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Quasi 4mila precari solo alle superiori

Battaglione di precari nella scuola. Scotti: “Insegnanti costretti a presentare domande ‘al buio’ con l’algoritmo che non ripesca”

La segretaria di Flc Cgil Laura Scotti fa un punto della situazione prima del rientro in classe: "Siamo preoccupati. Ogni anno si aggiungono nuovi temi mentre il personale Ata, che apre fisicamente le scuole, non è mai sufficiente. Lavoratori rischiano turni difficili da sostenere".

Scuola

Facce vecchie e nuove negli istituti scolastici come le problematiche, più volte sottolineate dai sindacati, scandiscono il percorso che porta al suono della prima campanella dell’anno prevista in Liguria per il 16 settembre.
In quella data però i destinatari delle lezioni rientreranno effettivamente in classe mentre Ufficio scolastico regionale, personale Ata, docenti e dirigenti hanno già ricominciato le fitte corrispondenze in vista del rientro. Il quadro però è tutt’altro che semplice da interpretare, come sottolinea a più riprese Flc Cgil della Spezia nelle parole di Laura Scotti.

Laura Scotti Flc Cgil

Se per i docenti di ruolo la situazione è chiara e non ci saranno scossoni, per il personale precario di tutte le categorie a partire dagli Ata, quelli che garantiscono l’apertura fisica delle scuole, è tutto più complesso. Per queste figure professionali sul precariato si è mosso qualcosa oggi pomeriggio quando sono arrivate le nomine. Per i docenti, di ogni ordine e grado con contratti a termine si spera che le ultime conferme arrivino dopo il fine settimana ma c’è un “ma” che dipende dal famoso algoritmo, in vigore già da tempo: quest’anno la scelta delle sedi è stata fatta senza conoscere però i posti disponibili. Quindi i docenti, per il sindacato, si sono “buttati” nella mischia: se la sede scelta viene affidata altri colleghi torneranno in graduatoria ma se il posto diventa vacante, ad esempio per una rinuncia, l’algoritmo non tornerà indietro.
Facendo due calcoli, con i dati forniti da Flc Cgil, i precari in provincia sono un battaglione diviso per fasce (prima e seconda). Al di là delle competenze richieste si tratta di insegnati che devono fare i conti con cattedre e orari potenzialmente sparsi. Nella scuola dell’infanzia in prima fascia sono 698 e in seconda 82, nella primaria 145 in prima e 685 in seconda. Nella primaria di secondaria di primo grado in prima fascia sono 1.412 e in seconda fascia 141. Infine, i numeri più alti sono nella secondaria di secondo grado: i docenti in prima fascia, che hanno dovuto sostenere l’abilitazione da 30 oppure 60 cfu sono 256, quelli in seconda sono 3.895.
Elencati i numeri, l’analisi si sposta sulle criticità. “Non possiamo essere che preoccupati per i lavoratori della scuola– precisa Laura Scotti -. Nel resto del Paese la situazione è molto di più complicata. Il nostro Ufficio scolastico regionale ha lavorato a oltranza sia a luglio che ad agosto e più di una situazione verrà risolta ma certamente non possono fare i miracoli se a monte è l’intero sistema scuola che non funziona più”.
“Anche quest’anno per il precariato si arriva in affanno alla prima campanella – aggiunge -. Mi preme sottolineare il ruolo del personale Ata perché sono coloro i quali fisicamente permettono l’apertura delle scuole. Senza modifiche alla situazione attuale e nuove assunzioni saranno sempre più esposti a turni difficili da sostenere. Concentrandosi poi sul tema dei docenti precari, che alla Spezia sono tantissimi, hanno inserito la propria scelta delle sedi sia senza conoscere la propria posizione in graduatoria, perché è stata pubblicata dopo, quali posti fossero disponibili. Domande presentate praticamente ‘al buio’ e allo scorrere della graduatoria non solo non verranno ripescati dall’algoritmo ma rischieranno di finire con orari spezzati in luoghi molto distanti tra loro all’interno della provincia. Su questo punto a livello nazionale abbiamo cercato di confrontarci con il Ministero ma stando a quanto riferito il meccanismo, per i troppi dati da elaborare, non può essere invertito. Non possiamo non citare poi la questione delle classi ‘pollaio’: troppi studenti e un numero non sufficiente di insegnanti”.
“Sono presenti situazioni pregresse, che ci trasciniamo dietro da anni e ad ogni anno scolastico si aggiungono sempre nuovi temi – conclude Scotti – e a risentirne però sono sempre la didattica, gli studenti e i lavoratori della scuola”.

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