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Una storia spezzina

Una storia spezzina

Fedro e i favolisti

Esulo quest’oggi dalla storia spezzina per rispondere a un lettore che mi chiede in quali occasioni la conoscenza del passato è stata usata per manovre politiche. Gli esempi si sprecano. A fine agosto 1939 dei soldati tedeschi indossando uniformi polacche fecero irruzione in un posto di confine tedesco uccidendo i loro commilitoni e fornendo così il pretesto a Hitler di invadere la Polonia come ritorsione alla (finta) incursione di soldati di Varsavia nel territorio germanico. Ma quella che forse fu la più grande fake news storiografica, la smascherò Lorenzo Valla, un umanista del XIV secolo. Grazie agli strumenti fornitigli dalla nuova cultura che si sviluppava in quel periodo (l’Umanesimo) dimostrò che la donazione di Costantino, cioè l’editto con cui l’Imperatore romano assegnava al Pontefice ed ai suoi successori la giurisdizione su Roma e sui territori più o meno prossimi all’Urbe, era un falso colossale perché il testo della regalia filologicamente risaliva ad almeno quattro secoli dopo: era il linguaggio usato a dimostrare la falsità dell’atto.

Alla faccia della fake news! Con quell’atto è stato costruito (siamo circa nell’ottavo secolo a. C.) uno Stato che è durato fino al 20 settembre 1870 quando i bersaglieri irruppero in Roma mettendo definitivamente fine al regime del papa Re. Ma c’è una storia ancora più antica che ci è raccontata dal greco Esopo prima e dal latino Fedro dopo. Favolisti di duemila e passa anni fa narrano l’apologo del lupo che per mangiarsi l’agnello s’inventa una scusante che è pura finzione. Su un rivo superior stabat lupus, dice Fedro, il lupo stava più in alto sul rivo e di lassù adocchia l’agnello che s’abbevera in basso. Guarda e si lecca le labbra pregustando di sgranocchiare a breve le sue bistecchine. Tu m’intorbidi l’acqua, gli dice per cercare una scusante all’aggressione che medita. La risposta, come posso se sono più in basso, toglie ogni validità alle argomentazioni del lupo che decide di passare ad una più diretta offensiva ricorrendo alla storia, non importa quanto inventata. Sei mesi fa hai parlato male di me. Pronta la replica dell’agnellino: nato, replica l’agnellino. Allora è stato tuo padre afferma il lupo e forte di questa presunta giustificazione si fa in fretta un sol boccone della povera bestiola indifesa. Il racconto termina chiosando che il suo scopo è rivolgersi contro chiunque opprima gli altri con falsi pretesti. Ebbene, i favolisti scrissero questa storia oltre due millenni fa per dimostrare come sia facile fuorviare la storia, inventarsi un passato mai accaduto facendolo passare per verità: una morale che mi pare mantenga intatta la sua valenza.

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