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Il ministro della giustizia ospite di quarta repubblica

Caso Toti, Nordio: “Ispettori ministeriali in Liguria? Situazione con anomalie che sto seguendo con molta attenzione”

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio nello studio di Quarta Repubblica

“Non ho capito la logica dell’ordinanza, quella che Hegel chiamava attività discorsiva dell’intelletto speculativo”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ritorna a parlare dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Giovanni Toti e dell’atto col quale il Tribunale del riesame ha respinto l’istanza di revoca della misura cautelare.
“Nel merito non posso e non devo entrare”, ha esordito il Guardasigilli rispondendo alle domande del conduttore di Quarta Repubblica Nicola Porro e della giornalista Hoara Borselli durante la puntata della trasmissione di Rete 4 andata in onda lunedì.
“Ritiene normale che una Regione resti bloccata in assenza di una condanna e anche di un processo?”, ha domandato Borselli, controbilanciata da Porro che “da avvocato del diavolo” ha detto: “Però un magistrato che si trova di fronte a una notizia di reato si comporta di conseguenza e non deve valutare le conseguenze politiche del suo operato”.
“Io – ha risposto il ministro – ho concluso la mia carriera di procuratore con l’inchiesta sul Mose, forse la più devastante per quel che riguarda corruzione e spreco di risorse collettive. Anche io ho chiesto e ottenuto misure cautelari e mi sono servito delle intercettazioni, ma come strumento di ricerca della prova, non come prova in sé. Ma ho sempre detto, e lo ripeto, che le indagini giudiziarie e le cariche politiche e amministrative sono due mondi diversi. Se noi condizionassimo la copertura di una carica politica a una inchiesta giudiziaria devolveremmo alla magistratura una sorta di attività politica. Sarebbe il magistrato a decidere se tizio deve rimanere al suo posto. Il pm davanti a notizia di reato non si deve fermare, ha il diritto  – dovere di proseguire nelle indagini. Ma anche l’amministratore ha il diritto, e soprattutto il dovere, di rimanere al suo posto sino alla sentenza definitiva, altrimenti tradisce il popolo che gli ha dato il voto. Se si dimettesse subordinerebbe la volontà popolare che lo ha spedito lì a un’indagine che un domani può anche rivelarsi infondata”.
“Sulla base della richiesta di due giudici del Consiglio superiore della magistratura, ha valutato ipotesi di mandare un’ispezione ministeriale in Liguria?”, ha chiesto ancora Borselli.
“Siamo di fronte a una situazione singolare e con molte anomalie che sto seguendo con molta, molta, molta attenzione. Alla fine valuteremo quello che dovrà essere fatto”, ha replicato Nordio.
Infine il ministro, stimolato a commentare la manifestazione del centrosinistra, che lo scorso 18 luglio ha portato duemila persone in Piazza De Ferrari per chiedere le dimissioni del presidente Toti.
“Quelle immagini mi hanno riportato a un evento di 30 anni fa, quando interrogavo l’onorevole Gianni De Michelis, alla procura di Venezia, e sotto in piazza c’era un migliaio di persone che insultavano quel ministro che magari un mese prima avevano osannato. Mi sono sentito umiliato come magistrato, è sgradevole che ci si accanisca contro un indagato”.

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