Luca D’Angelo sa come si fa. Subentrare a stagione in corso e raccogliere i cocci di quanto successo fino a quel momento non è mai semplice, ma per lo Spezia il pescare è l’uomo giusto per rimettere sui binari una stagione che in questi primi mesi stava già rischiando di deragliare. D’altronde D’Angelo lo ha dimostrato già un anno fa, un cambio in panchina può servire e lui può essere l’uomo giusto per la sterzata. Solo un anno fa, dopo l’inattesa separazione dal Pisa, D’Angelo venne richiamato dal club nerazzurro dopo appena sei giornate, in cui i toscani aveva raccolto appena due punti con Rolando Maran in panchina. Nelle successive trentadue giornata i punti raccolti dal Pisa furono quarantacinque, che non servirono però per qualificarsi ai playoff, complice un finale in calando.
Ma l’impatto di D’Angelo da subentrato si fece subito sentire. Il tecnico del Pisa restò imbattuto nelle prime quattordici giornate, perdendo la sua prima gara dal suo ritorno in Toscana contro il Cittadella, a metà gennaio, dopo essere subentrato in panchina ad inizio settembre. Quattro mesi in cui il Pisa ha tenuto ritmi da promozione, salvo poi calare vistosamente in inverno e perdere la chance di entrare nelle prime otto. Situazioni diverse, in ogni caso, rispetto a questa avventura allo Spezia, che comincia con qualche giornata in più già alle spalle (siamo ad un terzo del campionato), e soprattutto inizia con un gruppo sconosciuto a D’Angelo, che invece a Pisa aveva ritrovato i suoi uomini, a distanza di qualche mese.
“Il tempo per fare bene c’è e la squadra potenzialmente è ben costruita”, ha detto ieri D’Angelo, dopo aver conosciuto la squadra e diretto il primo allenamento. Ora lo Spezia è nelle sue mani e la piazza spera in una svolta, la stessa che il tecnico è riuscito a dare un anno fa a Pisa e che le Aquile si augurano possa dare anche in questa nuova avventura.