Santo Stefano, protesta per aumento mensa. Sindaca: “Costo alto ma abbiamo mantenuto sgravi assenti in altri comuni”

Genitori sulle barricate a Santo Stefano Magra per l’aumento della mensa scolastica. Si tratta di un incremento del 20 per cento per fascia, che nel suo importo massimo ha visto un passaggio da 6 euro a 7,20 a pasto. Una modifica al centro del partecipato e acceso incontro tenutosi oggi pomeriggio in sala consiliare tra amministrazione comunale, scuola e famiglie. Queste, attraverso numerosi interventi, hanno manifestato scontento per l’aumento in sé della refezione (servizio ora affidato in proroga alla ditta Serenissima Ristorazione), ma anche per la gestione della relativa comunicazione da parte dell’ente comunale (“avreste dovuto informarne per tempo, dandoci eventualmente modo di valutare se iscrivere i bambini”, hanno protestato) e per lo scarso apprezzamento delle pietanze da parte degli scolari, esprimendo altresì perplessità sulla presenza nei menù di alimenti biologici, anche per ragioni di costi. La prima cittadina Paola Sisti, affiancata dall’assessore Chiara Battistini, ha fatto il punto sulle cause dell’aumento del costo complessivo del servizio, passato dai 235mila euro del 2020 alla previsione, per il 2024, di 425mila euro, coperto dal Comune attraverso la fiscalità generale per circa il 35 per cento, circa 10 punti in più rispetto alla percentuale del 2023, quando il costo complessivo è stato di circa 333mila euro.

“Questi aumenti sono dovuti al sacrosanto diritto dei lavoratori a essere pagati il giusto – ci sono stati due aumenti contrattuali – e all’aumento delle materie prime e del carburante – ha detto la sindaca -. Questi aumenti abbiamo scelto, solo per quello che riguarda la mensa, di redistribuirli sulle famiglie. Sappiamo che abbiamo il buono pasto più caro della provincia… ma in realtà non è così, perché abbiamo scelto di mantenere fasce di sgravi ed esenzioni che in altri comuni non ci sono”; si tratta in particolare di sei fasce legate all’Isee, fino a 20mila euro; di cui però più di un genitore ha chiesto la riduzione e revisione. “Il nostro impegno – dirà poi la sindaca verso la fine dell’incontro di fronte alle critiche e osservazioni della platea – è vedere insieme al Comitato mensa quella che sarà la nuova gara per l’affidamento del servizio refezione, con la disponibilità – personalmente non sono d’accordo – di togliere il biologico, se siete d’accordo tutti: così facendo magari qualcosa si risparmia. Siamo disponibili inoltre a valutare una revisione delle fasce”. Dalla platea non è tuttavia mancata la richiesta all’amministrazione comunale di valutare soluzioni ‘tampone’ nell’ambito dell’attuale appalto in proroga, per ottenere un ridimensionamento del costo, in attesa della nuova gara.

Per l’immediato, la dirigente scolastica Simonetta Bettinotti ha aperto alla possibilità di organizzare la consumazione di un pasto portato da casa: “Ma questo va regolamentato – ha informato -. Non lo possiamo fare da domani. Prima occorre avere un Consiglio di Istituto, che con l’accorpamento scolastico tra Santo Stefano e Vezzano è decaduto e che, per legge, verrà eletto a novembre. Ad ogni modo già da domani con le insegnanti vediamo cosa si può fare per provvedere alla necessaria presenza di personale docente per la sorveglianza ai bambini che mangiano in classe; ricordando che da regolamento, firmato da tutti, genitori e docenti, chi non usufruisce della refezione non può consumare in mensa il pasto portato da casa”. Considerazioni, quelle della dirigente, di fronte alle quali non è mancato chi tra i genitori ha commentato: “La scuola si trova a dover risolvere un problema causato dal Comune”.