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Il quadro emerso alla festa dei patrioti di beverino

Candidato presidente, nel centrodestra la partita è tra Cavo e Rixi. La decisione sarà presa a Roma

I coordinatori regionali dei partiti di centrodestra alla Festa dei patrioti

E’ una partita a due, quella per la scelta del candidato presidente della Liguria per il centrodestra. E il fischio finale dovrebbe giungere lunedì, dopo l’incontro che si svolgerà a Roma tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani.
A giocarsi la candidatura, con approccio assai differente, sono la deputata di Noi moderati e coordinatrice regionale della Lista Toti Ilaria Cavo e il segretario ligure della Lega e viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi.

La conferma che la scelta ricadrà su uno di questi due nomi è arrivata nel corso della seconda serata di dibattiti che si è svolta durante la seconda Festa dei patrioti di Beverino, la festa regionale di Fratelli d’Italia organizzata dal coordinamento provinciale spezzino.
Sul palco della Val Graveglia erano presenti, oltre ai due papabili candidati, anche il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Matteo Rosso, il coordinatore ligure di Udc, Umberto Calcagno, e l’onorevole Roberto Bagnasco, in rappresentanza di Forza Italia.

Alla domanda secca su quale sia il profilo ideale del candidato, Cavo ha chiarito che Noi moderati e Lista Toti costituiranno una lista con due anime, spiegando come “la parte civica sia stata e sempre sarà importante in questa regione: il civismo sarà fondamentale anche in questa occasione”.
“Il primo a chiedermi disponibilità alla candidatura è stato il coordinatore ligure di Fratelli d’Italia, Rosso. Stavamo ragionando tutti assieme mentre Toti era ancora agli arresti domiciliari. Dopo aver amministrato questa Regione non posso certo girarmi dall’altra parte e pertanto ho dato la mia disponibilità, che questa sera confermo. Ma io non ho chiesto nulla. Sono disponibile perché sono responsabile – ha aggiunto – e questo significa anche essere pronta a lavorare per scegliere la persona migliore che ci consenta di non restituire la Liguria al centrosinistra”. Riguardo alle riserve sul suo nome dovute al fato che sia stata sentita come testimone nell’ambito del processo all’ex presidente Giovanni Toti, l’ex assessore ligure ha risposto: “Sostenere che ci possa essere una inopportunità legata a ruolo processuale non è corretto: io sono stara chiamata come testimone. Siamo tutti garantisti, e certo non possiamo pensare che ci sia una incandidabilità per chi è testimone in un processo”.

Ilaria Cavo

 

Cavo, dunque, è a disposizione e pronta ad accettare l’investitura. Diverso il discorso per quel che riguarda Rixi. “Tutti i nomi del centrodestra che si stanno discutendo a Roma sono di qualità, mentre il centrosinistra è stato obbligato a scegliere Orlando, anche perché qualcuno ha deciso di toglierselo da Roma. Io non dirò mai che voglio o non voglio fare presidente: il centrodestra è una squadra e in una squadra non è il giocatore che sceglie in che ruolo giocare, quello è il compito dell’allenatore. Io ho iniziato un lavoro nel ministero per migliorare la situazione delle infrastrutture anche nel nostro territorio, e quel lavoro non è ancora finito. Inoltre questa campagna elettorale è nata in maniera forzata e se decideremo di candidare un nome che oggi fa parte del governo rischieremmo di avere il centrosinistra unito contro Giorgia Meloni, si potrebbe andare verso un dibattito di tipo ideologico: alle Europee in Liguria il centrodestra non ha vinto e se accettiamo una campagna di tipo ideologico non vinceremo nemmeno alle regionali – ha messo in guardia Rixi -. Credo sia più giusto puntare su quello che abbiamo fatto in Liguria in nove anni e che se aggreghiamo gli amministratori dei Comuni e la classe dirigente con cui abbiamo fatto questo percorso ci siano maggiori possibilità. E teniamo presente che vinceremo o perderemo di qualche migliaio di voti. Io non dirò sì o no a Meloni, Salvini e Tajani: sono a disposizione del bene della coalizione. Dico solo di non chiuderci  in noi stessi: abbiamo tante persone non tesserate per alcun partito nelle amministrazioni comunali che hanno fatto tanta strada con noi a cui possiamo dare fiducia. Cerchiamo di coinvolgere i nostri amministratori. Non diamo l’idea che senza Bucci, Rixi, Cavo o Rosso non vi sia nessun altro”. E il riferimento, poi chiarito direttamente, è in particolare al vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi e al presidente della Fondazione Carige Lorenzo Cuocolo.

Matteo Rosso

 

A togliere dal ventaglio delle scelte questi ultimi due nomi è stato Rosso, col suo intervento conclusivo. “Dopo le dimissioni di Toti abbiamo cercato di capire cosa fare. Ho parlato coi coordinatori regionali dei partiti: Bagnasco mi ha detto di no, Rixi mi ha manifestato le sue perplessità e lo stesso inizialmente ha fatto Cavo. Per trovare un nome civico, come ha detto di recente Sandro Biasotti, serve un pazzo, che abbia tanti soldi per sostenere la campagna elettorale, che lavori 7 giorni su 7 e che accetti di rischiare la galera. E infatti Delfino mi ha detto: no grazie, Bonsignore idem. Lo stesso Cuocolo mi ha chiesto di toglierlo dalla rosa dei papabili. Il mondo civico ha legittimamente altri interessi. Siamo quindi arrivati al mondo politico. Io vedo in Cavo una donna che lavora come una pazza, che studia incessantemente e si dà da fare. Le persone la conoscono, la salutano e allora mi sono detto: perché non forzare per chiederle di candidarsi?. Anche Rixi secondo me è un candidato straordinario: è vice ministro e segretario ligure della Lega. Entrambi sono nomi straordinari. Per quanto riguarda Piciocchi: è un ottimo vicesindaco e assessore, e sono convinto che debba continuare a fare quello. Bucci, lo sappiamo tutti, ha dovuto affrontare alcuni problemi di salute e se in futuro dovesse assentarsi per seguire delle cure avremmo tolto all’amministrazione un suo fondamentale pilastro. Non possiamo indebolire il Comune di Genova per la Regione. E’ un discorso di prospettiva, che non guarda solamente a quello che può accadere nel prossimo mese. Per quel che riguarda me, infine, mi sono tirato indietro perché l’esperienza del processo Spese pazze mi ha colpito molto. Tornare in Regione sarebbe rivivere una pagina molto triste della mia vita, che ha colpito anche la mia famiglia. Io là dentro non ce la faccio a tornare”.
A margine del dibattito il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia è stato ancora più lapidario: “Rixi si esprima. Se non vuole fare il candidato lasci posto a Cavo, altrimenti perdiamo giorni preziosi, utili anche per la formazione migliore delle liste”.

La situazione è chiara, anche se piuttosto complessa. E, come spesso accade, a sciogliere il nodo gordiano saranno le decisioni che verranno prese a Roma.

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