Oscar Teja, la nostra presa di posizione è assolutamente non politica, basti pensare che tra noi esercenti c’è chi è iscritto a partiti della maggioranza e chi si è candidato per l’opposizione, questa è la dimostrazione che il nostro malcontento non è politico ma concreto, reale, oggettivo”.
“Siamo ovviamente consci, che la situazione internazionale economica e politica, due guerre importanti in corso, non stanno favorendo il commercio, non solo cittadino, ma sicuramente anche nazionale se non addirittura mondiale, ma scelte a nostro avviso scellerate hanno e stanno danneggiando i già fragili equilibri – sottolineano -. Non voler accettare o parzialmente accettare, proposte che potrebbero aiutare in questo momento così difficile i commercianti spezzini, fa capire il totale disinteresse per il nostro lavoro da parte della maggioranza.
Continuare a volerci insegnare il nostro lavoro, come ha voluto fare il consigliere Basso, invitandoci a aderire al servizio di tax free per incentivare gli acquisti dei turisti stranieri, è il palese esempio di chi parla senza sapere, di chi crede che il commercio possa essere un lavoro talmente elementare che basta un servizio a pagamento con commissioni a nostro carico per far tornare i bilanci attivi”.
“Noi vogliamo continuare ad essere un servizio per gli spezzini, vogliamo continuare a vedere i nostri concittadini per la via, gli stessi che sono preoccupati per le continue chiusure di attività commerciali in centro e scontenti nel vedere la loro città trasformata in un dormitorio e a una mangiatoia – proseguono -. Bisogna essere onesti, Spezia non è una città turistica, ma una città al servizio del turista ed è una cosa ben diversa! Spezia deve essere una città a servizio in primis degli spezzini e poi dei turisti. Riteniamo di meritare un po’ più di rispetto, che ci sia una volontà di ascolto dei problemi senza interferenze ideologiche, un ascolto delle problematiche svolto a trovare soluzioni e accogliere anche solo parzialmente le nostre richieste”.
“Chiedere che Piazza Beverini possa essere accessibili a tutti, Euro 4 compresi, chiedere una proroga di alcuni mesi solo per consentire la fine dei lavori nei parcheggi di interscambio di Piazza D’Armi e Unieuro e l’attivazione del servizio navetta gratuito per il centro, sono proposte che andrebbero incontro alle necessità di molti cittadini – aggiungono -. La maggioranza continua a dire che l’entrata in vigore del divieto degli Euro 4 in centro città era cosa nota fin dal lontano 2018 e che è quasi anacronistica la nostra prese di posizione adesso, in fin dei conti erano sei anni che si sapeva della decisione: ebbene siamo arrivati al 2024 con l’ordinanza attiva, ma con le infrastrutture in costruzione e mentre si devono giustificare e capire i ritardi nei lavori dei parcheggi, si è intransigenti e integerrimi a puntare il dito contro noi lavoratori del centro cittadino”.
“Ci dispiace constatare questo disinteresse da parte di chi governa la città – raccontano ancora -. Continuare ad asserire che l’ordinanza non vada a toccare il nostro lavoro è avere il paraocchi, perché, come detto più volte dai consiglieri di maggioranza e dallo stesso assessore al commercio Frascatore, il commercio è in crisi per gli acquisti sempre più frequenti on line, per affitti sempre più alti, sicuramente e oggettivamente motivi veri e ben noti anche a noi operatori, ma dato che già si vive un momento così difficile perché continuare a remare contro? Perché andare a favorire gli acquisti in centri commerciali o fuori città?”
“Noi commercianti del centro per la prima volta, siamo tutti uniti per chiedere dei miglioramenti a questa ordinanza, vogliamo continuare a tenere le nostre saracinesche alzate – concludono – e per farlo a questo giro non serve solo la nostra nota professionalità, ma serve un dialogo e una vera intenzione da parte dell’amministrazione all’ascolto, senza pensare che queste rimostranze siano un banale attacco politico”.