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Cronaca del match e tabellino

Un’ora a dominare poi la Salernitana si rianima coi suoi vecchi e nuovi gioielli. I rigori stavolta sono indigesti alle Aquile

Lo stadio Arechi di Salernoi

SALERNITANA-SPEZIA 5-4 ai rigori (3-3 dopo i tempi regolamentari)
Marcatori: 42’pt Candelari, 45’pt Soleri, 8’st Kallon, 13’st Soleri, 24’st rig. Dia, 48’st Dia

SALERNITANA (4-3-3): Sepe; Bronn, Daniliuc, Velthuis, Njoh (29’st Bradaric); M.Coulibaly (29’st Simy), Maggiore (14’st Legowski), Amatucci; Sfait (1’st Kallon), Dia, Valencia (36’st Braaf). A disposizione: Fiorillo, Salvati, Gentile, L.Coulibaly, Jimenez, Iervolino, Guccione, Di Vico. Allenatore: Giovanni Martusciello.

SPEZIA (3-5-2): Sarr; Bertola, Mateju, Wisniewski, Bertola; Vignali, Bandinelli (28’st Nagy), Esposito S., Aurelio (41’st Hristov); Candelari (32’st P. Elia); Soleri (32’st P. Esposito), Falcinelli (28’st Di Serio). A disposizione: Mascardi, Mosti, Degli Innocenti, Corradini, Benvenuto, Hristov, Giorgeschi. Allenatore: Luca D’Angelo.

Arbitro: Daniele Rutella della sezione di Enna
Assistenti: Francesco Cortese (sez. Palermo) – Eugenio Scarpa (sez. Collegno).
IV Uomo: Domenico Leone (sez. Barletta).
Var: Matteo Gariglio (sez. Pinerolo).
Assistente Var: Giacomo Paganessi (sez. Bergamo)
Ammoniti: M.Coulibaly, Bertola, Elia
Spettatori: 6905
Recupero: 2′(pt), 7′(st)

Con addosso la maglia che celebra gli ottant’anni dalla vittoria del Campionato di guerra del 1944 e la fascia da capitano sul braccio di Luca Vignali, lo Spezia comanda per un’ora dove va in doppio vantaggio per due volte convincendo tutti, ma alla fine si fa raggiungere a tempo scaduto e si fa trascinare ai rigore dove Nagy è l’unico a farselo parare regalando ad una Salernitana talentuosa ma in cantiere la qualificazione al secondo turno della Coppa Italia. Peccato perché gli aquilotti avevano ben figurato per larghi tratti, trovando gol e giocate in una serata che soprattutto dopo il primo tempo, terminato 0-2, sembrava ormai apparecchiata nel modo migliore. Quei rigori che lo scorso anno furono il viatico per il passaggio del turno a spese del Venezia poi promosso in serie A a giugno, questa volta non sorridono. Ma è anche vero che lo Spezia alla lotteria degli undici metri non sarebbe dovuto arrivarci se solo avesse meglio gestito un finale di gara in cui la Salernitana era soprattutto Kallon e qualche palla buttata dentro a pescare fortuna. Peccato anche perché non è mai bello prendere tre reti in soli 40′ dopo non aver subito nulla nell’intera prima frazione, sporca inevitabilmente una prestazione complessivamente interessante. Ottime le prestazioni di Candelari e Soleri, marcatori e anime di una squadra che ha dato buoni feedback dalla cintola in su. A centrocampo automatismi e posizioni da rivedere mentre dietro la stazza in questo momento non aiuta chi ha sulle gambe la preparazione estiva.

All’Arechi il primo turno della Coppa Italia 2024-25 si gioca con temperature infernali e davanti a circa 7mila spettatori: è la prova generale per i rispettivi esordi in campionato fra meno di una settimana. Salernitana in campo con diversi potenziali partenti compreso l’ex capitano aquilotto Giulio Maggiore, D’Angelo riparte dal collaudato 3-5-2 ma con undici di partenza con qualche sorpresa: Hristov, Di Serio, Nagy ed Elia partono dalla panchina, evidentemente in ottica della vicinissima gara d’esordio in campionato in quel di Pisa. In apertura di partite le caratteristiche delle due squadre si manifestano plasticamente: la Salernitana gestisce maggiormente il possesso, lo Spezia predilige come di consueto il recupero della palla e l’immediata profondità soprattutto con quel Salvatore Esposito e il suo inedito numero ‘5’: proprio da una situazione del genere, al 4′ Spezia va a un niente dal vantaggio con una verticalizzazione improvvisa di Candelari che aziona Soleri, abile a girare intorno al portiere Sepe in uscita disinvolta e a depositare in porta con precisione chirurgica ma non con la forza giusta: Bronn insegue la palla e prima che varchi la linea di porta riesce a metterla fuori non senza fatica. E’ solo un lampo in una gara dai ritmi bassi, con qualche errore in appoggio (Wisniewski regala un pallone che poteva dare dolore) e dove sono soprattutto i due mister a sgolarsi: se D’Angelo chiede ordine ad una squadra che svolge con diligenza il proprio compito e che ha già trovato nel mobilissimo Edoardo Soleri il punto di riferimento per quasi tutte le situazioni offensive, Martusciello (che ha come vice Alessandro Pane, ex mister aquilotto) pretende più dinamismo. Si fa notare Candelari, efficace nella transizione, mentre Sepe al 34′ smanaccerà in corner una punizione interessante di Salvatore Esposito e subito dopo Vignali completa una diagonale difensiva che cancella provvidenzialmente l’inferiorità numerica ed evita guai peggiori alla retroguardia bianca. Qualcosa di simile a quello che farà Mateju al 42′: l’impressione è che con la linea difensiva molto alta qualcosa si può rischiare sulle ripartenze di Dia e compagni. Lo Spezia passa al 42′ e tutto sommato lo fa meritatamente per quanto costruito: palla scodellata al centro, la Salernitana rinvia corto sui piedi di Falcinelli che non ci pensa due volte e spara un bolide che costringe Pepe a unire i pugni ma sulla ribattuta il più lesto di tutti è Candelari: mente fredda, piede caldo e sfera in porta. I bianchi rimangono alti e pericolosi, Candelari vuole la doppietta ma trova la difesa che in qualche modo se la cava poi una giocata tipicamente dangeliana propiziata dall’intuizione di un lucidissimo Candelari che scarica per Soleri per il dai e vai ma l’ex attaccante del Palermo decide di mettersi in proprio: riceve spalle alla porta al limite dell’area, si gira e insacca alle spalle di Pepe con un gran gol. La reazione dei granata a tempo scaduto: imbucata di Amatucci per Dia che prova a sorprendere Sarr sul primo palo, palla deviata in angolo dal portiere senegalese. Spezia compatto, Salernitana che sembra la classica squadra appena retrocessa in un ambiente arrabbiato con la società e con tanti calciatori con la testa altrove. Ne sappiamo parecchio di queste cose.

