“Fino ai settant’anni non avevo mai scritto un libro, per tanti motivi, per codardia, per pigrizia, per presunta o forse reale inadeguatezza; poi mi sono messo in moto. Non so se l’ho fatto troppo tardi, forse l’ho fatto nel momento più maturo della mia vita, in cui ho potuto raccontare queste storie che sembrano favole e queste favole che sembrano storie”. Così ieri sera un appassionato Marino Bartoletti, in Rotonda Vassallo per Lerici Libraria con La partita degli Dei (Gallucci), quarto capitolo della serie, inaugurata con La discesa degli dei, che fa rivivere grandi personaggi dello sport e dello spettacolo. “Un’idea che nasce dal bussare del mio io bambino – ha raccontato conversando con Alessandro Grasso Peroni dopo il saluto inaugurale dell’assessore Lisa Saisi -, da mio chiedermi, dal nostro chiederci, dove vanno a finire, oltre ai nostri cari, i nostri campioni, i nostri eroi, i nostri miti della musica, dello sport, dello spettacolo. Possibile, mi sono chiesto, non ci sia un luogo in cui si ritrovano, in cui traslocano i loro sentimenti, talento, genialità, follia… persino gioia di vivere, anche se sembra un ossimoro? Un luogo dove ci piace immaginare Enzo Ferrari, Ayrton Senna, Gilles Villeneuve, Marco Pantani, Luciano Pavarotti, Lucio Dalla, Pino Daniele, Gigi Proietti, Raffellà Carrà, Paolo Rossi, Gianluca Vialli…”, e tanti altri di cui il noto e amato giornalista forlivese celebra e racconta in questa serie di libri. “Mai avrei potuto scriverne guardando su Wikipedia, ma ho potuto farlo soltanto avendoli conosciuti, avendo viaggiato, riso, pianto con loro, e pianto per loro, quando se ne sono andati”, ha sottolineato di fronte al numeroso pubblico.
Un’emozionante serata, quella di Rotonda Vassallo, che ha visto spaziare Bartoletti tra letture dal libro, ricordi e aneddoti su grandi personaggi (da Maradona a Brera, da Mennea a Vialli, da Minà a Riva, al quale ha dedicato un capitolo social del nuovo libro, essendo Rombo di tuono mancato quando il volume era cosa fatta) e una carrellata, fiera ma sempre leggera e scanzonata, sulla sua svettante carriera, tra giornali e tv (più, naturalmente, i recenti libri, o, come ha suggerito, “articoli di 370 pagine”); in merito, ha osservato, “se la mia grande creatura stampata, e ne vado ancora orgoglioso, è il Guerin Sportivo – ha detto -, per quel che riguarda la tv, quanto di cui vado più orgoglioso è Quelli che il calcio…, forse l’idea più bella che ho avuto in vita mia. Come nasce? Pensate che partite meravigliose abbiamo visto alla radio senza vederle, perché lì volava la nostra immaginazione. Ecco, io avevo sempre avuto, già da bambino, la fissazione poter fare di questo amore per la radio un progetto televisivo, di portare grossomodo Tutto il calcio minuto per minuto in televisione”.
Altro grande tema della serata, il Festival di Sanremo, uno degli amori assoluti di Bartoletti, enciclopedia umana della kermesse; “Se inizio a parlare del Festival abbattetemi”, ha avvertito, con la platea che si è invece ben volentieri fatta portare per mano nella narrazione sanremese. E a Sanremo e alla musica, ha annunciato a Lerici, sarà dedicato il prossimo volume della serie, in programma per il 2025, 75mo anniversario della manifestazione canora. “Il prossimo libro, l’ultimo, sarà Il Festival degli Dei – ha spiegato – Ci saranno tutti i grandi campioni della musica, da Domenico Modugno a Mia Martini, da Lucio Dalla a Lucio Battisti, a tutti quelli che pensate di poter trovare. E questo Festival sarà presentato da Mike Bongiorno. Pippo Baudo ha sempre preso in giro Mike perché ha presentato due volte di più – tredici a undici -; ecco, all’inizio del libro Mike appare in sogno a Baudo e gli dice: tu hai presentato tredici Festival sulla Terra, ma io adesso presento il Festival degli Dei in Paradiso, e scompare, con Baudo che si sveglia in mano agli incubi”. Ma a quella sul libro, Bartoletti aveva voluto premettere un’altra notizia: “Non sono nato con i baffi”.