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Alla consigliera menini: "un bel tacer non fu mai scritto"

Manifesto per la sanità locale: “La Asl 5 risparmia e i cittadini pagano!”

Ospedale Sant'Andrea

“In questi giorni si assiste ad una polemica relativamente all’interpretazione dei dati sul calo delle prestazioni sanitarie effettuate da ASL 5 nel periodo 2019 – 2023; polemica innescata da una consigliera regionale della lista Toti a fronte di un comunicato del Consigliere regionale di minoranza Centi

Il calo di prestazioni, giova specificarlo, comporta liste di attesa o, forse peggio, migrazione dei pazienti verso altre ASL o verso il privato.

Per difendere l’indifendibile, la consigliera si inventa che l’opposizione porti un “vergognoso attacco alla ASL 5” o, velatamente, ai suoi operatori che, invece, sono quotidianamente ringraziati per l’abnegazione e la professionalità che mettono in campo in una situazione che, oramai, si potrebbe definire tragica.
La situazione tragica della sanità spezzina (si vedano gli ultimi casi di emergenza al PS) non dipende certo dagli operatori sanitari, il cui lavoro, in condizioni strutturali disastrose e con poco personale, è l’unico che consente di evitare il collasso dell’assistenza sanitaria. E anche noi siamo certamente fra quelli che l’hanno detto da anni.

Ma veniamo ai dati oggettivi che, senza voler d’ufficio difendere il consigliere Centi che non ne ha certamente bisogno, dimostrano che la consigliera della lista Toti non ha letto bene le tabelle ed ha solo approfittato per “buttare la palla in tribuna”, confondendo le acque.

Solo alcuni esempi : dal 2019 al 2023 i ricoveri nelle strutture ospedaliere di ASL 5 sono passati da 8777 a 6420. Nel privato accreditato (Alma Mater), nello stesso periodo, si passa da 725 a 1381. Nel complesso (strutture ASL + privato accreditato) si passa da 9502 a 7801.

Conseguenza ? la ASL 5, fornendo meno servizi ai cittadini della provincia, ha “risparmiato” 5 milioni di euro che sono stati destinati dalla Regione a ripianare debiti delle altre ASL liguri, in particolare il S. Martino di Genova. Nel contempo la mobilità passiva si attesta come la più alta in Liguria (salvo ASL 3), pari a 37 mln di euro nel 2022. Nel contempo una colonscopia non è neppure prenotabile e non si hanno dati sulle liste di attesa per ricoveri chirurgici di elezione!

Spieghi la consigliera della lista Toti questa grave ingiustizia ai cittadini della provincia! Il tutto mentre in ASL 1 di Imperia (che pure è sotto dotata di risorse, come la nostra) ha ricevuto milioni di euro per pagare medici gettonisti (anche se non siamo d’accordo su tale forma di remunerazione del lavoro, non si può rilevare questa ulteriore ingiustizia a carico del nostro territorio).

Spieghi la consigliera della lista Toti il motivo per il quale, dopo ben due anni dalla fine dell’emergenza Covid, la ASL 5 non è riuscita, non solo a recuperare gli interventi chirurgici andati perduti durante il Covid, ma, addirittura, lo standard ante Covid.

Spieghi la consigliera della lista Toti come mai la ASL 5 utilizza anestesisti che vengono dal San Martino, dove la regione ha pure  trasferito una serie di interventi chirurgici che prima si effettuavano correntemente in loco, o come mai anestesisti pensionati del posto preferiscono andare a lavorare “a ore” in altra ASL ligure, perché paga di più. Incomprensibile poi il vanto che la “Regione Liguria ha sottoscritto accordi reciproci con le Regioni vicine al fine di limitare il cosiddetto turismo sanitario, rendendo meno conveniente, oltre un certo numero, accogliere pazienti in arrivo da territori vicini”! Forse non si è capito che i cittadini che non rientrano “in un certo numero” rifiniscono nell’eterna lista di attesa della nostra ASL o, a pagamento, nel privato.

Spieghi la consigliera della lista Toti come mai alcune eccellenze della nostra ASL sono “scappate”.

Parliamo, ad esempio, dell’ex primario di chirurgia Berti, che non è andato via per “motivi personali”, ma perché la Regione ha imposto il veto all’acquisto del robot Da Vinci, oggi usato correntemente nell’ospedale piemontese che lo ha accolto a braccia aperte. O dell’ex primario di ortopedia Sancin, che non “si è avvicinato a casa”, ma ha scelto Massa, portandosi dietro pure due medici, perché da noi in due anni da 16 ortopedici in organico era rimasto con 7 e con un taglio alla chirurgia robotica articolare e la chiusura del suo reparto infilato in quello di UroChirurgia. O, ancora, del primario di Urologia dott. Conti, che ha portato il suo reparto ai livelli qualitativi dell’ospedale Molinette di Torino, non proprio l’ultimo nel campo, e che poteva fermarsi ancora due anni avviando, assieme a Berti, la chirurgia addominale robotica nella nostra ASL.

Forse la consigliera della lista Toti non condivide l’adagio “un bel tacer, non fu mai scritto…”.

Del pari pare non condividerlo ASL 5 che, quando si tratta di replicare (difendendo anche lei l’indifendibile) è pronta al pezzo, ma del pari non lo è quando si tratta di dare servizi ai cittadini, di riparare i pezzi cascanti del S. Andrea, di dare precise informazioni ai cittadini, di far partire il cantiere del Felettino.

I cittadini i dati oggettivi li hanno capiti, forse un po’ tardi, ma sulla loro pelle: la regione maltratta scientemente il nostro territorio e coloro che difendono queste scelte ne sono clamorosamente complici”.

Per il Manifesto per la sanità locale, Valter Chiappini

 

 

 

 

 

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