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Biodigestore

L’Europa tiene aperta la petizione su Saliceti, prossimamente al vaglio gara e finanziamento Pnrr

Audita la sindaca di Santo Stefano Paola Sisti: "Siamo sconcertati che a nessun livello si colga la gravità di un progetto che è in contrasto con i principi di prevenzione e precauzione contenuti nelle direttive europee e con gli allarmi ripetutamente denunciati dalla comunità scientifica sulla crisi climatica".

L'audizione da remoto della sindaca Sisti, immagine dal video della seduta sul sito del Parlamento europeo
L'audizione da remoto della sindaca Sisti, immagine dal video della seduta sul sito del Parlamento europeo

Resta aperto in sede europea l’iter della petizione che si oppone al biodigestore di Saliceti. Oggi pomeriggio l’audizione da remoto della sindaca di Santo Stefano Magra, Paola Sisti, firmataria della petizione, sottoscritta anche dal collega Massimo Bertoni, primo cittadino di Vezzano ligure, da Roberta Mosti per il Comitato Sarzana che botta, da Luca Cerretti per Italia Nostra, da Rino Tortorelli per Cittadinanzattiva, da Demetrio Macheda per il Comitato No biodigestore Saliceti, da Fabrizia Giannini per Acqua Bene Comune. “La firmataria – si legge nel testo che era stato inviato alla Commissione – ritiene che la Regione Liguria abbia commesso una duplice violazione nei confronti della popolazione interessata, autorizzando il nuovo progetto nell’ambito di una semplice VIA (valutazione dell’impatto ambientale), anziché di una variante della preesistente VAS (valutazione ambientale strategica), nonché nei confronti del territorio, in sede di pianificazione del biodigestore, che è sovra-dimensionato. La firmataria denuncia la presunta violazione della normativa europea in materia di valutazione ambientale strategica (direttiva 2001/42/CE), per quanto concerne l’omessa consultazione e partecipazione del pubblico alla procedura, nonché della direttiva quadro sui rifiuti (articolo 16 della direttiva 2008/98/CE), per l’applicazione dei principi di autosufficienza e prossimità”.

Questi e altri i temi toccati oggi dalla sindaca in sede europea. “La recente alluvione che ha sconvolto Emilia-Romagna e Marche provocando vittime e ingenti danni – ha esordito – è l’ennesimo richiamo della natura sulla drammatica crisi climatica e purtroppo, superata l’emozione del momento, si ritarda a prendere coscienza della necessità di approntare nuovi strumenti di previsione e prevenzione. Ci rivolgiamo a questa Commissione perché quanto accaduto presenta un’inquietante analogia con quanto si è già verificato nello Spezzino, quando nel 2011 le valli dei fiumi Magra e Vara furono sconvolte da un’alluvione; da allora la regione Liguria non ha provveduto ad attuare il Piano di assetto idrogeologico di gestione del rischio per il nostro territorio; per le disposizioni nel Settore urbanistico di quelle aree ci si affida ancora prevalentemente ai criteri del Piano di assetto idrogeologico. Anche il sito dove il nuovo piano di gestione del rifiuti della Regione Liguria ripropone la realizzazione del biodigestore di Saliceti è in un’area ad alta criticità idrogeologica. Questo si è reso possibile perché il rischio idrogeologico è stato valutato non elevato, applicando i criteri di previsione del Pai per il versante ligure del Fiume Magra, dovendo essere ancora completata la situazione di scenari come fenomeni meteo estremi. Siamo sconcertati che a nessun livello si colga la gravità di un progetto che è in contrasto con i principi di prevenzione e precauzione contenuti nelle direttive europee e con gli allarmi ripetutamente denunciati dalla comunità scientifica sulla crisi climatica. La coerenza con quei principi dovrebbe imporre di non realizzare nuovi impianti industriali in aree potenzialmente alluvionabili, di non cementificare terreni agricoli confinanti con alvei fluviali e con zone sottoposte al vincolo di Rete natura 2000. In questo senso il progetto secondo noi viola la direttiva 2011 del ’92 dell’Unione Europea, in quanto non rispetta parametri di valutazione quali la descrizione dello stato dell’ambiente e il cambiamento dello stato naturale del sito e la descrizione degli effetti sull’ambiente in relazione all’uso delle risorse idriche e ai rischi per ambiente e salute in relazione a incidenti o calamità”.

