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Le osservazioni e la richiesta al ministro

Panigaglia, Comitato: “Cassare istruttoria, dismissione immediata”. Leali: “Peracchini pilatesco”

Il rigassificatore di Panigaglia di GNL Italia

Nella giornata di ieri i consiglieri comunali del gruppo Leali a Spezia Roberto Centi e Giorgia Lombardi hanno presentato al ministero dell’Ambiente le loro osservazioni sul progetto di ammodernamento ed adeguamento dell’impianto Gnl di Panigaglia. “Siamo convinti che il progetto sia ancora più impattante di quello già bocciato dalla regione Liguria nel 2011 e che potrebbe avere conseguenze che vanno contro le direttive ambientali dello Stato italiano e dell’Unione Europea – dichiarano Centi e Lombardi -. Vogliono spacciare il progetto come ammodernamento; ma, di fatto, è invece un ampliamento attraverso i progetti di truck loading e vessel realoding; l’impianto va quindi verso un totale stravolgimento che avrà come scopo l’aumento del 30% della capacità di rigassificazione ed anche e soprattutto un aumento di oltre il 100% della capacità di scarico, trasferimento e stoccaggio del Gnl. Vista la pericolosità dell’impianto, distante un km dai borghi di Fezzano e Le Grazie, riteniamo invece opportuno e doveroso attivare una fase di progressiva e governata dismissione (ipotesi peraltro prevista nella relazione ambientale), secondo la logica di un piano energetico nazionale equilibrato con impianti di rigassificazione lontani dai centri abitati ed in totale sicurezza. In subordine, chiediamo che il progetto sia sottoposto alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ordinaria e sia verificata anche la sua compatibilità paesaggistica”. Concludono i consiglieri di opposizione: “Denunciamo anche l’ambiguità di Peracchini che come presidente della Provincia nulla ha detto sui progetti truck loading e vessel reloading; e come sindaco, dopo aver dato parere favorevole al truck loading, ora ha avuto un minimo ripensamento solo per il molo cui attraccheranno le bettoline. Un atteggiamento pilatesco, che non risponde agli interessi di un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo negli anni ai piani energetici nazionali e che ora deve invece traguardare uno sviluppo sostenibile e rispettoso della sicurezza dei cittadini e dell’ambiente”.

“Cassare l’istruttoria relativa all’ammodernamento e all’adeguamento dell’impianto Gnl di Panigaglia e assumere ogni utile iniziativa per attuare l’immediata dismissione del rigassificatore di Panigaglia, sì da garantire, nel rispetto della Costituzione e delle normative vigenti, la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente”: è la richiesta formulata dal Comitato per l’immediata dismissione del rigassificatore di Panigaglia al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Nella nota inviata a Roma si fa anche riferimento all’impianto Frsu Toscana; in particolare per il comitato “è sconcertante, sia il confronto con le aree di rischio individuate per il rigassificatore toscano rispetto a quelle stabilite per l’impianto di Panigaglia, sia il fatto che quello toscano è in mare, a 12 miglia dalla costa – quindi distante dalle aree abitate – e con una zona di totale interdizione alla navigazione di 2 miglia di raggio (3.700 metri) e non di pochi metri come a Panigaglia”, si legge nel comunicato del gruppo. “Ma se le Zone di sicurezza previste per il terminale Fsru Toscana fossero adottate per l’impianto di Panigaglia – proseguono dal comitato -, dovrebbero essere sgomberati innumerevoli insediamenti abitativi (col conseguente trasferimento di moltissimi residenti), dovrebbero essere abbandonate tantissime attività economiche e il Golfo della Spezia sarebbe totalmente interdetto alla navigazione”. Gli attivisti inoltre rilevano che “l’impianto non sarebbe stato autorizzato, se fosse stato progettato successivamente alla Direttiva Seveso o se solo fosse stato utilizzato un minimo di buon senso” e affermano che “la collocazione rende inutile il Piano di emergenza esterna” e che “il rigassificatore è uno dei tanti obiettivi sensibili presenti nel golfo, ma indifendibile da qualsiasi attacco”. Nella comunicazione inviata a Roma, informa ancora la nota del Comitato, si “definisce deplorevole che i preposti alla sicurezza dei cittadini accolgano le istanze di Gnl Italia, invece di attuare l’immediata dismissione dell’impianto, imbarazzante che il rigassificatore di Panigaglia e le previste attività correlate siano in contrasto con la direttiva europea sulle energie rinnovabili, indegno che chi rilascia le autorizzazioni affermi (onestamente) che la collocazione dell’impianto di Panigaglia è sbagliata e pericolosa, che le fasce di sicurezza sono ridicole e che, se fossero giuste, ci sarebbe il blocco di tutte le attività, ma poi agisca senza adottare i dovuti e giusti adempimenti di competenza, perché giudica suo compito dare comunque l’autorizzazione”.

“Il rigassificatore doveva essere dismesso nel 2013, ma grazie a deroghe su deroghe è ancora lì, con l’aggravante che stanno valutando di ampliarlo per garantire il truck loading e il vessel loading, metaniere per il rifornire la Sardegna e decine di autocisterne che quotidianamente attraverseranno trasversalmente il Golfo su un piccolo battello e poi il quartiere abitato di Fossamastra – afferma il portavoce del comitato, Fabio Ratto -. Sono attività autorizzate senza tener conto che aumenterà a dismisura il traffico di Gnl ‘a spasso’ per il Golfo con i conseguenti pericoli. Imbellettare il Piano di emergenza esterna come <un’opportunità civile di garanzia, di sicurezza per la popolazione e per l’ambiente> è una mistificazione, perché è dovere dei preposti alla sicurezza dei cittadini far prevalere i dettami della Costituzione e il buon senso, non il cosiddetto/presunto interesse nazionale. Spezia è una città della stessa nazione nella quale sono ubicati gli altri rigassificatori italiani, quindi è dovere delle istituzioni intervenire, perché salute e sicurezza non devono e non possono essere barattate con eventuali benefici economici e/o propinando agli spezzini la solita tiritera dell’interesse nazionale. Chi deve pensare alla sicurezza della collettività ha l’obbligo di rispettare la Costituzione (Articolo 9 e Articolo 41) e non deve avere alcun timore, neppure di fronte agli interessi di una delle maggiori realtà economiche italiane come Gnl Italia. Infine, una domanda a tutti coloro che vivono di turismo e si disinteressano del rigassificatore: ma se tutti fossero debitamente informati della pericolosità e dei rischi che corrono a visitare quello che per la sua bellezza è definito Golfo dei poeti, cosa accadrebbe al turismo e con esso all’economia dello spezzino?”.

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