Il convegno “Sotto il segno del porto” è stato anche caratterizzato da due tavole rotonde moderate dai giornalisti Francesco Ferrari e Luca Telese. La prima ha visto salire sul palco Giorgia Bucchioni, in qualità di presidente dell’Associazione Agenti Marittimi della Spezia Matthieu Gasselin, CEO Contship Italia Group, Mario Gerini, presidente Confindustria La Spezia, Alessandro Laghezza, presidente Associazione Spedizionieri del Porto della Spezia, Bruno Pisano, presidente dell’Associazione Doganalisti della Spezia e Danilo Ricci, general manager del Gruppo Tarros. La seconda tavola rotonda ha invece coinvolto Proprio Giorgia Bucchioni ha sottolineato la storica compattezza della comunità portuale spezzina, grazie alla quale sono stati fatti tanti passi avanti negli ultimi cinquant’anni. “La comunità portuale spezzina ha sempre fatto la differenza, un unicum del suo genere. Ognuno con le proprie necessità, perseguendo l’obiettivo comune. La Adsp ci guida e porta avanti progetti, rendendoli finanziabili”.
Proprio Bucchioni ha voluto puntualizzare il punto di vista della comunità portuale sul tema annoso della Pontremolese che anche in questa mattinata di intervento, è stato toccato non trovando però quel tipo di conferme che si cercano da decenni: “Un’infrastruttura come la Pontremolese è fondamentale, soprattutto per noi imprenditori che da tanti anni ne sentiamo parlare e vorremmo si andasse oltre l’approfondimento”. Sì perché di “approfondimento” aveva parlato nel suo intervento da remoto l’amministratore delegato di RFI Rete Ferroviaria Italiana SpA Gianpiero Strisciuglio: “Sappiamo benissimo la vocazione ferroviaria del porto della Spezia. La Pontremolese? Merita un aggiornamento e un approfondimento tecnico e finanziario, credo sia doveroso riaffrontare il tema. L’infrastrutturazione del Paese ci vede molto impegnati nella movimentazione delle merci. Come Rfi siamo impegnati in un piano da 120 miliardi nei prossimi dieci anni, il programma è ambizioso ma concreto ed è già partito. L’obiettivo che abbiamo è quello di consentire nei prossimi dieci anni di avere una rete competitiva. Abbiamo un’ottima collaborazione con Adsp. La doppia locomozione? Queste sono scelte degli operatori del servizio, noi dal punto di vista infrastrutturale mettiamo a disposizione tutte le competenze”.
Mario Gerini ha riconfermato l’unione d’intenti come marchio di fabbrica del contesto specifico: “Qui l’industria si riconosce nell’attività del sistema portuale. Va da sé che è facile, pur da posizioni e opinioni diverse, andare tutti nella stessa direzione. Il ruolo del porto non riguarda soltanto lo sviluppo delle banchine e dei traffici come doveroso è ma proprio grazie ai successi, l’Adsp ha fatto investimenti non solo nel porto ma migliorando il territorio. Investimenti che riguardano raccordi autostradali, interventi come la darsena di Pagliari, investimenti come il terminal crociere attuale che è anche punto di incontro per la città per i vari eventi organizzati”. Sulla medesima falsariga anche Alessandro Laghezza: “Siamo stati bravi ad essere attrattivi. Il nostro è un modello esportato in tutta Italia. Abbiamo un retroporto o interporto a Santo Stefano dove vengono processati migliaia di contenitori e con centinaia di professionalità che sono il valore aggiunto”.
Particolarmente atteso l’intervento di Matthieu Gasselin, ceo di Contship, la più grande realtà imprenditoriale operante nel porto della Spezia: “Abbiamo progetti ambiziosi nel Mediterraneo e uno di questi proprio qui dove andiamo ad investire direttamente diverse centinaia di milioni di euro. Non abbiamo paura della concorrenza degli altri porti. L’importante è la fluidità, nostro obiettivo è far passare il maggior numero di contenitori alla Spezia il più velocemente possibile. Stiamo anche migliorando l’interlocuzione con i sindacati. Stiamo parlando di investimenti per i prossimi 50 anni, crediamo molto alla parte intermodale. Spezia deve essere il punto di passaggio principale per entrare in Italia e in Europa, entrando con Tangeri in un vero e proprio network. Alla Spezia gli spazi in banchina sono molto ridotti ma la cosa fondamentale non sono la grandezza degli spazi ma la velocità con cui li svuotiamo e li riempiamo”. Poi Bruno Pisano: “I capisaldi sono qualità, velocità, economicità, innovazione. Questo ci permette di fare sistema, di rendere attrattivo questo porto per le merci. E’ l’esempio di un porto organizzato in modo orizzontale, per essere più efficiente per il proprio core business”. Pisano fa riferimento alla costante ricerca di rendere forte tutti gli anelli della catena mentre Ricci, per Tarros, torna a sottolineare la capacità organizzativa della portualità spezzina: “Siamo operatori e utenti portuali. Il vero cliente di un terminal è la merce ma prima bisogna convincere le compagnie a scalare qui invece che altrove. La velocità di scaricamento, il retroporto, l’intermodalità, i servizi a terra. Tutto questo lo abbiamo”.