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Le precisazioni dell'ex amministratore delegato

Interviene Goretta, “quello che c’era prima”: “I dati dicono che Atc non era come viene raccontata oggi”

Renato Goretta

“Sui quotidiani, da giorni, sono presenti articoli incentrati sulle vicende di Atc, l’azienda di trasporto pubblico locale, e della sua gestione aziendale prima e dopo il 2018. Ho già risposto, recentemente, sulle colonne di Città della Spezia, al precedente amministratore delegato di Atc e ritengo opportuno intervenire, nuovamente, sentendomi chiamato in causa anche nella querelle attuale, essendo stato amministratore unico di Atc esercizio dal dicembre 2013 all’aprile 2018″. A intervenire sul tema della situazione del trasporto pubblico locale è Renato Goretta, che ha appunto ricoperto l’incarico di amministratore delegato dell’azienda partecipata prima che l’amministrazione comunale consegnasse la gestione al binomio formato dal presidente Gianfranco Bianchi e al manager Francesco Masinelli, finito nel mirino di aspre critiche per le scelte che hanno contribuito a creare il quadro di incertezza e difficoltà che stanno vivendo oggi lavoratori e utenti.

“Per fare chiarezza – prosegue Goretta – propongo alcune considerazioni, scevre da ogni connotazione politica, basandomi unicamente su dati verificabili nei bilanci, sfuggendo allo schema “la responsabilità è di quelli che c’erano prima” che, certamente, avrei potuto usare anch’io – e non l’ho fatto anche per una questione di stile – e che, dopo sette anni, sinceramente, trovo stucchevole. Il primo elemento riscontrabile è quello degli utili, più volte tirato in ballo: nei quattro anni nei quali ho gestito l’azienda, Atc ha prodotto 4.199.664 euro di utili, mentre nei sei anni successivi ne ha prodotti 843.378. La proporzione e semplice: da 1 milione all’anno a 140.000 euro all’anno. Siamo tutti concordi nel ritenere che un’azienda di trasporto pubblico locale non debba avere come obiettivo primario l’utile ma, piuttosto, la qualità del servizio che, chi conosce minimamente questo settore sa che si basa su tre parametri: numero di corse; frequenza; puntualità. Ma resta il fatto che, durante la mia gestione, ho avuto la necessità di ristrutturare il conto economico “ereditato” e irrobustire l’azienda per affrontare un periodo – “lacrime e sangue” – nel quale i finanziamenti per rinnovare la flotta sarebbero stati, drasticamente, tagliati con la crisi dei conti pubblici del 2013 (finanziamenti che ora, per fortuna, sono tornati a essere molto cospicui!). Siccome non era chiaro se avremmo dovuto affrontare la gara per l’affidamento del servizio oppure procedere con l’affidamento in house, era necessario, prima di tutto, avere i conti in regola per ogni evenienza”.

Renato Goretta

 

Il secondo elemento che Goretta intende chiarire, anch’esso recentemente tirato in causa, è quello relativo all’acquisto dei mezzi nuovi e mezzi usati. “Nonostante, appunto, la scarsità di risorse, l’azienda, all’epoca, acquistò, in autofinanziamento, alcuni mezzi nuovi e alcuni mezzi usati: 11 mezzi nuovi e 16 mezzi usati (ovviamente, di età inferiore a quelli dismessi). Inoltre, Atc acquistò ulteriori 22 mezzi nuovi con un finanziamento pubblico dovuto a un residuo derivante dal mancato utilizzo negli anni precedenti ai “miei”. Con questo piccolo ma oculato intervento abbattemmo l’età media del parco di circa un anno arrestando, invertendo, la corsa all’invecchiamento. A tal proposito ho trovato molto grave – anche per un consesso politico – l’affermazione riportata su Città della Spezia sul fatto che i mezzi fossero “più o meno sicuri” gettando discredito sull’operato del direttore di esercizio (che aveva la responsabilità dei mezzi in servizio) e sulla competenza e professionalità dei lavoratori Atc addetti alle manutenzioni. Cosa che, posso assicurare, non risponde al vero. Anzi, ho sempre potuto riscontrare grande impegno e professionalità, direi abnegazione, da parte di tutte persone del reparto manutenzione, a partire dal suo responsabile”.

