LA REDAZIONE
Scrivici
PUBBLICITÀ
Richiedi contatto
Raccolta firme per tutta l'estate

Pace, ambiente e occupazione, le associazioni fanno rete e organizzano una petizione: “No Base blu, vogliamo un dibattito pubblico, la città deve decidere il futuro dell’Arsenale”

Presentata questa mattina nelle sede provinciale di Arci la campagna “No Base blu, un dibattito pubblico per un Golfo di pace, lavoro e sostenibilità”, promossa dalle tante diverse associazioni unite nella Rete Spezzina Pace e Disarmo. Un piano di sensibilizzazione che parte dal basso, dall’esigenza collettiva di opporsi a un progetto, quello che interessa la base navale della Spezia, considerato dagli attivisti sia sbagliato che anacronistico, mai discusso e sul quale non c’è mai stato un confronto con la comunità. Una campagna che va di pari passo all’urgenza di fermare la crescente spesa pubblica nel settore militare, mentre ambiti assai più necessari continuano a registrare drastici tagli, e intende mettere a sistema le energie locali e nazionali per proporre un cambiamento. Insieme a Mariella Ratti e Giancarlo Saccani, Giorgio Pagano è uno dei portavoce della rete: “Lanciamo questa campagna, raccoglieremo le firme per tutta l’estate per arrivare a un dibattito pubblico nel quale, con regole e tempi precisi, si organizzi un confronto tra le parti con un’autorità terza indipendente e neutrale. Un percorso partecipato e trasparente alla fine del quale si arrivi poi ad una delle diverse conclusioni”. E siccome il Golfo è uno solo, Pagano chiama in causa i tre sindaci, Pierluigi Peracchini, Leonardo Paoletti e Francesca Sturlese: “In questa città sta avvenendo qualcosa di straordinario: Base Blu modifica la città senza coinvolgerla, pochissimi sono informati su quello che accade – aggiunge l’ex sindaco della Spezia -. Noi vorremmo invece che la città ne discutesse, partendo dal fatto che siamo contrari a questo progetto che prevede tre nuvoli moli, l’ampliamento di una banchina esistente e ben 40mila metri quadrati in più di tombamento del mare. Si spende per il riarmo e per quanto concerne la nostra realtà non c’è nemmeno una ricaduta occupazionale. Nell’800 quando si creò l’arsenale, la città si sacrificò in nome del lavoro. Oggi si stravolge la base senza benefici di sorta. Poi c’è l’aspetto ambientale, che non viene nemmeno menzionato. Noi non siamo contro ma a favore di un Arsenale che funzioni e che non sia affidato ai privati perché questo non ci garantisce qualità e dignità del lavoro. Un arsenale in mani pubbliche, è bene chiarirlo. Ricordiamo che la Spezia perde il dialogo col mare con la nascita dell’Arsenale, oggi che ci sarebbe la possibilità di riappropriarsene tutto questo non si fa e anzi si continua ad espandere. E siccome di tutto questo non si discute, ecco la petizione e la richiesta di un dibattito pubblico”.

 

Rete spezzina Pace e Disarmo lancia la campagna di raccolta firme contro Base Blu

 

