Niente ordine del giorno sul piano di dimensionamento scolastico 2024/25 oggi in Consiglio provinciale. E’ stato rinviato, se ne riparlerà alla prossima seduta, sulla scorta di una assemblea tra sindaci e Ufficio scolastico provinciale promossa dalla Provincia, in programma nei prossimi giorni. Poi, una volta avvenuta la deliberazione in sede consiliare, ecco che il documento sarà inviato alla Regione (che ha acconsentito alla proroga del termine dell’invio, inizialmente previsto per il 30 settembre), dove diventerà uno degli atti concorrenti alla composizione del piano scolastico regionale. Ma, sintetizzate queste tappe, andiamo al nodo della questione, vale a dire le fusioni tra Isa contenute nella bozza sul dimensionamento elaborata dagli uffici della Provincia consultandosi con l’Ufficio scolastico provinciale. A monte c’è il Decreto del ministero dell’Istruzione e del ministero dell’Economia e delle Finanze, adottato in assenza di accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, che fissa a 961 il numero minimo di alunni per l’autonomia scolastica; di qui il conseguente provvedimento di Regione Liguria che, in virtù del pronunciamento ministeriale, ha determinato per la nostra provincia la revisione del piano di dimensionamento 24/25. Sulla base del nuovo numero minimo di alunni, le scuole in Liguria passeranno da 187 a 170, con la perdita di tre autonomie nello Spezzino – e contestualmente di tre dirigenti scolastici. Gli accorpamenti prospettati sono quelli tra l’Isa di Riccò del Golfo e l’Isa Val di Vara; tra l’Isa di Follo-Calice e quello di Bolano; tra l’Isa di Vezzano ligure e quello di Santo Stefano Magra. Prospettive che non hanno mancato di suscitare preoccupazione. E delle quali si tratterà appunto, a breve, nella menzionata riunione che vedrà protagonisti la Provincia, con la presidenza e i sindaci dei territori interessati, e l’Ufficio scolastico provinciale; un momento di confronto indetto alla luce del rilievo politico della questione, lungi dall’essere solo tecnica.
Le fusioni ora sul tavolo, nel caso fossero attuate, non comporterebbero, previa una riorganizzazione, “tagli” di presidi: questo perché attualmente sono in essere tre reggenze – tante quante le autonomie di cui si prospetta la fine -, cioè dirigenti che operano anche in un altro Isa oltre a quello primario. Un caso riguarda i menzionati Isa Riccò e Val di Vara, che condividono il dirigente; sono in oltre attive reggenze all’Alberghiero Casini e all’Isa 16 di Ortonovo.
Si apprende inoltre che non sono invece sul tavolo, diversamente dai possibili accorpamenti, questioni quali riduzioni di classi o di personale docente o non docente, né modifiche o chiusure dei plessi: per quanto concerne questi aspetti è previsto non ci siano cambiamenti.
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