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Consigli per cambiare lavoro

Come passare da un lavoro a un altro?

Generico settembre 2024

Com’è noto, viviamo in un periodo storico nel quale potrebbe capitare di cambiare lavoro con una certa frequenza. Quello che sembrava impensabile per le persone nate negli anni Cinquanta, Sessanta e in parte anche Settanta, oggi sta diventando realtà: è raro che esista un solo lavoro per la vita, per venti, trenta o addirittura quarant’anni. C’è chi apprezza di più questo dinamismo del mercato del lavoro, con l’opportunità di sperimentarsi in contesti e forse anche settori diversi, ma c’è anche chi predilige una maggiore stabilità. Ciò che è certo, comunque, è che bisogna essere in grado di accogliere e superare le sfide poste dal mondo del lavoro per com’è oggi: bisogna, per esempio, saper scrivere una lettera di dimissioni, senza dubbio il primo passo essenziale per poter valutare ed effettuare un cambio di occupazione. In questo articolo vediamo quali sono gli altri step essenziali da compiere per chiunque abbia interesse ad abbandonare il proprio lavoro per intraprenderne uno nuovo.

Valutare cause e motivazioni 

Potrebbe sembrare scontato, ma, prima di cominciare a cercare un altro lavoro, sarebbe utile fare un’approfondita riflessione su ciò che ci si aspetta dal lavoro in sé e dalla posizione che si ricopre, insieme, naturalmente, anche alle motivazioni personali che possono essere influenzate da un mix di fattori. È fondamentale, dunque, porsi alcune domande e cercare di darsi delle risposte: il problema potrebbe risiedere nella mansione in sé o nell’ambiente di lavoro, con due esiti completamente diversi. Normalmente, voler cambiare perché si è insoddisfatti della propria mansione si traduce nell’esigenza di cambiare carriera, ovvero di avventurarsi in un settore professionale completamente nuovo, cosa che potrebbe richiedere lo studio o l’apprendimento di nuove competenze. Sulla carta, invece, un cambio di lavoro può essere auspicabile quando la mansione viene ritenuta soddisfacente, ma è l’ambiente di lavoro a risultare problematico per qualche motivo. Interrogarsi, dunque, su quanto le responsabilità e le prospettive siano in linea con quelle desiderate è il primo passo da compiere per poter cambiare lavoro con uno più adeguato. D’altronde, un lavoro full time mediamente implica un impegno di circa 40 ore settimanali, che possono essere anche di più: trascorrere così tanto tempo insoddisfatti è negativo non solo per l’ambito meramente professionale, ma anche per la vita in generale e la quotidianità. Ma non è sempre tutto da buttare: oltre a queste considerazioni, pensare anche a ciò che si vorrebbe conservare del proprio lavoro aiuta a cercare con maggiore consapevolezza.

Obiettivi e piano di sviluppo professionale 

Quando si pensa di cambiare lavoro, è indispensabile valutare con grande attenzione gli obiettivi professionali. In molti casi, lo scopo potrebbe essere guadagnare di più, e quindi non è da escludere la possibilità di chiedere un aumento ai capi, in altri potrebbe essere ottenere lo smart working per diventare un nomade digitale, un’altra legittima richiesta almeno in alcuni contesti. In ogni caso, si tratta di uno step molto utile per vivere meglio l’ultimo periodo in una posizione e affrontare la fase di ricerca successiva. Di fatto, avere ben chiari gli obiettivi è utile per poter creare un piano di sviluppo professionale e cominciare a muoversi nella direzione di una piena realizzazione degli stessi. Strettamente collegata al piano di sviluppo è l’auto valutazione delle competenze e anche delle lacune. È utile comprendere quali competenze occorrono per diventare candidati forti e competitivi e una risorsa, in tal senso, può essere rappresentata da corsi online: investire un po’ del proprio tempo libero può sembrare inizialmente noioso, ma è senza dubbio una strategia efficace per creare un piano di sviluppo solido e coerente e ottenere più agevolmente ciò che si desidera.

Conoscere ed esplorare il mondo del lavoro

La fase di ricerca può rappresentare un momento piuttosto stressante, anche perché potrebbe richiedere alcuni mesi. Un buon modo per muoversi più agilmente nel mondo del lavoro e nella ricerca di una nuova occupazione è esplorare e conoscere il mercato del lavoro. Guardarsi intorno aiuta a capire meglio quali sono le opportunità disponibili e a fare riflessioni più approfondite su cosa si sta effettivamente cercando. Candidarsi per qualsiasi offerta non è necessariamente una strategia vincente, mentre personalizzare curriculum e lettera di presentazione per adattarli alla specifica candidatura può suggerire grande attenzione per i dettagli e favorire l’assunzione in contesti che risultano realmente interessanti. Un aspetto da non trascurare quando si cerca un lavoro è che i titoli possono essere gli stessi, o comunque molto simili, tra diverse aziende e realtà, ma le mansioni effettive e le responsabilità quotidiane possono variare anche di molto. I progetti su cui lavora un account o uno sviluppatore web, per esempio, possono essere anche molto lontani da azienda ad azienda e, allo stesso modo, ciò che può variare anche in maniera piuttosto significativa è la cultura lavorativa in generale, senza dimenticare i vari benefit, la flessibilità e, inevitabilmente, anche lo stipendio.

