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Spostata per un progetto di riallestimento dell'area esterna del museo

Era accanto all’ingresso del Lia, ora giace in mezzo alle erbacce ai Buggi. Dopo 9 anni il Comune si accorge che mancava l’atto di donazione per la statua di Tedoldi

La statua di Sergio Tedoldi trasferita da Via del Prione al magazzino dei Buggi

Da ormai due mesi l’opera del pittore e scultore spezzino Sergio Tedoldi è stata rimossa dalla sua posizione accanto all’ingresso del Museo Lia ed è stata parcheggiata in un magazzino comunale all’aperto che si trova ai Buggi, relegata tra erbacce, rovi e lastroni di pietra.
Per settimane CDS ha attesa una spiegazione sulle motivazioni dello spostamento e sulla scelta della nuova collocazione, che di certo non valorizza un’opera che si trovava nel cuore del centro storico da una decina d’anni e che non sembra avere niente da invidiare alle sculture che sono state collocate in città nel corso degli ultimi anni.

La statua di Sergio Tedoldi trasferita da Via del Prione al magazzino dei Buggi

Nei giorni scorsi il fratello dell’artista, Giorgio Tedoldi, ha pubblicato su Facebook la risposta ricevuta dall’amministrazione allo stesso interrogativo.
Stando al contenuto della mail firmata da una funzionaria dell’assessorato alla Cultura la ragione della rimozione risiede nella volontà dell’amministrazione di realizzare un progetto di riallestimento dello spazio esterno all’entrata del museo, fatto che viene confermato dall’intenzione di intervenire anche sulle facciate del presidio culturale e della vicina Palazzina delle arti.
Per quanto riguarda la nuova destinazione dell’opera, invece, l’argomentazione addotta è che in occasione dell’installazione dell’opera (concomitante con la mostra monografica Sergio Tedoldi – Antologia che si tenne alla Palazzina delle arti tra l’aprile e il luglio 2015) non venne formalizzata la donazione dell’opera all’amministrazione civica e che ai Buggi l’opera è ricoverata nel rispetto delle misure di sicurezza.
Una carenza di cui ci si è resi conto dopo 9 anni. La speranza è che non ne occorrano altrettanti per formalizzare l’atto o comunque trovare una soluzione che permetta alla statua di uscire dal tunnel di degrado in cui è finita, proprio nei pressi della galleria che avrebbe dovuto trasformarsi nel famigerato collegamento tra i Buggi e Monesteroli.
Lo meriterebbe soprattutto il suo autore, oggi novantenne, che ha più volte esposto nei musei spezzini, compreso il Camec, che dal 2020 vede alcune sue opere far parte del fondo opere grafiche del centro di arte moderna. Che possa essere proprio la struttura di Via Gramsci o uno spazio adiacente la destinazione ideale per la scultura, una volta sistemate le burocrazie?

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