Riceviamo la lettera rivolta al sindaco di Porto Venere, Francesca Sturlese, dall’Associazione Posidonia e da Comitato Il Frastaglio
Signora Sindaco
ci riferiamo alla sua ordinanza n. 47 del 5 luglio u.s. con la quale si vieta temporaneamente il transito pedonale su Molo Dondero. L’ordinanza, che risponde a una richiesta di interdizione dell’area del porticciolo turistico e del Molo Dondero avanzata dalla Porto Venere Sviluppo s.r.l. per salvaguardare l’area dedicata ai clienti e alle imbarcazioni lì ormeggiate, è stata poi reiterata per il fine settimana successivo e dobbiamo pensare sarà così per tutta l’estate.
A nostro avviso è solo l’ennesimo divieto tappabuchi che, invece di andare a fondo ricercando le cause della maleducazione imperante e nel frattempo aumentare controlli e sanzioni, fa pagare ai cittadini la debolezza e l’incapacità dell’amministrazione di far osservare le regole, limitandoli nei loro diritti e nelle loro abitudini consolidate negli anni. Perché passeggiare su Molo Dondero e sul solarium è un diritto dei cittadini, sono beni da sempre loro e che non devono essere ridotti in condizioni di degrado per poi, con questa scusa, essere privatizzati.
Altrettanto invivibile è la situazione nel carruggio e cisterna, dove urla e schiamazzi durano fino alle prime luci dell’alba accompagnate da vomiti e altre funzioni corporali che vengono espletate nella fontana (abbiamo foto a testimoniare quanto stiamo scrivendo). Chiudiamo anche quello? Riserviamo il carruggio ai proprietari delle seconde case e agli ospiti dei B&B?
Abbiamo ricevuto segnalazioni anche dagli altri paesi. Chiudiamo tutto? Noi crediamo che la chiusura non sia una soluzione.
Il primo pensiero dell’Amministrazione dovrebbe essere il buon vivere dei cittadini residenti, dove vivono bene loro vivrà bene anche il turista.
Sulla maleducazione imperante vorremmo si aprisse una riflessione e un confronto tra i cittadini e l’amministrazione e non ci si limitasse a dire che è così dappertutto.
Abbiamo qualche idea da proporre alla discussione, facciamo qualche esempio. I nostri beni sono da anni maltrattati, abbandonati, degradati a merce da vendere al miglior offerente. La piscina naturale, nata come riappropriazione di un tratto di mare da godere senza rumore e fumi di motori, è diventata solo caos e frastuono, un momento dove abbondano bevute e rumori assordanti. Molti dei primi frequentatori non vengono più, sostituiti da questi giovani che vedono un valore solo nello stordimento. Così come accade in altre manifestazioni che facilitano atti di maleducazione estrema.
Vedere orinare nella fontana fa veramente male, non è tollerabile vedere i nostri beni, le nostre vie, le nostre piazze, il nostro mare, trattati in questo modo.
Associazione Posidonia Porto Venere A.P.S.
Comitato Il frastaglio Porto Venere