Dall’incontro di persone, associazioni, movimenti accomunati da valori di pace, solidarietà e giustizia sociale, ambientale e di genere, emerge insomma la spinta a far nascere il “dibattito pubblico”: uno strumento di informazione, partecipazione e confronto pubblico, uno sguardo critico e di proposta che vuole aprire un percorso democratico e di cambiamento, coinvolgendo la comunità. “In Toscana ed Emilia hanno istituito il dibattito pubblico come un elemento di diritto, senza contare il modello francese – aggiunge William Dominichini, uno dei portavoce dei Murati Vivi di Marola impegnati in battaglie analoghe anche fuori dai confini provinciali, vedi il caso della base di Coltano – Non è un vezzo ma un’esigenza democratica: proprio su questo c’è una voce che è la punta dell’iceberg e Marola racconta più di tutti che siamo una città di mare senza mare. Una comunità defraudata di uno spazio e di un processo culturale e storico. Il paradosso nel paradosso è che ci troviamo di fronte a un progetto che inciderà sull’intero golfo. Le istanze sono tante, c’è una rete associativa, c’è il sindacato, ci sono i cittadini”. La questione della misera ricaduta occupazionale è chiaramente tema sindacale e Luca Comiti, segretario provinciale della Cgil, traccia un quadro presente e futuro piuttosto chiaro: “Ci siamo anche noi come Cgil, in particolare modo ci sono tre aspetti che vanno sottolineati rispetto a questo progetto: non è previsto un posto di lavoro in più, si allarga la base navale senza che questo porti occupazione e riqualificazione delle aree lasciando i pochi lavoratori oggi impiegati in condizioni poco qualificate. C’è poi la mancanza di riqualificazione della base navale per dare ai giovani una prospettiva per lavoro, infine, l’ultimo aspetto è quello che come Cgil chiediamo la possibilità di discutere sull’opportunità di questo approdo. Vogliamo discutere in anticipo di quello che avverrà dentro quel sito e non accetteremo la privatizzazione con appalti e subappaltati perché la governance deve rimanere unica. Quelle aree devono tornare alla comunità: la città deve imporsi e determinare le linee guida del suo futuro. Certo che non viviamo sulla luna e sappiamo che l’arsenale, soprattutto oggi, ha una sua valenza, una sua centralità ma fra i lavoratori si percepisce molta rassegnazione e molta rabbia: loro vogliono investimenti e che si dia dignità a quello che fanno”.

 

Rete spezzina Pace e Disarmo lancia la campagna di raccolta firme contro Base Blu

 

Dal basso, dunque, per rivendicare un‘altra visione del golfo spezzino, di pace, realmente sostenibile, in cui un diritto, come quello del lavoro non muti in privilegio, rilanciando una battaglia di civiltà, come le bonifiche delle aree inquinate che insistono nelle aree militari, di monitoraggio ambientale, di revisione degli spazi inutilizzati e di restituzione alla città: “Trecento milioni di euro per le banchine e zero per le bonifiche – ha aggiunto Stefano Sarti, presidente di Legambiente. Parliamo di un dragaggio di quasi 600mila metri quadrati, ma anche il porto dragherà per 1 milione di metri quadrati e anche Snam ha intenzione di dragare. Saranno rimossi fanghi in modo esorbitante e questo crea danni all’eco-sistema: dove andremo a smaltirli, mi chiedo? C’è un ulteriore tombamento del mare, parliamo quindi di un intervento sull’ambiente veramente pesante. E invece bisognerebbe bonificare dentro l’Arsenale, così come il campo in ferro per la quale si continua a parlare di caratterizzazione, non di bonifica. Lì sotto, peraltro, c’è anche la pilla di Cadimare”.

Più informazioni
leggi anche
La Spezia, progetto Base Blu
In questi giorni
Base Blu, LeAli a Spezia: “Che stanno facendo i parlamentari spezzini?”
Murativivi alla pre-palio di Marola
"in palio nel golfo ci sono salute e sicurezza"
Murativivi: “Marola di blu vuole solo il suo mare”
Base navale, qui il progetto Basi Blu
Pulizie di primavera
Sei navi e trenta galleggianti da rimuovere, in arsenale si fa spazio a Basi Blu
presidio della Rete spezzina Pace e Disarmo
107esimo presidio
Rete spezzina Pace e Disarmo ancora in piazza: “Se vogliono aumentare le spese militari, devono dirci che cosa vogliono tagliare”
Base navale, qui il progetto Basi Blu
"la maggioranza si è ben guardata dall’occuparsi del tema"
Le opposizioni unite: “L’ultima discussione su Basi Blu risale a un anno fa. Dall’amministrazione più nulla”