Quindi la sindaca ha toccato il tema del finanziamento Pnrr assegnato all’impianto, su cui tra l’altro è attivo un ricorso del Comune santostefanese al Tar del Lazio: “La commissione nominata dal Mit ha assegnato 40 milioni all’impianto ritenendolo conforme per qualità ambientale e congruità economica, ma di fatto viene ignorata la gara, che indicava altro sito e altre quantità da trattare; inoltre il progetto non contribuisce a mitigare i cambiamenti climatici, diversamente da quanto stabilito dalla Commissione europea con il principio Do No Significant Harm; e non vengono rispettati il vincolo della previsione del progetto all’interno della pianificazione pubblica, seppur superato dalla sentenza del Consiglio di Stato, né il criterio della congruità economica in quanto per l’impianto è previsto un investimento doppio rispetto ai costi sostenuti per impianti simili”. La prima cittadina ha poi proseguito andando alla gara del 2016: “L’approvazione definitiva del progetto da parte della Regione Liguria ha disatteso il contenuto della gara europea del 2016, con modifiche sostanziali. Acam, partecipata al cento per cento dai Comuni spezzini, ha bandito una gara europea di project financing per la ricerca di un socio privato per chiudere il ciclo dei rifiuti. Oggetto della stessa, la gestione degli impianti, il revamping di un impianto per l’indifferenziato, la costruzione di un digestore anaerobico da 26mila tonnellate annue di rifiuti organici. Il contenuto della gara è stato recepito nel Piano rifiuti della Provincia e della Regione, ma nell’aprile 2019 Recos, gestore degli impianti presenti e di eventuali impianti futuri, anziché dare attuazione al contenuto della gara, ha presentato alla Regione un nuovo progetto di biodigestore, in un altro sito e per altre tonnellate”. La sindaca ha infine concluso: “Riteniamo dunque che in più settori ci sia un non tollerabile superamento di norme nazionali ed europee”.

La Commissione, la cui posizione è stata affidata alla dott.ssa Laura Tabellini, sottolineato che “l’applicazione corretta del diritto europeo è in prima battuta competenza della autorità nazionali, in questo caso italiane, tra cui anche il sistema giudiziario”, ha ricordato che “l’autorizzazione del progetto è stata oggetto di ricorso, ma in ultima istanza, con sentenza del 2023 (il pronunciamento del Consiglio di Stato ricordato anche dalla sindaca, ndr), l’autorizzazione è stata mantenuta; il tribunale l’ha considerata in linea con le normative vigenti, rilevando che non è emersa alcuna violazione dalla Valutazione di impatto ambientale strategica; il tribunale ritiene inoltre che l’assetto idrogeologico sia stato preso in considerazione al momento del rilascio dell’autorizzazione. La Commissione non ha motivi per mettere in dubbio le conclusioni dei giudici italiani“. Tabellini ha inoltre riferito che, in merito alla Direttiva inondazioni, è in corso di valutazione il piano di gestione del rischio proposto dall’Italia, stilato nel 2021, e ha sottolineato che “anche in quei casi in cui le aree sono considerate a rischio inondazioni secondo i piani di gestione del rischio, ciò non significa che in tali zone non si debba svolgere alcuna attività: la decisione è di competenza degli Stati membri e l’introduzione ai considerando della Direttiva inondazioni spiega che sono gli Stati membri a determinare i livelli di rischio e che ci si deve basare anche sulle circostanze locali e regionali”. Mentre sul discorso del finanziamento Pnrr Tabellini ha sottolineato “che la Commissione non dispone di informazioni specifiche sul progetto rispetto alla possibilità di usufruire dei fondi Pnrr, ma se così fosse effettivamente dovrebbe rispettare il principio del Do No Significant Harm“.

