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Il racconto sul nuovo terzino dello spezia

L’ex Catalano racconta Aurelio: “A 18 anni mi disse di essere nato pronto. Spezia è la piazza giusta per lui”

L'ex centrocampista dello Spezia lo ha allenato ad Imola e Pontedera: "Ci sono molto affezionato, è uno che ha la personalità per reggere l'urto del Picco"

Pasquale Catalano (Credits: US Pontedera)

Da ormai circa due settimane Giuseppe Aurelio ha raggiunto il ritiro dello Spezia, pronto a dare una mano alla causa della squadra di Luca D’Angelo nella prossima stagione. Una nuova tappa del percorso del terzino mancino, che dopo aver assaggiato la Serie B a Palermo ha ora tanta voglia di affermarsi con la maglia dello Spezia, uno step ritenuto più che giusto per il prosieguo della sua carriera. E di questo avviso è anche Pasquale Catalano, ex centrocampista dello Spezia di venticinque anni fa, che ha allenato Aurelio nelle sue prime esperienze tra i professionisti, a Imola e al Pontedera. “Il passaggio allo Spezia penso sia giusto. Giuseppe ha fatto un percorso partendo dalla C, da Cesena a Imola, passando per Gubbio e Pontedera. Ha tante partite alle spalle nonostante abbia 24 anni, poi ha fatto il salto al Palermo”, racconta a Città della Spezia Catalano, lo scorso anno nello staff di Alberto Aquilani in panchina a Pisa. “È un ragazzo di personalità, che sa stare nel gruppo, è un ragazzo cresciuto molto perché quando fai un salto del genere è logico che migliori, e ora arriva in un posto che conosco bene e dove c’è passione. Ci sono le condizioni giuste affinché possa avere uno slancio“.

Una storia che parte da lontano quella di Aurelio e Catalano, che hanno vissuto assieme due esperienze e che sono rimasti legati anche nel corso di questi anni: “È un ragazzo a cui sono affezionato”, prosegue Catalano, spezzino nella stagione dei record ’99-2000. “Sapevo che sarebbe arrivato. Conoscendo il modo di lavorare di D’Angelo e il percorso fatto dalla squadra dello scorso anno, con tanta sofferenza, quest’anno penso ci siano le condizioni per far sì che chi arrivi possa fare bene. Giuseppe ha la personalità giusta per reggere la pressione del Picco. È uno stadio in cui la pressione esiste per gli avversari ma anche per chi gioca in casa. Dopo il Palermo, la personalità è giusta per affrontare un palco del genere”. Catalano conosce bene il ragazzo, avendolo allenato nelle primissime esperienze in Serie C: “L’ho avuto alla prima e alla terza esperienza tra i professionisti. Aveva 19-21 anni, era un ragazzo acerbo ma la personalità era chiara. In questi anni ha affinato le qualità e le sue caratteristiche principali, correggendo i suoi difetti. Lavorerà con un allenatore e uno staff che metterà in evidenza le sue qualità, ha solo 24 anni e si sta ancora formando come giocatore. Io ho allenato squadre con molti giovani, ma con me ha sempre giocato”.

 

Giuseppe Aurelio

 

Pochi dubbi sulle sue qualità e su quanto possa dare alla squadra bianca, con caratteristiche uniche tra i giocatori in rosa: “Giuseppe ha grande forza, immagino lo Spezia giocherà col 3-5-2 e lui può chiudere molto bene sul secondo palo sui cross dalla destra di Elia. Per qualità fisiche ha la capacità di coprire tanto campo, secondo me è una dote importante. Sono sicuro che lo Spezia lo abbia scelto per le sue caratteristiche e per inglobarlo in un progetto tecnico che sarà più completo dello scorso anno”, racconta Catalano.

Nessun dubbio, inoltre, sulla personalità del ragazzo, che sin da giovanissimo ha stupito Catalano per la voglia di mettersi in gioco. “Ora ha 24 anni, ma già a 13 era fuori di casa. Quando l’ho conosciuto aveva 18 anni, l’ho preso a gennaio e gli ho detto che non c’era da perdere tempo. Lui mi guarda e mi risponde che è uno nato pronto“, rivela l’allenatore. “Stando tanto tempo lontano da casa, a Sassuolo, impari prima a diventare uomo. Conosco bene la sua storia, anche nelle sue difficoltà, e quando mi ha parlato dello Spezia ho subito pensato che fosse il progetto giusto. C’è tanta voglia di fare meglio rispetto allo scorso anno, con uno staff che conosce bene la Serie B. Giuseppe deve affermarsi nella categoria, è cresciuto negli anni. Quando l’ho preso all’Imolese non era questo giocatore, il suo percorso è stato giusto perché si è sempre messo in discussione, con anche qualche difficoltà. Palermo penso sia stata un’esperienza importante, in una squadra e in una categoria che non aveva mai fatto. Spezia penso sia il posto giusto, poi dovrà dimostrarlo sul campo“, conclude.

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