LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Partito democratico

Biodigestore Saliceti, Natale: “Una cattedrale nel deserto al vaglio dell’Anticorruzione”

“Il biodigestore di Saliceti va incontro a un futuro incerto e così i cittadini, che rischiano di dover subire gli effetti economici di un progetto impantanato. Spetta infatti al governo e non alle Regioni definire gli impianti minimi, come individuati da Arera, sia per quanto riguarda i flussi di rifiuti conferiti che le tariffe. Lo ha chiarito nei primi giorni di dicembre il Consiglio di Stato. Qualcosa che ribalta il quadro pensato dalla Regione Liguria per l’impianto della Val di Magra, a cui la giunta Toti aveva attribuito una capacità molto sovrastimata rispetto alla produzione della provincia spezzina, assegnandovi anche i rifiuti del Tigullio e di alcuni Comuni della Città metropolitana di Genova”. Lo dice Davide Natale, consigliere regionale del Partito Democratico.

“Risultato: il futuro biodigestore di Saliceti dovrà operare sul mercato, con tutti i rischi connessi. La giunta continua a voler costruire un impianto di queste dimensioni anche alla luce della sentenza chiarificatrice, senza aver fatto una valutazione di quanto succede nei territori limitrofi che hanno fatto questo tipo di scelta: capirne le capacità, valutarne le tariffe, le disponibilità e l’andamento del mercato. La sentenza del Consiglio di Stato è chiara ‘la carenza di potere e il vizio di incompetenza che affligge la delibera di Arera si riverbera inevitabilmente sulle deliberazioni e sugli atti regionali adottati in esecuzione della stessa (quanto al Piano regionale dei rifiuti, limitatamente alla parte di interesse)’”.

Natale ha presentato un’interrogazione per capire dalla giunta regionale quali ripercussioni ci saranno sul progetto di Saliceti alla luce di tutto ciò. “Il rischio è quello di creare una cattedrale nel deserto con costi altissimi che saranno pagati, direttamente e indirettamente, dai cittadini”, sottolinea il consigliere democratico.

“Inoltre non si è ancora chiuso il procedimento dell’Autorità nazionale anticorruzione che sta analizzando l’appalto. Recentemente pare che siano state richieste, a seguito delle valutazioni espresse dall’Autorità, ulteriori documentazioni che illustrino come si è arrivati all’autorizzazione del progetto da 60mila tonnellate di rifiuto partendo dalla gara per realizzarne uno da poco più di 20mila tonnellate. Essendo che, a partire dalla costituzione dell’Agenzia regionale per i rifiuti, tutti i rapporti e le obbligazioni in capo alla Provincia sono passati all’agenzia stessa, chiederò in consiglio regionale se corrisponde al vero quanto da più parti viene detto. In attesa di chiarimenti su questioni così centrali, sarebbe corretto fare due cose: sospendere le procedure e soprattutto la funzionalità dell’agenzia, un costosissimo carrozzone senza alcuna funzione”.

leggi anche
Il Magra visto da Vezzano
"segretaria porcile evidentemente non conosce progetto"
Comitati e associazioni replicano ad Azione: “Biodigestore conviene solo a Iren/Recos”
Assemblea No Digestore a Santo Stefano
Associazioni e comitati
Il fronte no biodigestore: “Sindaca Sisti renda noto lo stato del ricorso contro il Piano rifiuti regionale”