Valutare settori diversi

Conoscere il mercato del lavoro significa anche provare a valutare settori diversi, prestando attenzione a tendenze di rilievo come l’introduzione dell’intelligenza artificiale o le condizioni economiche che potrebbero determinare grossi cambiamenti e imprevisti di vario genere. In quella che, magari, sarebbe la terza o quarta scelta, potrebbero esserci maggiori possibilità di assunzione e prospettive di crescita. Un buon modo per raccogliere informazioni, oltre a effettuare ricerche approfondite su canali affidabili, è fare networking per cogliere elementi che rischiano di sfuggire, oltre che per avere una risorsa in più da sfruttare, anche per venire a conoscenza di nuove posizioni disponibili prima ancora che il datore di lavoro pubblichi l’annuncio. Fare networking significa sfruttare tutte le potenzialità delle comunità locali o virtuali, che sono sempre più popolate, ma aiuta anche a riflettere sulle opportunità, sui valori inderogabili e sul mercato del lavoro in senso lato.

L’importanza delle referenze

Abbiamo già parlato dell’utilità di aggiornare il curriculum vitae e la lettera di presentazione per adattarle alla posizione per la quale ci si vuole candidare, ma c’è un altro elemento fondamentale che facilita il passaggio da un lavoro a un altro: le referenze. Esse non hanno la stessa rilevanza in tutti i settori, ma sono comunque un ottimo modo per attestare in qualche modo competenze e tratti caratteriali utili per il lavoro del futuro. Anche per questo motivo, consigliamo di avere sempre delle persone disposte a poter fornire delle referenze, ma attenzione: di norma, infatti, è meglio aspettare che sia il reclutatore a richiederle in maniera esplicita, magari dopo alcuni colloqui, quando si è “più vicini” a una determinata posizione. Non mancano, comunque, contesti nei quali le referenze sono richieste già nel momento in cui viene formalizzata la candidatura. Non bisogna mai dimenticare di aggiungere i dati di contatto di chi è disposto a fornire la referenza, per permettere a chi assume di fare domande sul candidato e avere una sorta di prova di quanto dichiarato su CV o cover letter. Chiaramente, è altrettanto opportuno informare la persona di una possibile chiamata da parte di un reclutatore e, magari, approfittarne per rinfrescare un po’ la memoria su attività e progetti per i quali c’è stata collaborazione. Possibilmente, infatti, deve trattarsi di persone conosciute in ambito lavorativo: i familiari, in questo senso, sarebbero da evitare, salvo quando specificatamente richiesto.

Prepararsi al colloquio 

Per poter ottenere più facilmente il lavoro ricercato, oltre a sfruttare tutti i canali disponibili, dalle bacheche di lavoro ai numerosi siti dedicati agli annunci, passando per il networking e le candidature spontanee, non si può prescindere da un colloquio ben fatto. A seconda della posizione e dell’azienda, i primi colloqui potrebbero essere telefonici o in videochiamata, mentre per quello finale è generalmente più probabile la convocazione in sede. È importante riuscire ad apparire competenti e amichevoli: l’outfit non dovrebbe essere troppo ricercato né troppo formale, ma attenzione a non esagerare con l’abbigliamento casual, mentre è utile presentarsi con qualche minuto d’anticipo, anche qui senza eccessi. Il colloquio è un buon momento per essere se stessi, mostrando la propria personalità e la propria competenza, ma anche entusiasmo e interesse per la posizione. Una delle frasi da cui di solito non si può sfuggire è “parlami di te”: essenziale, in questo caso, è saper dare risposte centrate e sintetiche, aggiungendo informazioni che possano essere utili al reclutatore. Allo stesso modo, accade molto frequentemente che siano i reclutatori a chiedere ai candidati se ci sono domande: questa è un’ottima opportunità per mostrarsi interessati e coinvolti, ma bisogna stare attenti a non chiedere informazioni facilmente reperibili in altri luoghi. Il consiglio, infatti, è anche di effettuare qualche ricerca sulla realtà che sta offrendo la posizione non solo per arrivare più pronti al colloquio, ma anche per non rischiare sorprese spiacevoli.

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