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Solidarietà

Da Kobane a Le Grazie, le lettere dei ragazzi sulla strada della pace: “Nascerà un centro studi sulla guerra al Varignano”

La pace e la solidarietà sono valori comuni a tutti. Almeno così dovrebbe essere. E quando ci si riferisce a certe tematiche, che molto hanno a che fare con la sfera politica e sociale, si dice spesso che non abbiano colore. Tutti d’accordo, ma forse non si può dire che non abbiano età. La spinta a sostenere il prossimo e a dimostrargli la sua vicinanza, infatti, si riscontra soprattutto tra i più giovani, mentre si disperde con il cinismo dell’età adulta.
Lo dimostra lo scambio di messaggi che si è svolto nelle scorse settimane sull’asse Porto Venere – Kobane e che ha visto protagonisti proprio bambini e ragazzi.
Le lettere inviate la primavera scorsa dagli studenti di seconda e terza media della “Giovanni Di Giona” di Le Grazie ai coetanei siriani, infatti, hanno avuto una gradita risposta.
L’iniziativa organizzata dalla professoressa Erika Bosco per sensibilizzare gli alunni sulla fortuna di nascere in uno dei luoghi più fortunati e invidiati al mondo, ha portato gli alunni a pensare a una delle aree più disastrate e ignorate sul pianeta, dove ogni giorno muoiono bambini per le indigenze causate dai bombardamenti.
“We, the children of Kobani city the symbol of resistance, extend our heartfelt gratitude to Portovenere Students and children for their unwavering moral support and the strong sense of solidarity they have shown us. Your friendship – hanno scritto i ragazzi di Kobane agli amici di penna italiani – has been a beacon of hope in challenging times, and we deeply appreciate the compassion and commitment you’ve demonstrated. This bond reminds us that even in the face of adversity, we are not alone, and for that, we are profoundly thankful. 
Best success, 
Kobani Future Generation”
Le iniziative per promuovere la cultura della pace nella costa di Ponente del Golfo non sono finite qui: nel prossimo futuro, infatti, si assisterà alla nascita di un centro studi sulla guerra al Varignano.
“Insieme alla professoressa Luisa Rossi, docente di Geografia all’Università di Parma, costituiremo un centro studi, che procederà su una doppia direttrice, globale e locale: globale con l’analisi dei conflitti nel mondo, locale con lo studio storico e le prospettive della costa ponentina del golfo, una della aree più militarizzate in Europa. Confidiamo nella massima collaborazione di tutte le persone che odiano la guerra. Prossimamente saranno fornite le informazioni per partecipare all’iniziativa”, spiega Paolo Negro, cooperante che ha operato in Rojava tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.
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