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La sindaca tra passato e futuro

“Riomaggiore destinazione culturale, Via dell’Amore sarà quel che gli Uffizi sono per Firenze”. Il piano di Ejarque: entro due anni riduzione degli arrivi a 12mila al giorno.

In ogni famiglia di Riomaggiore e Manarola c’è almeno un nonno, uno zio, un cugino che ha costruito con le proprie mani la Via dell’Amore. Volontari che negli anni Trenta del Novecento hanno congiunto due tratti – creati come deposito per l’ampliamento della ferrovia Genova/La Spezia – e collegato, finalmente in pianura, i due centri abitati di Riomaggiore e Manarola distanti meno di un chilometro l’uno dall’altro, eppure due comunità allora divise da un territorio aspro, roccioso e impervio, come sono le Cinque Terre. “La Via dell’Amore oggi ritorna ai cittadini e ai turisti, – di nuovo percorribile dopo 12 anni dalla frana del 2012, in sicurezza, grazie ad un lungo e complicato cantiere – e questa inaugurazione – è l’occasione per proporre un cambiamento radicale: trasformare l’intero tragitto in un museo a cielo aperto, riconosciuto a livello internazionale. Non solo ripristinare il tracciato, ma far rivivere quello spirito che ha portato alla sua realizzazione quasi cent’anni fa. Una strada per congiungere, per mettere in relazione e quindi sì, anche “dell’amore”, mettendo a sistema i diversi punti di interesse culturale sul territorio” afferma Fabrizia Pecunia, sindaca di Riomaggiore.

 

Generico luglio 2024

 

Una trasformazione dovuta ai numeri del turismo che con la riapertura della Via dell’Amore non possono che aumentare. L’arrivo di oltre quattro milioni di visitatori pone la riflessione, infatti, sulla sostenibilità di un’economia che, seppur ricca per le comunità, rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza ambientale, culturale e sociale del territorio. Per far fronte a questa sfida, l’amministrazione riomaggiorese ha preso provvedimenti, adottando alcune azioni: “Lo scorso anno, con la riapertura dei primi 160 metri della Via dell’Amore abbiamo sperimentato un sistema di accesso su prenotazione con visite guidate in abbinamento al Castello di Riomaggiore – spiega Pecunia -. Il successo di questa iniziativa ha incoraggiato l’affidamento di un piano di Destination management, cioè un approccio strategico alla gestione dei flussi, ad un gruppo di esperti, già impegnati a livello nazionale e internazionale su destinazioni note per la loro complessità turistica. La fase preliminare di questo piano, che si inserisce in una strategia più ampia in accordo e complementare a quella indicata dal Parco Nazionale delle Cinque Terre – ha stabilito il percorso da seguire: lavorare in sinergia per spostare l’attuale “fama” di Riomaggiore, da meta romantica, di sole, mare e natura ad una destinazione di cultura. Pianificare quindi lo sviluppo turistico puntando sulle risorse culturali, del patrimonio e naturali del territorio, creando proposte, percorsi e esperienze autentiche per i visitatori, con un’adeguata strategia operativa per la gestione degli accessi, per la diffusione e la conduzione dei flussi, tramite sistemi di prenotazione, contingentamento, destagionalizzando e diversificando l’offerta. “Siamo così convinti che questa sia la strada da percorrere – continua Pecunia,–“che il Comune di Riomaggiore da tempo pone la cultura al centro della propria politica per rilanciare il territorio come meta di valore. Lo dimostrano gli eventi in programma durante la stagione estiva, la rassegna letteraria annuale, gli appuntamenti organizzati dal Comune, l’impegno delle associazioni e della Proloco per creare occasioni di conoscenza, esperienza e bellezza che vanno oltre il turismo mordi e fuggi. L’ultimo in termini di tempo: la realizzazione di un percorso museale permanente di Virtual Reality Experience – all’interno del Castello di Riomaggiore – dedicato a scoprire Riomaggiore e Manarola attraverso gli occhi di Telemaco Signorini e alcune delle sue opere più note”.

