Ha udito uno scricchiolio simile al vetro che si graffia e ha visto la venatura. Troppi elementi pericolosi colti dall’occhio dell’ingegnere e professore che, questa mattina mentre faceva lezione ad una quinta del Capellini Sauro, ha dato l’allarme: un’azione che ha permesso agli studenti di mettersi in salvo senza conseguenze. Si è svolto tutto in pochissimi secondi: il professore Giorgio Boni ha gridato e mentre i ventitré ragazzi erano già in sicurezza, il controsoffitto è crollato dalla parte centrale travolgendo alcune postazioni del laboratorio. Nessuno si è fatto male e questa è la migliore delle notizie, ma a seguito dell’episodio si sono rese necessarie una serie di approfondite verifiche partendo dall’origine del crollo, per poi proseguire negli altri presidi simili. Sul posto sono presenti almeno tre squadre di tecnici della Provincia della Spezia.
Da una prima ricognizione sembrerebbe che la struttura interessata prima di oggi non aveva dato nessun segno “premonitore” e tra le cause sarebbero da escludere le infiltrazioni. Per fare ulteriore chiarezza solo delle verifiche strutturali approfondite potranno spiegare cosa sia accaduto in quel laboratorio costruito una trentina d’anni fa. Gli approfondimenti del caso sono in corso e l’auspicio è che tutto possa tornare alla normalità nel minor tempo possibile. Riguardo a questo punto la Provincia della Spezia, in una nota, ha precisato: “Per consentire gli interventi urgenti necessari, una parte dell’istituto, ovvero i soli locali del ‘blocco ex officina’ oggi adibiti a palestra e laboratori, è stata chiusa per almeno cinque giorni, fino a mercoledì 2 ottobre, in modo che nel sito possano operare, già da queste ore, le ditte incaricate della rimozione del controsoffitto, questo per consentire le verifiche dell’intonaco nelle aule e degli spazi che presentano una analoga struttura dei soffitti. Intanto è stato avviato un piano di trasferimento temporaneo di alcune classi presso gli spazi degli edifici scolastici provinciali di Viale Carducci, ovvero verranno trasferiti banchi e sedie e tutto ciò che serve per riattrezzare in tempo rapido gli spazi necessari. A seguito delle verifiche puntuali in corso verrà realizzato l’intervento definitivo sui soffitti dove risulteranno eventuali problematiche. Tutti gli interventi si sono svolti e sui svolgeranno in piena sinergia con la direzione scolastica dell’Istituto che, anche in questo frangente, ha collaborato con l’Ente per garantire una tempestiva risposta ad una imprevista problematica”.
La paura però è stata tanta, sia per i ragazzi della 5A meccanici che per il professore. In una manciata di secondi sarebbe potuta verificarsi un’autentica tragedia. La posizione dei detriti e della plafoniera lasciano poco spazio alla fantasia. Ora al loro posto sono stati installati i trabattelli per procedere con gli approfondimenti. “Io non ho avuto paura per me – ha detto il professor Giorgio Boni – ma per i ragazzi ai quali va riconosciuta la grande capacità di aver reagito nel modo corretto mettendo in pratica, in maniera puntuale quello che avevano imparato nelle prove di evacuazione. Erano preparati, hanno lasciato i cellulari sui banchi e si sono allontanati dalla zona di pericolo, al sicuro. Io dal canto mio ho urlato, anche se sono abituati al mio tono di voce (il professore prova a scherzare ma traspare quanto lo abbia provato questa esperienza, NdR) ma poi hanno visto anche la mia faccia. Sono stati davvero bravi. Io certamente ricorderò quello stridore, simile ad un vetro che si graffia e quella venatura”.
Nel pomeriggio sono stati montati i ponteggi per tutti i lavori del caso.