Tra i vari aspetti toccati dalla Relazione sulle attività di gestione del rischio clinico in Asl 5 relativa all’anno 2023, c’è anche quello delle aggressioni in ambito ospedaliero. Lo scorso anno, si spiega nella relazione, sono stati segnalati 57 episodi: “l’aggressione è stata prevalentemente verbale per 48 casi”, si legge, mentre per i restanti 9 si è trattato di “gesti violenti e spinte”. La maggior parte di questi episodi (il 64 per cento) ha riguardato infermieri, a seguire i medici (7 per cento). In sei casi c’è stata denuncia di infortunio, in due la denuncia all’autorità giudiziaria. “L’aggressore è stato più frequentemente un paziente”, spiega ancora la relazione. I 57 episodi si sono verificati quasi per un terzo (18) nel Dipartimento emergenza accettazione; a seguire, con nove casi segnalati ciascuno, Dipartimento medico e Dipartimento cure primarie.
Misurazioni relative alla sicurezza delle cure sono state raccolte anche nell’ambito di alcune tesi di laurea degli studenti del Corso di laurea in Infermieristica al polo universitario della Spezia. Tra i temi trattati, l’autorimozione di dispositivi nei pazienti con alterazioni cognitive e comportamentali, l’utilizzo di braccialetti colorati dei pazienti che riportano i principali rischi clinici (come cadute e allergie) o ancora aspetti che emergono dalle aggressioni agli operatori sanitari e sociosanitari, quali differenze di genere nelle tipologie e nei contenuti delle aggressioni (fisiche più a carico del sesso maschile; minacce e offese più a carico del sesso femminile; e il 10% degli intervistati ha subito aggressioni via web e/o social). In merito ai braccialetti, informa la relazione, dal lavoro di tesi è emerso che “il 79% degli operatori si è sentito più sicuro grazie alla presenza del braccialetto; il 59% ha affermato che il braccialetto ha contribuito a prevenire un evento avverso in almeno una occasione”.
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