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Sprugoleria

Sprugoleria

Acqua che rompe gli argini e devasta le città. Anche nella Spezia quattrocentesca c’erano norme a tutela ambientale

Protezione civile ligure in Emilia-Romagna

I drammatici eventi della Romagna impongono a tutti noi una riflessione sul perché siamo soggetti da qualche tempo a eventi che provocano situazioni disastrose come appunto questa che ha sconvolto la costa adriatica. Ma non si dimentichi quel che successe da queste parti nel novembre 2011. Nel mondo globale il rischio accompagna tutti. Dicono che se nella nostra porzione di mondo non esiste più la pax meteorologica che ci ha accompagnato finora, è perché il clima si va modificando a causa dell’inquinamento. Se gli esperti per davvero e quelli che si reputano tali, avanzano ricette per contrastarlo, io mi limito a dire che è inutile cambiare qualcosa a casa nostra se nelle altre parti del pianeta non si assumono eguali risoluzioni. Però, delle misure finora sono state colpevolmente trascurate.

Se arrivano delle bombe d’acqua dipende da una situazione globale ma se i fiumi esondano e invadono gli spazi antropici e coltivativi, questo non dipende da altri ma esclusivamente dalla nostra negligenza. La cronaca ci ha detto che i letti dei fiumi erano pieni di detriti non tolti, che i canali scolmatori e le vasche di espansione sono state insufficienti, che gli argini non hanno retto all’urto della massa d’acqua anche perché indeboliti dalle tane degli animali. Tutte cose che non succedevano una volta perché esistevano regole precise che nessuno trascurava perché la pena alla quale non si sfuggiva era una pesante sanzione pecuniaria cui non si sfuggiva.

Negli Statuti che Sprugola City si dà nel 1407 norme precise tutelano l’ambiente. Ogni abitante deve pulire il carobbio cioè la strada davanti a casa. L’inadempiente è immediatamente sottoposto a una multa sanzionata dall’ufficiale preposto al controllo. Non si devono brutare le sorgive: niguna persona, ammonisce l’articolo XXXI, ardisca lavare drapi o altro vitupero zitare in le fontane de la Speza di cui la principale era proprio la Sprugola che costituiva la principale risorsa idrica del borgo. Chi possegga una terra su cui scorra dell’acqua deve omni anno de mense Augusto purgare dictum stagnum.

Molti dei mulini erano soprattutto a acqua e nel canale che la portava nessuno poteva mettere lino o canapa a macerare. D’altra parte ai mugnai è imposta la pulizia assidua del bedale, il rivo che faceva girare le pale del mulino. Da quelle lontane leggi si rileva la consapevolezza, profonda e comune, che per la vita della collettività, l’acqua è patrimonio troppo prezioso perché non lo si manutenga con accuratezza. Parafrasando Ariosto, potremmo anche noi esclamare “Oh gran saggezza dei cavallieri antiqui!”

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