“Dobbiamo cercare un’alleanza, e la cercheremo ovviamente partendo dalle opposizioni, come è giusto, perché siamo all’opposizione, ma non accetteremo due cose: uno, un’agenda giustizialista, perché quel problema del porto ce l’aveva il Pd prima esattamente negli stessi termini ed è stato graziato dalla magistratura, perché non ci andava solo Toti sulla barca; lo sanno tutti, ci sono le foto. Non accetteremo toni giustizialisti. Secondo: la questione delle infrastrutture, il tema centrale della Liguria. Se l’agenda della sinistra sarà giustizialismo e no alle infrastrutture, non ci saremo”. Lo ha detto, in relazione alle elezioni regionali liguri, Carlo Calenda, leader nazionale di Azione, intervenendo stamani su RatiTre ad Agorà Estate.
“Toti è un mio avversario, ma credo che sia uno sconcio. Azione non prende finanziamenti da concessionari pubblici. Io da quando faccio politica non ho mai accettato una consulenza a nessun titolo – così Calenda in un altro passaggio -. Però oggi è possibile farlo, ed è la stortura che va corretta. Ma al di là di questo, tu non puoi dire a un governatore, che non è processato, che non è stato giudicato colpevole, che rimane agli arresti domiciliari finché non si dimette. Perché questa è una cosa che classicamente quando succede a un avversario, tu gioisci, ma se noi non ristabiliamo un principio di civiltà per il quale c’è una presunzione effettiva di innocenza, alla fine sarà una volta uno di sinistra, una votla uno di destra…”. Il leader di Azione, che in Consiglio regionale è rappresentata da Pippo Rossetti, ha aggiunto: “Toti può essere il mio peggiore avversario, ma io devo difenderlo, da liberale, esattamente cose se fosse un membro del mio partito, secondo gli stessi criteri, così noi continueremo a fare”.