 

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Per sottolineare questa attenzione all’ambito culturale, il Comune si è dotato dell’hashtag #riomaggiorefacultura da utilizzare per indicare le rassegne, i progetti e gli eventi teatrali e sociali che animano – per tutto l’anno – Riomaggiore, attraverso il quale il paese si connota sempre di più come destinazione culturale. Una meta che rientra in possesso di una delle sue opere più importanti a fianco dei terrazzamenti. La Via dell’Amore rappresenta la determinazione e il coraggio che ha trasformato le Cinque Terre nel parco antropico riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, a dimostrazione di come la storia e la cultura di questi luoghi siano radicati in ogni sasso, muro, strada che si incontrano. Conclude Pecunia: “Diventa oggi il nostro museo, e come per Firenze la Galleria degli Uffizi, il simbolo iconico del nostro passato e del futuro che vogliamo intraprendere. Un’opera che non sarebbe stata possibile senza la visione condivisa e alla collaborazione istituzionale con Regione Liguria e il Parco Nazionale delle Cinque Terre che hanno riconosciuto il valore strategico del restauro della via, monumento nazionale e simbolo dell’Italia nel mondo. Ognuno ha fatto la propria parte e per questo ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’opera: i Ministeri (Ambiente e Cultura) che per primi hanno creduto nel sogno di una sindaca; Regione Liguria e tutta la struttura commissariale; la Soprintendenza di Genova, il direttore dei lavori, le ditte e gli operati che hanno realizzato l’opera, l’Ufficio tecnico del Comune di Riomaggiore. Infine, ringrazio la Giunta del Comune di Riomaggiore per l’impegno profuso in questi anni e per aver condiviso con me i momenti difficili. Festeggiare insieme la riapertura della Via dell’Amore rappresenta il coronamento di un percorso iniziato tanti anni fa e che ci vede ancora oggi uniti e pronti ad affrontare le nuove sfide che verranno. Grazie a tutti, ce l’abbiamo fatta”.

 

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Il piano di destinazione strategica di Josep Ejarque prevede di ridurre, entro il 2026, gli arrivi a 12.000 persone al giorno (oggi sono oltre 17.000): attraverso un sistema di prenotazione obbligatorio, attuando misure di contingentamento in funzione della stagionalità e “ampliando la stagione” per almeno 9 mesi l’anno, grazie ad esperienze diversificate sul territorio con al centro la cultura, l’agricoltura e l’enogastronomia. Si intende lavorare sui flussi: regolamentare gli arrivi dei grandi gruppi, introducendo dei percorsi – anche unidirezionali – per favorire il frazionamento dei visitatori lungo il territorio e accogliere i turisti con informazioni più capillari e dettagliate, nuove segnaletiche, una web app per suggerire e rendere facilmente usufruibile “cosa fare” a Riomaggiore e Manarola. Tra le misure, per chi sceglie di pernottare, è prevista una Guest Card “Carta del Turista residente” – evoluzione della Carta del Turista già esistente – per dare la possibilità di accedere a vantaggi ed agevolazioni a chi sceglie soggiorni più lunghi. Il primo atto delle azioni previste dal Piano strategico di destinazione riguarda la Via dell’amore. Con l’obiettivo di tutelare un patrimonio nazionale e di promuovere un uso sostenibile di questo tratto iconico, preservandone l’agibilità e garantendo la sicurezza dei visitatori e dei turisti, si può accedere alla Via dell’Amore tramite un sistema di prenotazione e pagamento con un biglietto a tempo per un massimo di 400 persone all’ora, suddivise in slot di 15 minuti. “Si tratta di un sistema di regolamentazione dei flussi – spiega Pecunia – e consente di gestire questo patrimonio in modo consapevole, valorizzando la sua unicità e tutelando la sua fragilità. Il Destination Management Plan così come è stato progettato vuole essere la dimostrazione concreta che possiamo gestire il turismo, e Riomaggiore diventa – per le Cinque Terre – il capofila di un nuovo approccio che propone un modello economicamente sostenibile, attento ai cittadini e maggiormente attrattivo per turisti e visitatori”.

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