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Saliceti

“Piano rifiuti non rispetta sentenza Tar su biodigestore”. Poi l’approvazione, con astensione in maggioranza

Dibattito in consiglio regionale alla presenza degli attivisti, che stamani hanno dato vita a un presidio davanti alla sede dell'assemblea. L'assessore Giampedrone in aula: "Se Consiglio di Stato confermerà verdetto Tribunale amministrativo, si andrà su altri siti. Ma ad ora non c'è ancora un pronunciamento".

Attivisti a Genova

Biodigestore di Saliceti tema cardine quest’oggi della discussione in consiglio regionale sul Piano rifiuti 2021-2026,  circostanza che ha visto salire a Genova, prima per un presidio fuori dalla sede dell’Assemblea legislativa e poi per assistere al dibattito, di una delegazione del fronte che si oppone alla realizzazione dell’impianto, prevista dal Piano trattato nella seduta odierna. Presenti attivisti di Comitato no biodigestore Saliceti, Comitato Sarzana che botta, Acqua Bene Comune, Cittadinanzattiva, Italia Nostra La Spezia, il sindaco di Vezzano Massimo Bertoni assieme ad altri rappresentati dell’amministrazione, i consiglieri comunali di Santo Stefano Eva Battistini e Luciano Mondini, l’esponente di Articolo Uno Paolo Putrino.
In aula le opposizioni hanno criticato il Piano, e in merito al biodigestore di Saliceti – con interventi dei consiglieri spezzini (Centi, Natale e Ugolini) e non – hanno messo sul tavolo i temi della sentenza del Tar che ‘boccia’ il progetto, della pianificazione provinciale, del contesto ambientale in cui si inserirebbe l’impianto.
Fronte centrodestra, gli interventi del relatore di maggioranza Domenico Cianci e dell’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone.

“Credo che scelta degli impianti oggi superi quella della localizzazione – così l’assessore Giampedrone -, in merito alla quale non compete al Piano rifiuti decidere. Al contrario, il Piano prevede i siti in cui non si può realizzare un impianto o comunque contiene tutte le previsioni che devono essere valutate nella proposta di un impianto di piano. Di questo tratta oggi il consiglio regionale. E non decide su Saliceti, né lo ha fatto prima, nel rispetto del relativo percorso tecnico, che tecnico è stato. Magari poi il Consiglio di Stato deciderà di confermare la sentenza del Tar, ma il Consiglio di Stato al momento non si è pronunciato, bisogna attendere e rispettare i gradi di giudizio. Certo, io speravo di essere oggi qui già con una decisione del Consiglio di Stato, ma l’udienza del 30 giugno è stata rinviata a data da destinarsi. E finché in Consiglio non avrà deciso nessuno farà un centimetro di niente, è giusto attendere la decisione. Se il Consiglio di Stato confermerà quanto detto dal Tar, si andrà su altri siti, che non individua questo Piano, ma la Provincia. La pianificazione provinciale sostiene che l’impianto – per il quale il Piano prevede 60mila tonnellate di rifiuti annui – possa essere realizzato lì, qualora il sito si rivelasse non idoneo, la Provincia sarà chiamata a individuarne un altro. Quel che invece non si può fare è non realizzare impianti”.