“Altre informazioni utili a comprendere la gestione aziendale: avevo “ereditato” l’azienda con 35.192.505 euro di costi della produzione; l’ho lasciata con 33.891.626 euro di costi di produzione. Meno 1.300.879 euro in quattro anni. In particolare, dopo un solo anno di gestione – ricorda Goretta – avevamo portato i costi della produzione al 93% del risultato d’esercizio (2014), mentre nel 2023 sono ritornati al 99%. Inoltre, nel recente dibattito politico – in consiglio comunale – sarebbe poi emerso che “nel 2017 Atc non aveva nemmeno i soldi per pagare il carburante”. Un’affermazione non vera: i fornitori apprezzavano proprio la puntualità dei pagamenti di Atc – peraltro con tempi dettati dalle norme, accordando, per questo, migliori condizioni economiche – che non ne ha mai ritardato alcuno. Ero proprio io ad autorizzare – puntualmente – ogni singolo pagamento. Viceversa, se non ricordo male, proprio nel recente passato, Atc ha mostrato reali segni di sofferenza, ritardando persino il pagamento degli stipendi dei suoi dipendenti”.

Goretta tiene a fare una ultima precisazione anche in relazione all’affermazione “storicamente alla Spezia il 30% è subappaltato da Atc”, resa dai consiglieri della maggioranza in una nota: “Il riferimento è, sicuramente, alla storia molto recente. Infatti, fino al 2017, l’affidamento in subappalto non superava il 20% il che, probabilmente, con l’affidamento al nuovo subappaltatore e la necessità di migrazione del personale in subappalto a una nuova, sconosciuta, organizzazione ha acuito le tensioni all’interno di Atc contribuendo al “problema autisti”. La determinazione dell’organico di esercizio in un’azienda di trasporto pubblico – aggiunge l’ex manager dell’azienda – è un’operazione piuttosto semplice: devono essere considerati i turni macchina necessari, le ferie, le assenze (statistiche malattie e infortuni), la quota straordinari, la statistica dimissioni volontarie e il piano pensionamenti detraendo la “quota subappaltata”. Si deve poi considerare che più si alza il subappalto più si è a “rischio servizio” in caso di inadempimento del subappaltatore. Quindi qualche margine di sicurezza deve pur essere assunto. Semplice. Qual è l’aggravante possibile: l’esodo volontario dei lavoratori. I lavoratori vanno via da un’azienda quando non vi stanno più bene (causa principale) oppure se ricevono un’offerta economica migliore (causa secondaria) oppure quando non vi è più senso di appartenenza. Ecco, la sottovalutazione di questi aspetti può, com’è facile intuire, creare problemi. Anzi consentire che si verifichino, contemporaneamente, è, spesso, disastroso”.

Infine, ci sono cinque risultati dei quali Goretta va particolarmente fiero. “Quello di aver “ereditato” un’azienda con 2.445.620 euro di patrimonio e di averla lasciata con 6.645.288 euro; quello di aver ridotto il costo – credo unica azienda in Italia a ridurre le tariffe – del carnet 10 corse; quello di aver ridotto le consulenze esterne – perché le competenze erano già in azienda – del 43% portandole a circa 10.000 euro all’anno (mentre credo che oggi superino i 100.000 euro all’anno); quello di aver “ereditato” 223 cause con i dipendenti e di aver lasciato l’azienda, nel 2017, con 1 causa; di aver testato, nel 2017, gli autobus elettrici con i supercapacitori (con carica al capolinea), scelta che avrebbe consentito di eliminare i nuovi investimenti sulla filovia, di dismetterla nel tempo, eliminando l’inquinamento visivo e di essere più flessibili nel servizio – destinando i risparmi al miglioramento della qualità – scelta che è stata, successivamente, abbandonata dai nuovi amministratori quando, invece, Amt l’ha introdotta a Milano nel 2021. Eravamo, per una volta, in anticipo di quattro anni. Fiero anche per il fatto di aver raggiunto questi risultati con la collaborazione, praticamente, di tutte le persone di Atc che, a vario titolo, hanno collaborato con me e che mi hanno insegnato davvero tanto. Insegnamenti preziosi dei quali ho fatto tesoro. Purtroppo, ci sono anche due progetti che non sono riuscito a realizzare, stante l’opposizione dell’assemblea dei soci: la realizzazione di due capilinea (Stazione Centrale e Piazzale Kennedy) con piccoli mezzi elettrici in centro e lo spostamento della biglietteria da Piazza Chiodo a Via Chiodo (operazione che, peraltro, avrebbe ulteriormente incrementato il patrimonio aziendale) oltre che, ovviamente, ai due capilinea”, riferisce con rammarico Goretta.

“Ma, concludendo, per gestire e valutare i risultati di un’azienda dalla gestione complessa come Atc, non basta saper fare di conto, non bastano i numeri – per quello è sufficiente, semplicemente, un commercialista – bisogna saper gestire le persone, valorizzandole e motivandole, e saper creare, anche nella dinamica sindacale, nel rispetto dei ruoli, quello spirito che consente di superare gli ostacoli e raggiungere i risultati che avevamo raggiunto. I buoni risultati non possono che essere collettivi; per quelli cattivi ci sono gli amministratori. Questa la regola aurea”, chiosa Goretta.

 

 

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