La Conferenza dei sindaci tra le mura di Palazzo civico, sotto il porticato al riparto dalla pioggia battente decine di cittadini, associazioni, partiti politici e Cgil a manifestare per la sanità pubblica. Il presidio si è tenuto oggi pomeriggio, 23 settembre, e tra “un’installazione” con secchio e bastone da lavare in terra per richiamare alle recenti infiltrazioni al Sant’Andrea Rino Tortorelli portavoce di Insieme per la Sanità Pubblica e Luca Comiti di Cgil hanno ribadito i temi, complessi, della sanità spezzina tra vecchie e nuove preoccupazioni con il monito nei confronti dei sindaci a votare contro il bilancio di Asl 5.
“I punti che avevamo sollevato a giugno ci sono ancora e ora se ne è aggiunto un altro – ha detto Tortorelli – qua si parla di approvare o meno il bilancio di Asl e vorremmo che i cittadini sapessero chi tra tutti i sindaci, indipendentemente dallo schieramento politico, vorrà approvare il bilancio: c’è un risparmio di cinque milioni in due esercizi finanziari. Soldi che non sono stati dati ai cittadini e le conseguenze sono che il denaro verrà destinato ad altre Asl che sono messe meglio per posti letto e personale rispetto alla Spezia e poi dovranno essere aumentate le tasse per coprire i buchi della altre Asl. Gli spezzini avranno solo aumenti nonostante i risparmi. Quale sindaco può votare a favore? Cosa dirà ai suoi cittadini? Non facciamo campanilismi, ma noi siamo gli ultimi e dobbiamo mettere i soldi per la regione e per gli altri”.
“La nostra Asl è stata depauperata nel tempo – ha detto il segretario della Cgil Luca Comiti – sotto molti punti di vista: siamo la Asl con il minor numero di infermieri, medici, personale in generale della struttura socio sanitaria. Sul tema dei finanziamenti crediamo sia doveroso aumentarli ed è scandaloso quello che è avvenuto: due bilanci di due esercizi finanziari sono stati dati per ripianare il bilancio del San Martino. Sul Felettino non sappiamo quando si concluderà l’iter e non sappiamo come ci arriveremo perché le persone si ammalano oggi e non tra quattro o cinque anni. Siamo qua per capire: oggi la politica da che parte sta”.