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La segretaria fials chiede di considerare il parere legale espresso nei giorni scorsi

Tredici reparti ospedalieri senza Oss durante la notte. Tartarelli: “Asl assuma pescando dalla graduatoria Rossomando”

I reparti dell'ospedale Sant'Andrea

Da un lato i problemi di organico all’interno degli ospedali spezzini che rimangono critici. Dall’altro un parere legale che spinge verso l’assunzione di Oss tramite lo scorrimento di una graduatoria ritenuta utilizzabile. Nel mezzo, oltre agli spezzini e alla loro salute, la battaglia di Luciana Tartarelli, da decenni combattiva sindacalista e segretaria provinciale della Fials.
“Siamo arrivati al punto che in molti reparti degli ospedali Sant’Andrea e San Bartolomeo durante i turni di notte non sono previsti Oss, costringendo gli infermieri, che già hanno il loro bel daffare nel compiere il loro lavoro, a svolgere le funzioni degli operatori socio sanitari. Ovviamente questo non sempre è possibile, e a rimetterci sono sia i lavoratori, schiacciati da turni massacranti, che i pazienti, ai quali non viene offerto un servizio sanitario degno di tale nome”.
Tartarelli non usa mezzi termini e riferisce di un episodio avvenuto nelle ultime ore, solo l’ultimo in ordine di tempo: “Poiché una Oss del reparto di Ginecologia è stata trasferita a Genova, Asl ha pensato di sopperire a questa assenza chiamando l’infermiera reperibile di Chirurgia. Siamo all’assurdo: il ricorso alla reperibilità deve avvenire in caso di urgenze e non, come in questo caso, per tamponare situazioni che si sanno da mesi. E in ogni caso un’infermiera non può essere chiamata a sostituire una Oss”.
La pratica, invece, è molto diffusa all’interno delle strutture ospedaliere della Asl 5. Come detto, infatti, sono tantissimi i casi in cui gli infermieri vengono chiamati a svolgere le mansioni degli Oss nei turni notturni.
Dalla tabella dei turni del personale redatta dalla stessa azienda sanitaria, infatti, si evince chiaramente che non è prevista la presenza di Oss durante la notte in ben 13 reparti. Si tratta del Primo livello dell’ospedale San Nicolò di Levanto, della Rianimazione (dove forse sarebbe sufficiente un ausiliario, che però non è previsto), di tutte le specialità di Cardiologia, di Nefrologia, Medicina, Geriatria, Cure intermedie, Medicina multispecialistica, Malattie infettive, Pneumologia, Chirurgia generale e Ginecologia.

Luciana Tartarelli

 

“Oggi in Asl ci sono 253 Oss in totale, ma solamente 88 di questi sono turnisti, cioè coprono i turni di notte. Questo porta con sé il problema che la maggior parte dei reparti di area medica è sprovvisto di Oss durante le notti. Sono previsti 4 infermieri la mattina e il pomeriggio, affiancati da 1 o 2 Oss, mentre la notte si scende a 3 infermieri e nessun Oss. Eppure proprio di recente è stata avviato un nuovo sistema di organizzazione definito “Moduli” che richiede agli infermieri complesse attività amministrative che richiedono anche un’ora di tempo per ogni ricovero. In più di notte viene richiesto loro di fare anche la sanificazione. Ma i malati chi li cambia? Nessuno purtroppo, senza contare che tutto ricade sugli Oss che prendono servizio il mattino successivo. Questa nuova organizzazione andrebbe bene con una struttura ospedaliera nuova come il Felettino e con una dotazione di personale ben diversa da quella attuale”.
E non ci sono solamente i disagi patiti dai pazienti e le problematiche sindacali legate al demansionamento richiesto agli infermieri. Le criticità, infatti, si moltiplicano in maniera esponenziale con condizioni di lavoro che si ripercuotono sull’erogazione del servizio e lavoratori diurnisti costretti a saltare i turni di riposo, con conseguenze immaginabili sul livello di qualità della sanità locale.
“E come faremo con le ferie? Se si saltano i riposi, come è possibile concederle? Di recente – aggiunge Tartarelli – la Regione ha comunicato che ci sono fondi per le prestazioni aggiuntive a favore di infermieri e tecnici sanitari con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa. Ma ci domandiamo: quali saranno i reparti che beneficeranno di queste risorse?”.

“Le strutture sono fatiscenti e le manutenzioni insufficienti, tanto che crollano solai e nei mesi scorsi abbiamo dovuto addirittura lavare i malati con l’acqua fredda perché non funzionava l’impianto di riscaldamento idrico. E a questo si unisce l’ormai annoso problema della carenza di infermieri e, soprattutto di Oss. L’azienda dice che in quest’ultima categoria di lavoratori c’è un assenteismo che sfiora il 25 per cento. Forse, allora, qualche problema c’è? O no?”, prosegue la segretaria provinciale della Fials mentre impugna tra le mani il parere legale che ha richiesto allo studio D’Arrigo e Sommovigo.

Il parere legale richiesto da Fials

“L’avvocato Piera Sommovigo me l’ha consegnato il 1° luglio e il giorno seguente l’ho inviato alla dirigenza. Viene ben spiegato che Asl può attingere dalla graduatoria riservata agli Oss ex Coopservice che è stata stilata sulla base dell’emendamento Rossomando, che prevedeva per le aziende sanitarie la possibilità di rafforzare il servizio, ridurre le liste d’attesa e valorizzare la professionalità del personale non dipendente che aveva prestato servizio durante l’emergenza Covid. Nella graduatoria ci sono ancora una quarantina di lavoratrici e lavoratori di cui la sanità spezzina ha un disperato bisogno”, spiega ancora Tartarelli.

Ricevuto il parere legale commissionato da Fials, ora la palla passa ad Asl 5. A quanto pare sulla vertenza degli Oss di Coopservice, a distanza di anni dal suo inizio e dopo innumerevoli ipotesi lasciate per strada, compresa la creazione di una agenzia in house sulla scia di quanto fatto in Puglia, non è ancora scritta la parola fine.

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