“Nel Piano regionale si parla di un impianto autorizzato, invece una sentenza del Tar ha annullato l’autorizzazione, perché il piano d’area della Provincia di Spezia prevede in maniera puntuale la localizzazione dell’impianto di trattamento organico a Boscalino, nel comune di Arcola, per una capacità attesa di circa 20mila tonnellate – così il consigliere regionale Davide Natale (Pd) -. Quindi quando si parla di impianto di Saliceti come impianto autorizzato si dice il falso perché è intervenuto il Tar ad annullare l’autorizzazione a fronte del piano d’area provinciale che prevede l’impianto a Boscalino. Ogni altra pianificazione, quindi, non può essere accettata perché spetta alla provincia indicare l’area, come riconosciuto dal Tar. Inoltre l’impianto di Saliceti sorgerebbe vicino a siti sensibili, come pozzi d’acqua e fiumi e questo genera preoccupazioni. Quindi quanto contenuto in merito all’impianto di Saliceti nel Piano è privo di fondamento e dovrebbe essere modificato: la sentenza del Tar non può non essere tenuta in considerazione”.  “Il Piano regionale della giunta – le parole del consigliere regionale Paolo Ugolini (M5S) – conferma quanto denunciato a maggio: la Regione vuole realizzare il biodigestore a Saliceti nel comune di Vezzano Ligure e non intende cambiare strada. Tant’è che ha inserito il sito nel nuovo Piano regionale, nonostante il progetto sia inesistente: la sua autorizzazione è stata infatti annullata dal Tar Liguria. L’obiettivo è evidente: bypassare la sconfitta al Tar e magari fare pressioni al Consiglio di Stato in sede di appello presentato da Recos/Iren e Regione. Ricordiamo però alla giunta che il sito del biodigestore è stato deciso: non Saliceti, bensì Boscalino, che dovrà comunque essere avallato dal Piano provinciale. Ricordiamo inoltre che il Piano regionale rifiuti può definire criteri ma non stabilire le localizzazioni. Non lo diciamo noi, ma la legge nazionale, che non può essere modificata o aggirata da atti regionali sia di legge che amministrativi”. E per il consigliere Roberto Centi (Lista Sansa) il Piano, “pur avendo la provincia della Spezia una raccolta differenziata a più del 74 per cento e quella di Genova al 55 per cento e il comune di Genova al 38 per cento, scaricherà con tutta probabilità su Saliceti, se la Regione e la Provincia vinceranno il controricorso al Consiglio di Stato non rispettando la sentenza del Tar che salva per ora Saliceti, decine di migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti da mezza Liguria, un piano che prevede anche un inceneritore in Regione, che ha bisogno di quantità enormi di combustibile. Un piano in cui non si vede che il problema del biodigestore di Saliceti è una questione di cui si deve fare carico la Regione e non solo noi consiglieri di opposizione. Saliceti sito delicatissimo, vicino a centri abitati già ambientalmente penalizzati come Santo Stefano, al fiume Magra e ai pozzi di Fornola che servono la città della Spezia”. Un sito, quello di Saliceti, “guarda caso in provincia della Spezia, una provincia che è marginale in tutto, soprattutto nell’ambito sanitario, ma che diventa improvvisamente centrale quando si tratta di prendersi la rumenta degli altri”, conclude Centi.

 

Attivisti a Genova

 

Il punto sulla votazione, che prima ha riguardato gli emendamenti presentati dall’opposizione: cinque respinti; uno – che chiede di inserire fra i criteri che escludono gli impianti di chiusura del ciclo quello relativo alle aree con distanze inferiori a 100 metri rispetto al perimetro di impianti a rischio di incidente rilevante -, presentato dal consigliere Ugolini, approvato. A seguire la bocciatura di due ordini del giorno dell’opposizione (uno sulla realizzazione del biodigestore a Boscalino, uno sulle previsioni impiantistiche), quindi la votazione sul Piano rifiuti, che è stata approvata con 18 voti a favore della maggioranza, 11 contrari dell’opposizione e l’astensione del presidente del consiglio regionale, l’esponente spezzino della Lega Gianmarco Medusei, che quindi sulla pratica ha optato per un distinguo rispetto alla maggioranza. L’approvazione del Piano è stata salutata in una nota dal presidente Giovanni Toti, non intervenuto nel dibattito consiliare, come “una svolta storica, senza precedenti per questa regione. Per la prima volta il Piano punta alla chiusura completa del ciclo dei rifiuti: un traguardo assolutamente impensabile fino al 2015 e che oggi, grazie al lavoro fatto da allora, soprattutto per spingere l’aumento della raccolta differenziata, non solo è realizzabile ma vede già pronti progetti condivisi con gli enti territoriali per oltre 138,4 milioni di euro, valutati positivamente per la conformità al Piano Nazionale di ripresa e resilienza. L’approvazione del Piano ci consentirà di attingere a quelle risorse e realizzare soprattutto gli impianti che contribuiranno alla chiusura del ciclo dei rifiuti, in modo che la nostra regione possa conquistare l’autonomia in questo settore”. “Sono orgoglioso di questo risultato, che è frutto di anni di impegno costante da parte della giunta regionale, un lavoro che ha consentito di raggiungere risultati importanti in questi anni: siamo passati da una situazione definita ‘arcaica’ nel 2014 dalla Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, ad un sistema moderno, ambizioso, con una prospettiva di grande implementazione impiantistica per i prossimi anni, in grado di valorizzare i vari flussi e che sancirà il vero salto di qualità nella gestione del ciclo in Liguria”, ha aggiunto l’assessore Giampedrone.

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