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Venerdì 27 settembre

In piazza contro il ddl sicurezza: “Governo azzera libertà e cancella i reati contro la pa”

L’iniziativa è organizzata dalla Cgil della Spezia.

Giorgia Meloni (ph Governo Italiano)

Venerdì 27 settembre (ore 17) sotto il Palazzo della Prefettura si terrà un presidio contro il decreto sicurezza del Governo. L’iniziativa è organizzata dalla Cgil della Spezia. “Riteniamo doveroso – spiega Luca Comiti, segretario generale della Cgil spezzina – contrastare una norma che ha il chiaro intento di azzerare la libertà e il diritto delle persone a manifestare il proprio dissenso, che introduce nuovi reati penali, e quindi il carcere, nei confronti di chi occupa strade, spazi pubblici e privati. Un ddl, quindi, che limita l’iniziativa e le mobilitazioni sindacali per difendere i posti di lavoro e contrastare le crisi aziendali e occupazionali”.

“Il provvedimento – sottolinea Comiti  – chiude in carcere le donne in gravidanza o con figli entro un anno di età, introduce il reato della resistenza passiva rendendo impossibile ogni forma di dissenso pacifica, magari dovuta alle condizioni disumane di molte carceri. Un ddl che introduce nuovamente interventi a impronta securitaria e di criminalizzazione quando si parla di migranti. Tutto questo mentre il governo decide di abolire i crimini contro la pubblica amministrazione, spesso reati spia di infiltrazioni mafiose. Saremo quindi in piazza per contrastare un ddl pericoloso per la democrazia del Paese, un preoccupante segnale di una ulteriore svolta repressiva ed autoritaria”.

Al presidio parteciperà anche Rifondazione Comunista. “Si tratta di una legge fascistissima che ha lo scopo di zittire il popolo, proprio quello che fece il regime durante il ventennio. Meloni e Salvini, come Mussolini, hanno fatto proclami populisti dall’opposizione ma da quando sono al governo hanno dimostrato di fare solo interessi dei più ricchi e privilegiati – dice la segreteria provinciale -. Emerge di nuovo il carattere classista del presunto garantismo di una destra fascioleghista sempre pronta a confezionare norme per proteggere corrotti ma capace con un solo provvedimento vengono introdotti 24 tra nuovi reati, aggravanti e inasprimenti di pene”.

“Emblematica la norma che criminalizza una tradizionale forma di lotta nonviolenta come il blocco stradale e ferroviario, tipica delle vertenze operaie e comunitarie, e che da illecito amministrativo viene trasformata in reato penale punibile con il carcere da sei mesi a due anni – la conclusione -. Ci attendono anni di tagli della spesa sociale e di guerre. Per questo vogliono criminalizzare la protesta sociale. È un errore pensare che queste norme liberticide riguardino solo piccole minoranze. Vogliono ridurre i diritti e le libertà democratiche di tutte e tutti”.

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