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Le parole del coordinatore regionale meloniano accendono il dibattito

Rosso: “Alisa vulnus sanità”. Gratarola apre, Viale non ci sta. Opposizioni all’attacco: “Creatura anche di FdI”

Fratelli d'Italia, presentazione candidati

Un fitto dibattito su Alisa quello innescato dalle valutazioni sull’agenzia espresse stamani da Matteo Rosso, coordinatore ligure di Fratelli d’Italia, in occasione della conferenza stampa di presentazione dei candidati meloniani in occasione del vicino voto regionale (QUI i cinque nomi spezzini). Rosso, professione medico, ha detto che l’Agenzia ligure per la sanità è “da rivedere”, ritenendo che “così com’è è  un doppione dell’assessorato” e definendola un “vulnus della sanità”, come riportato da Genova24. In una nota, l’assessore uscente alla Sanità, Angelo Gratarola, si è detto “in linea con quanto dichiarato dall’onorevole Matteo Rosso con il quale da tempo è in atto un’ interlocuzione proficua sui temi sanitari”. Ha quindi aggiunto: “Dobbiamo adattare Alisa ai cambiamenti che avvengono nel tempo. Credo che resti necessaria, come in altre regioni, la presenza di una struttura, anche sottoforma di agenzia, che sia di supporto in termini di analisi dei dati propedeutici alla programmazione, di rielaborazione dei dati epidemiologici utili anche ai fini della prevenzione, che si avvalga dei Diar (dipartimenti regionali, organi di indirizzo scientifico), che contenga la funzione per l’accreditamento e l’autorizzazione di tutte le strutture sanitarie e sociosanitarie della regione, la struttura della politica del farmaco necessaria alla razionalizzazione e omogenizzazione dell’impiego di questi ultimi su tutto il territorio regionale e altre funzioni tecnico scientifiche a supporto della stessa Regione. Una struttura insomma che non sia l’alter ego dell’assessorato ma al servizio dell’assessorato e del Dipartimento Salute”. Conclude Gratarola, in corsa alle regionali nella lista civica a sostegno del candidati presidente Marco Bucci: “Alisa, l’azienda sanitaria ligure, sorge nel 2016 con una legge istitutiva e nasce proprio dalla necessità di riorganizzare e uniformare le attività degli ospedali e le Asl del servizio sanitario regionale al fine di garantire l’equità di accesso ai servizi e alle prestazioni da parte di tutti i liguri. Tuttavia a causa della pandemia Covid i cambiamenti più significativi sono avvenuti dal 2020, mutando le priorità di tale azienda e mettendo a dura prova il servizio sanitario. Credo che sia giunto il momento che Alisa cambi pelle, riadattandola alle nuove necessità e ai bisogni della sanità ligure”.

Sempre dall’alveo del centrodestra, ecco l’intervento della consigliera uscente Sonia Viale, assessore alla Sanità della prima giunta Toti. “Oggi in Liguria il problema della sanità non è avere o meno Alisa, ma saper organizzare al meglio e risolvere i problemi dei cittadini e di chi lavora in sanità – dichiara l’esponente Lega -. Dobbiamo ricordare che con Alisa, nel 2020, abbiamo azzerato il debito ereditato dalla sinistra e solo successivamente a causa del proliferare di cabine di regia ed anche a causa dell’impatto del Covid, siamo ritornati ad avere un disavanzo. Questo dimostra che le Asl sono preziose, ma devono essere coordinate. L’azienda zero è presente in tantissime regioni, Veneto e Piemonte ad esempio, tra l’altro è stata anche recentemente confermata in Sardegna, governata dal centrosinistra. Tornare indietro all’epoca del mio insediamento, nel 2015, quando le Asl erano cinque repubbliche, nonostante l’assessorato fosse forte, non mi pare una grande innovazione a meno che non si vogliano accorpare le Asl, ma questo facciamolo dire al centrosinistra. Oggi dobbiamo programmare la sanità tenendo presenti le criticità quali la riduzione delle liste di attesa, per le quali lo stesso governo si è impegnato recentemente e la sanità del territorio che deve essere rafforzata grazie al Pnrr e al modello di integrazione ospedale territorio. Più che di Alisa vorrei che in questa campagna elettorale si dicesse di tornare a un assessore unico per le deleghe relative alla sanità e al sociale. Marco Bucci, che è sindaco, sa quanto sia importante che queste due competenze abbiano una visione e un’azione comune e non disgiunta, come è stato nel secondo mandato della giunta di centrodestra”.