Nel corso della discussione, sono intervenuti a sostenere la positività di una prosecuzione degli approfondimenti sulla petizione e i suoi temi l’eurodeputato spezzino Brando Benifei, Partito democratico, e l’eurodeputata Maria Angela Danzì, Movimento cinque stelle. E anche in relazione alle loro considerazioni oltre che all’illustrazione della sindaca, ancora la dott.ssa Tabellini ha osservato che “presunti problemi con procedure di appalti pubblici sono nuovi nel contesto di questa petizione, quindi oggi non sono in grado di anticipare valutazioni su questo specifico punto”, aprendo tuttavia alla possibilità di una trattazione e di una futura comunicazione. “Vista la volontà di questa commissione ci impegniamo a inviarvi tutto quello che può essere utile ad approfondire il tema della gara e del finanziamento Pnrr”, è nuovamente intervenuta la sindaca Sisti, ricordando che “la questione della gara l’abbiamo ben chiara ma non era tra i nostri obbiettivi, perché contavamo di fermare l’autorizzazione sul tema della pianificazione territoriale, completamente non considerata”. La presidenza, guidata dall’eurodeputata spagnola Dolores Montserrat (subentrata all’estone Yana Toom, che aveva aperto l’audizione), ha infine tirato le fila della trattazione, durata circa 25 minuti, avanzando la proposta, accolta, di tenere aperta la petizione (in questa direzione anche l’intervento dell’europarlamentare tedesco Peter Jahr): “Ringrazio per la documentazione che ci sarà inviata – ha detto Montserrat – perché al momento non abbiamo documentazione alcuna. Una volta ricevuta, la passeremo alla Commissione, che ci risponderà su tutto il tema e poi tra coordinatori decideremo se tenere ancora aperta la petizione o chiuderla”.

In una nota a margine dell’audizione, la sindaca Sisti ha rivolto “un ringraziamento all’onorevole Brando Benifei per il suo impegno a sostegno della petizione, al Comitato no biodigestore e a tutti i cittadini di Santo Stefano che si stanno spendendo per questa importante causa”. Ed è intervenuto anche il citato Benifei, che in una nota parla di “una vittoria per cittadini e territori”, spiegando di essere oggi intervenuto “per chiedere con forza questo esito, per un supplemento di istruttoria da parte della Commissione a fronte della petizione contro il biodigestore di Saliceti. Nel mio intervento, ho ripercorso le ragioni di contrarietà a un progetto che presenta numerose criticità. In primis ignora totalmente gli elementi di rischio idrogeologico e ambientale, che anche in questi giorni sono tornati drammaticamente in evidenza. Considerazione, questa, resa ancora più seria dal fatto che nel 2011, proprio nella zona dove dovrebbe insistere l’impianto, c’è stata un’alluvione. Ho voluto poi ricordare come la variazione sostanziale del contratto di appalto – sia per quanto concerne il sito, con lo spostamento da Boscalino a Saliceti, sia per quanto riguarda l’aumento considerevole dei volumi – violi le direttive europee”. Conclude Benifei: “Infine, ho ribadito come sia sbagliato che tale impianto venga finanziato con le risorse del Pnrr, viste le evidenti mancanze al principio per il quale gli interventi del Pnrr non devono arrecare nessun danno all’ambiente. La battaglia contro una scelta sbagliata, dannosa per il territorio dal quale provengo, va avanti e io continuerò per quel che mi compete come europarlamentare a sostenerla accanto ai promotori della petizione, che ringrazio ancora una volta”.

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