La Venere influencer apre l’anteprima alla stampa della riapertura della Via dell’Amore, quasi a ricordare che la bellezza naturale è nuda, internazionale, fragile, invidiosa, talvolta vendicativa e, soprattutto, che viene dal mare. Fa quasi effetto percorrere la strada semivuota, perfettamente liscia, con qualche musica filodiffusa dagli altoparlanti ad accompagnare i passi a strapiombo sul mare. C’era e c’è attesa, oltre alla meraviglia, palpabile nell’aria: qualche turista ai cancelli, qualche residente che manda lo sguardo un po’ più in là. Tutto è nuovo, brillante, dal metallo delle reti alle scaglie del mare, il quale offre oggi il suo colore più cristallino. Le forze dell’ordine passeggiano a due a due, i giornalisti e gli influencer in solitaria. Novecento metri di meraviglia. È rimasta qualche sparuta scritta sbiadita a inneggiare a relazioni che si auguravano dovessero durare per sempre. Lo sapevano i greci e romani con le loro divinità tutte umane, lo sanno i contadini delle Cinque Terre impegnati nell’incessante lavoro di ricostruzione dei muretti a secco: nulla dura per sempre, nulla è possibile senza cura. Una bottiglia di plastica abbandonata sui vecchi gradini funge da monito: mancano per ora lungo il percorso i cestini, occorre dimostrare la maturità di essere contemporanei, di valorizzare costruire e preservare la bellezza, senza lasciare tracce.
Cupido, Concordia, Discordia: le originarie targhe ammoniscono. Il tutto in una mattinata già di per sé non banale, caratterizzata dalle dimissioni di Toti da presidente di Regione Liguria, ufficializzate a metà mattinata.
Più informazioni
Storia di un fenomeno nato per caso
Commissario giampedrone e autorità a riomaggiore
Il punto tecnico