Con Kallon in campo, la Salernitana inizia il secondo tempo di slancio e staziona per diversi minuti nella metà campo altrui: pericolosa sugli sviluppi di un angolo dove Sarr prima pasticcia ma poi riesce a impedire a Dia di battere a rete. Basta però una ripartenza per tornare a fare paura con una ripartenza che porterà Aurelio a un bel cross teso, sventato da Sepe con Soleri di gran carriera, pronto a mandarla in porta, anticipato d’un soffio. All’8′ la Salernitana accorcia le distanze: il sinistro di Kallon che arpiona una palla vagante persa in origine da Bandinelli, gira alla perfezione e non lascia scampo all’incolpevole Sarr. Al 10′ l’arbitro annulla il 3-1 di Soleri, capace di trasformare in oro una conclusione di Aurelio, smorzata da un difensore: sarà il Var a contraddire il direttore di gara che dovrà convalidare la rete dopo due minuti di replay e linee sovrapposte che legittimano la posizione regolare dell’attaccante romano. Un gol che scatena la curva di casa che se la prende con Iervolino ma la partita non è finita qui visto che al 20′ Amatucci cade in area sul contatto con capitan Vignali che non dosa bene l’intervento inarcando la schiena sul corpo del salernitano: proteste spezzine ma la sensazione è che il rigore ci possa stare. Anche il Var conferma e Dia che si prende la responsabilità di calciare in un clima non amichevole nei suoi confronti: i fischi però non lo impressionano e lui sigla il 2-3 spiazzando Sarr. Il 3-3 sembra cosa fatta due minuti dopo ma Kallon sbaglia mira dopo aver apparecchiato alla perfezione una ripartenza figlia del momento improvvisamente buono dei padroni di casa. Paura vera, D’Angelo chiama Nagy per rimettere la barca in sesto, cambia anche le punte e si prepara a un finale di gestione mentre Martusciello aggiunge un attaccante, rispolverando Simy per tentare di andare a riprenderla. C’è il lavoro della preparazione nelle gambe dei giocatori e tra il volere e il potere il differenziale cresce. Simy ha sulla testa la palla del 3-3 regalatagli da un Kallon che in B può fare il vuoto ma la spedisce incredibilmente fuori a due passi dalla linea di porta. Più che assalti quelli della Salernitana sono marce perchè il fiato è corto e le gambe stanche ma con la batteria d’attaccanti in area basta un cross: nei minuti finali dentro anche i centimetri di Hristov. Nel recupero sembra tutto abbastanza nelle corde dello Spezia che deve far scorrere i minuti ma dietro l’angolo arriva la beffa che manda tutti ai calci di rigore: su una palla che arriva dentro l’area Nagy rinvia malamente sui piedi avversi, regalando una possibilità che Dia non spreca: calcia forte, passa fra una selva di corpi bucando Sarr e salutando Salerno in polemica ma con una doppietta che amareggia ancor di più per quello che poteva essere e non è stato.

Nagy è l’unico a sbagliare. Salernitana chirurgica dagli undici metri. Dal dischetto inizia lo Spezia con Di Serio che spiazza Sepe mentre Sarr intuisce ma non riesce a fermare la conclusione di Dia. Secondo rigore affidato a Hristov che angola alla perfezione il suo destro incrociato poi Kallon per pareggiare il conto: l’uomo che ha cambiato il match col sinistro centrale non lascia scampo a Sarr. Il destro a mezz’altezza di Nagy non impressiona Sepe che ci arriva con il braccio di richiamo mentre Simy impietrisce Sarr portando avanti i suoi. Salvatore Esposito deve fare gol per alimentare la speranza e con freddezza infila la palla nell’angolo opposto a quello scelto da Sepe ma Bronn ipoteca la vittoria che Pio Esposito rimanda solo di un minuto con il sigillo finale di Bradaric.

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