I consiglieri provinciali Giorgia Lombardi, Sinistra, ambiente e lavoro, Simone Regoli e Camilla Monfroni, Pd, e Massimo Bertoni, Italia Viva, intervengono sulla questione degli accorpamenti scolastici in provincia.
“Votiamo ancora contro la ratifica degli accorpamenti l’Isa19 di Riccò del Golfo con l’Isa5 “Anna Frank“ di Mazzetta, tra le scuole di Luni e Castelnuovo Magra, e quella tra gli istituti dei Comuni di Vezzano Ligure e di Santo Stefano Magra. Nella delibera – affermano Lombardi, Regoli, Monfroni e Bertoni – ci sono anche le richieste di ampliamento di Casini e Chiodo che ci trovano d’accordo, ma votiamo contro la stessa perché conferma gli accorpamenti precedenti. C’è poi una questione di metodo democratico, che denunciamo da mesi: in questa operazione non ci sono stati passaggi di condivisione e dialogo con gli istituti scolastici e le organizzazioni sindacali, ma una mera e pedissequa applicazione delle direttive della Regione, forse anche per dimostrare fedeltà politica assoluta alla maggioranza che governa la Liguria. Noi non ci stiamo: la scuola pubblica non è formata da scatole vuote, ma è una comunità educante composta da dirigenti, lavoratori, insegnanti, famiglie e studenti che hanno bisogni ed esigenze precisi e personalizzati. La condivisione dei pareri del corpo vivo della scuola doveva essere un requisito indispensabile per qualsiasi processo di riorganizzazione ed accorpamento, non un’operazione verticistica e calata dall’alto”.
“Votiamo ancora contro la ratifica degli accorpamenti l’Isa19 di Riccò del Golfo con l’Isa5 “Anna Frank“ di Mazzetta, tra le scuole di Luni e Castelnuovo Magra, e quella tra gli istituti dei Comuni di Vezzano Ligure e di Santo Stefano Magra. Nella delibera – affermano Lombardi, Regoli, Monfroni e Bertoni – ci sono anche le richieste di ampliamento di Casini e Chiodo che ci trovano d’accordo, ma votiamo contro la stessa perché conferma gli accorpamenti precedenti. C’è poi una questione di metodo democratico, che denunciamo da mesi: in questa operazione non ci sono stati passaggi di condivisione e dialogo con gli istituti scolastici e le organizzazioni sindacali, ma una mera e pedissequa applicazione delle direttive della Regione, forse anche per dimostrare fedeltà politica assoluta alla maggioranza che governa la Liguria. Noi non ci stiamo: la scuola pubblica non è formata da scatole vuote, ma è una comunità educante composta da dirigenti, lavoratori, insegnanti, famiglie e studenti che hanno bisogni ed esigenze precisi e personalizzati. La condivisione dei pareri del corpo vivo della scuola doveva essere un requisito indispensabile per qualsiasi processo di riorganizzazione ed accorpamento, non un’operazione verticistica e calata dall’alto”.
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