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Meno navi ma più grandi

Maxi gasiere per il rigassificatore di Panigaglia, progetto sul tavolo del ministero

GNL Italia punta a ospitare unità con capacità fino a 145mila metri cubi contro i 90mila odierni, in modo da immettere fino a 4.6 miliardi di metri cubi di metano in rete ogni anno.

Il rigassificatore di Panigaglia di GNL Italia

Navi gasiere da 145mila metri cubi a spasso per il Golfo della Spezia. E’ il progetto che GNL Italia ha depositato nelle scorse settimane presso il Ministero dell’Ambiente per il suo rigassificatore di Panigalia in ottica della verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale. Per la controllata Snam l’idea è di far fare un salto di qualità “tecnico” all’impianto portovenerese che vada di pari passo con i già avanzati progetti di truck loading ed eventualmente di rifornimento bettoline small scale.

Lo studio ambientale preliminare sottoposto al governo e commissionato alla Techint Engineering&Construction prevede l’ammodernamento del rigassificatore di Panigaglia con l’obiettivo di aumentare la capacità di produzione dell’impianto dagli attuali 11 milioni di standard metri cubi al giorno di gas fino a 14 milioni. In particolare si prevede “la sostituzione di apparecchiature e sistemi di impianto, la realizzazione di una nuova sala controllo satellite e cabina elettrica, l’ammodernamento del sistema antincendio e la modifica dei trasformatori di potenza”.

Una gasiera da 145mil metri cubi

 

Soprattutto si prospetta l’adeguamento del pontile di attracco con la costruzione di quattro nuove briccole di ormeggio sorrette da sei pali e otto ulteriori pali a sostegno della rinnovata linea antincendio. Saranno infissi nel fondale fino a una di 40 metri. Questo permetterà l’ormeggio di navi gasiere fino a 145mila metri cubi di capacità, in pratica la fascia bassa delle navi di categoria large scale. Altra operazione necessaria l’aumento del pescaggio tramite dragaggio dei fondali per 1.9 milioni di metri cubi di sedimenti, in modo da portarlo a -14 metri.

Oggi a servire l’impianto spezzino sono navi di taglia MedMax, secondo un prospetto di Snam risalente al 2022. Si tratta di unità tra 70mila e 90mila metri cubi di gnl a carico parziale e con fianco piatto minimo di 75 metri per l’accosto. Le navi da 145mila metri cubi hanno lunghezze solitamente oltre i 280 metri contro i 215 metri della LNG Lerici e della sorella LNG Portovenere, che da anni fanno la spola tra i porti di caricamento e Panigaglia per lo scarico. Queste navi large scale sono a oggi in grado di servire solo i rigassificatori off shore come quello di Rovigo e di Livorno, che sorgono a diverse miglia dalla costa e al di fuori delle aree portuali.

Rigassificatore SNAM Panigaglia

 

GNL Italia punta a “un incremento generalizzato dell’efficienza impiantistica con l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili sul mercato” e a una “riduzione significativa del numero di navi in arrivo”. Meno navi ma più grandi per un aumento di circa il 30% capacità di rigassificazione che consentirà di giungere dagli attuali circa 3.5 miliardi metri cubi all’anno fino a 4.6 miliardi di metri cubi.

L’azienda ha presentato il progetto come una sorta di forma ridotta di quello proposto nel 2010, quando si puntava a creare un gigante da 8 miliardi di metri cubi annui più che raddoppiando la capacità dei serbatoi. Disegno che generò una levata di scudi da parte delle associazioni ambientaliste e degli enti locali. Alla decisiva Conferenza dei servizi di Roma del gennaio 2009 arrivò il parere negativo da parte di Comune di Porto Venere, Provincia della Spezia e della Regione Liguria guidata dalla giunta Burlando.

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