“Ricordo all’onorevole Rosso che Fratelli d’Italia Alisa l’ha fatta nascere, crescere e l’ha difesa fino all’ultimo – attacca Luca Garibaldi, capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale -. Rosso poi deve essere l’omonimo di quel consigliere regionale di Fratelli d’Italia che nel 2016 non solo ha votato l’istituzione di Alisa, ma è stato pure il relatore per la maggioranza della riforma. Quindi Alisa è anche figlia di Rosso e di Fratelli d’Italia. Che ora, dopo averla fatta nascere, crescere e difesa per anni, Fratelli d’Italia tenti malamente si disconoscerla, dà chiaramente il segno della disperazione della destra”. Continua Garibaldi: “Alisa è un carrozzone inutile, uno dei tanti disastri della gestione della destra in Liguria in materia sanitaria, ma tutte le scelte politiche in tema di sanità, sotto Toti, Fratelli d’Italia le ha sempre sostenute, rivendicate e condivise, fino all’ultimo, anche quando pochi mesi fa le opposizioni proposero la chiusura di Alisa. Non ho sentito voci in questo senso di Fratelli d’Italia, ma poco conta. Perché il disegno di Fratelli d’Italia sulla sanità è in continuità con Toti: smantellare la sanità pubblica e continuare a privatizzarla, rendendo la salute un diritto sempre più per pochi. Per questo occorre voltare pagina e ricostruire dopo i disastri della destra, che dopo aver affossato la sanità non può essere credibile nel proporsi come soluzione ai problemi della Liguria”. “Dopo nove anni di governo regionale e dopo aver creato Alisa, ora tutti puntano il dito contro la loro stessa creatura, invocando un riassetto dell’azienda ligure sanitaria di Regione Liguria. Gratarola, che avrebbe potuto intervenire più volte in tal senso e che ha sempre difeso Alisa dagli attacchi dell’opposizione, ora propone tardivamente e ipocritamente un nuovo ruolo per l’ente”, le parole di Gianni Pastorino, capogruppo di Linea condivisa in consiglio regionale, per il quale “il centrodestra ha dimostrato in questi anni di non essere all’altezza della gestione del sistema sanitario pubblico” e convinto che “è ora di mettere al centro il benessere delle cittadine e dei cittadini e un vero investimento nel pubblico, abbandonando politiche fallimentari che hanno privilegiato il privato a discapito della collettività”.

Va all’attacco anche il Movimento cinque stelle: “Siamo alle comiche: Fratelli d’Italia scopre solo ora che Alisa è un carrozzone? Che è il ‘vulnus della sanità’? Ma dov’erano quando portavamo la questione in Aula? Dov’erano quando la coppia leghista Sonia Viale-Walter Locatelli faceva scempio della sanità ligure proponendo e facendo passare la vergognosa super Asl-Alisa come panacea di tutti i mali ma che altro non era (ed è) che un poltronificio per placare gli appetiti degli amici della destra? Ve lo diciamo noi, dove erano: a votare sì non appena Toti diceva di farlo. Fratelli d’Italia è stata complice della giunta Toti nella distruzione della sanità ligure e fare oggi le verginelle non cancellerà lo scempio e la vergogna di aver sprecato risorse ingenti. È tutto nero su bianco, compresa la pioggia di milioni che unanimemente la destra regionale ha versato nelle casse del privato e del privato convenzionato spacciando questa vergogna come la soluzione per abbattere le liste d’attesa che mortificano i sanitari e i cittadini”, dichiara il capogruppo regionale Fabio Tosi. “Il fallimento di Alisa? È stato finalmente certificato dalle dichiarazioni odierne della destra – si legge poi in una dichiarazione dei portavoce M5S della Liguria -. Lo abbiamo sempre detto che era un costoso e imbarazzante poltronificio, denunciandolo più e più volte in aula, nelle commissioni e nelle conferenze, ma siamo stati sempre derisi dagli assessori di turno e dai consiglieri di maggioranza. Oggi, finalmente, hanno gettato la maschera: c’è chi bolla la super Asl come un vulnus e chi cerca di non perdere faccia dicendo che Alisa va adattata <ai cambiamenti che avvengono nel tempo>. Prendono in giro i liguri. Quel tempo è scaduto”. Rincarano i portavoce liguri dei Cinque Stelle: “Anziché garantire la programmazione e la verifica del sistema sanitario ligure, Alisa in realtà è diventata un inefficiente e costoso carrozzone che ha elargito ed elargisce troppo onerose consulenze. Pensate cosa avremmo potuto fare per i liguri con quegli oltre 40 milioni di euro annui usati invece per coprire i costi di Alisa”.

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