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"negli ultimi 35 anni le istituzioni si sono girate dall'altra parte"

Varrella: “Presto ne avremo certezza da studi genetici: 70 per cento orate che mangiano muscoli arrivano da allevamenti”

Paolo Varrella a bordo della sua barca da muscolaio
Paolo Varrella

Allarme orate tra i temi toccati ieri a Mytiliade nel corso del dibattito “Cambiamenti climatici e pesca/acquacoltura sostenibili”. A sollevarlo, Paolo Varrella, presidente della Cooperativa Mitilicoltori Associati ed esponente di Legambiente. “Sono già diversi anni che, a causa del proliferare delle orate, stiamo perdendo tutto il prodotto, i muscoli. Sono già 34-35 anni che le orate ci sono e mangiano, ma prima riusicivi a difenderti. Negli ultim tre-quattro anni abbiamo visto un salto di classe: le orate addirittura bucano le reti di produzione, ne fanno di tutti i colori. E sono tantissime. Vengono pescate, ma sono sempre di più. Tanti nostri soci per la questione orate hanno cambiato lavoro”, ha detto il mitilicoltore. “Negli ultimi trentacinque anni – ha lamentato – le istituzioni ufficialmente hanno detto siamo con voi, però si sono sempre girate dall’altra parte: nessuno ha mai voluto mettere il dito nella situazione. Allora abbiamo iniziato a studiare noi questi pesci, notando delle differenze morfologiche in queste orate che vengono pescate. Abbiamo il sospetto, e fra poco avremo la certezza – faremo degli studi genetici con un tavolo che finalmente siamo riusciti ad aprire con la Regione – che il 70-80 per cento delle orate che abbiamo dentro il Golfo sono di ceppo atlantico, cioè sono di acquacoltura, sono allevate. In Croazia sono stati fatti studi che dimostrano che le orate degli allevamenti fanno anche migrazioni di 300 chilometri. Noi qui abbiamo un all you can eat per orate. Arrivano e non se ne vanno più”. Varrella ha parlato di “un sistema drogato di allevamento intensivo, spinto dal mercato, che si inserisce in uno scenario di cambiamento climatico folle”, e ha proseguito: “Negli ulimi anni non è più inverno in mare. Lo vediamo anche con i sensori che abbiamo come Smart Bay Santa Teresa e dai dati che raccogliamo tutte le settimane, in otto stazioni nel Golfo, nell’ambito di un piano di monitoraggio con Asl. Negli ultimi tre anni la temperatura media del mare non è scesa sotto i 13 gradi. Il mare bolle! E in questo contesto, ad esempio, le orate hanno un metabolismo più accelerato e sono più voraci”.

E, ha sottolineato, non è una grana locale: “Il cambiamento climatico è un problema che riguarda tutti. A livello nazionale, a Trieste muoiono i mitili a causa di mucillaggini, temperature alte; in Veneto le tartarughe sono impazzite, attaccano tutto quello che trovano; o ancora, c’è il granchio blu. Noi e i ricercatori, che siamo in mare, conosciamo questi aspetti, il problema è che la politica se ne è sempre strafregata, perché ci sono altri interessi, perché ritiene che i problemi siano altri”. Fatto il punto sul progetto Life Mussles, che vede i muscolai usare retine biocompostabili (“la produzione di plastica è fuori controllo”, ha tuonato), Varrella ha così rincarato: “Tutti si lavano la bocca con la transizione, fanno greenwashing. La transizione o la fai o non la fai, e se la fai, la devi fare subito”. E ha concluso: “Ora nei vivai dell’ostricocoltura stiamo trovando delle ostriche tropicali: vuol dire che il mare sta andando molto più avanti di quello che riusciamo a notare. Bisogna veramente prendere il toro per le corna e fermarlo, non sarà facile, anzi per me è impossibile. Ma non voglio nemmeno pensare di dovermi adeguare, perché saremmo travolti”.

Il dibattito, moderato da Leonardo Manzari (Hub nazionale WestMED Italia) e integralmente disponibile QUI, ha visto intervenire Franco Andaloro (referente per la Sicilia del Cluster CTN BIG e Fondazione Italiana Biologi), Chiara Lombardi (ricercatrice Enea), Giuseppe Suaria (ricercatore Cnr), Giorgio Bavestrello (docente di Zoologia all’Università di Genova, membro del comitato scientifico di Marevivo e responsabile scientifico di Marevivo Liguria), Nejla Bejaoui (Laboratory of Blue Biotechnology & Aquatic Bioproducts (B3Aqua) Institut National des Sciences et Technologies de la Mer), Eraldo Rambaldi (presidente Consorzio Mediterraneo SCARL).

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